L'analisi di Travel Appeal è più che positiva e per chi sta in sala è tempo di rivincita. Eppure nelle recensioni degli utenti di vino si parla poco. E se fosse quello l'elemento che potrebbe fare la differenza?

Enogastronomia ed enoturismo. Abbiamo passato mesi a parlarne. Ma quanto siamo capaci di soddisfare i turisti ed enoturisti di tutto il mondo in quanto ad offerta? I nostri ristoranti sono all’altezza? Una risposta è arrivata dall’analisi di Travel Appeal, eppure c’è un elemento che, secondo noi, andrebbe maggiormente approfondito.

 

Enogastronomia: agli stranieri i nostri ristoranti piacciono e soddisfano quasi la totalità dei clienti internauti

Gli ultimi dati, pubblicato a febbraio 2019, avevano regalato la fotografia di un’Italia in perfetta salute in quanto ad enoturismo, sebbene con margini di miglioramento decisamente ampi. Il Rapporto sul Turismo del vino firmato dall’Università di Salerno e la Città del Vino aveva infatti registrato 14 milioni di presenze annue sul territorio italiano per un fatturato di 2,5 miliardi di euro per l’intera filiera, 85 euro di spesa media al giorno e 160 con incluso il pernottamento.

Sarà certamente curioso sapere com’è andata quest’anno. Ma nel frattempo cerchiami di capire qual è stato per i turisti enogastromici il grado di soddisfazione dopo aver trascorso le loro vacanze nei nostri ristoranti. Non c’è che dire: il Bel Paese non tradisce. Il grado di soddisfazione complessivo di chi ha frequentato i nostri luoghi del gusto è positivo per quasi il 90% degli utenti. E’ infatti su oltre 20,9 milioni di recensioni online, di cui il 51% legate proprio alla ristorazione, che Travel Appeal ha condotto la sua analisi. Analisi in cui sono compresi l’82% dei ristoranti attivi sul web sui 143.800 presenti.

Cosa piace di più? L‘accoglienza. Elemento che ha raccolto il favore del 90,4% dei commensali e che è addirittura più apprezzata della qualità del cibo che, comunque, è stato gradito dalla quasi totalità (86,7%) di coloro che l’esperienza l’hanno fatta almeno una volta.

 

La “rivincita” dei camerieri e di tutto il personale di sala. Chi ama di più la nostra cucina? Gli americani!

Potremmo definire il dato come “la rivincita dei camerieri” e di tutto il personale di sala che per una volta è riuscita a togliere i riflettori agli chef e puntarli sul lavoro che quotidianamente svolgono interfacciandosi quotidianamente con la clientela. E non sempre la cosa è così facile. Se però parliamo di cucina allora possiamo andare sul sicuro con gli americani. A loro il nostro cibo fa impazzire. Tra gli stranieri che infatti hanno recensito i nostri ristoranti (il 18%) sono proprio loro quelli che amano di più i nostri piatti e lo hanno dimostrato con l‘89,6% dei feedback positivi. Seguono a poca distanza inglesi, tedeschi, spagnoli e francesi. Le regioni più apprezzate? In testa c’è l’enogastronomia toscana amata dall’85,2% degli utenti e seguita a pochissima distanza da Umbria e Veneto.

 

Enogastronomia: la qualità è apprezzata, ma per troppi costa troppo! Ma è davvero così o c’è qualcosa che potrebbe cambiare?

Dei ristoranti italiani quel che piace, a quanto pare, non sono soltanto cibo e personale, ma anche posizione, location e pulizia che hanno conquistato l’80% dei cuori degli stranieri. E il prezzo? Sembra essere la cosa che piaccia meno visto il dato medio di soddisfazione è del 61%. Possibile? E soprattutto perché? E’ la domanda cui ci piacerebbe avere una risposta sebbene si sa, quando si parla di conto, c’è sempre chi ha da ridire. Eppure, ci viene da pensare, è forse nel “racconto” della nostra eccellenza che potrebbe mancare qualcosa per far sì che si siede ad una delle nostre tavole abbia la reale percezione della qualità cui si sta approcciando.

Ecco, allora, dove troviamo la mancanza. Il vino? Perché in Italia la questione “Carta dei vini” non riesce ad entrare nel dibattito della quotidianità come avviene, ad esempio, sfogliando le riviste straniere? Eppure proprio la Carta dei Vini è definita come la carta d’identità di un ristorante. Quell’elemento che ne definisce e ne racconta lo stile. Realizzarla non è cosa da tutti. Richiede un’alta professionalità, una grande conoscenza e una mente sempre attiva nel cercare di far sì che sappia seguire i trend senza tradire la filosofia del ristorante di cui è un emblema.

 

E se il vino fosse il motore per spiegare meglio il prezzo della vera qualità? La Carta dei Vini di Enolò può dare una risposta…

Nell’epoca del digitale, della recensione on-line, del dibattito sul web, perché non utilizzare strumenti innovativi che facciano della Carta dei Vini un punto di riferimento e di promozione di un ristorante? E’ proprio quello che Enolò, con il suo marketplace, ha messo in campo raccogliendo una delle sfide più importanti del mercato del vino che continua ad evolvere e stupire.

Un marketplace dalle molteplici sfaccettature e una polivalenza che facilita la gestione di attività e cantina di produttori e dealer e che proprio a questi ultimi, con la sua Carta dei Vini che combina perfettamente lasciando ad ognuna la sua identità, una versione digitale e una cartacea, offre la possibilità di veicolare la propria attività, i propri eventi, i propri menù, attraverso il web. Un modo veloce, semplice, intuitivo ed efficace di catturare l’attenzione dei winelover e degli appassionati di enogastronomia con il vino a fare da protagonista. Elemento che, magari, potrebbe anche far meglio comprendere il perché di un prezzo piuttosto che di un altro, puntando su una visione dove a fare la differenza è la qualità e non la quantità.