Su VinePair un interessante articolo su come, questo Paese, sia diventato bandiera internazionale dei vini ecosostenibili. Vini di grandissima qualità. Tutto passa per la preservazione di territorio, persone e il Paese tutto

Il vigneto è un ecosistema. E’ una frase che ci ha colpiti quella che abbiamo trovato su un articolo apparso su VinePair. Molti penseranno: ovvio! Sì, a parole sì, ma quando si parla di ecosistema si parla di tante cose a cominciare dalla tutela della biodiversità e il Cile, a quanto pare, è un esempio da seguire.

E’ proprio sul vino e il rapporto con la terra dove le vigne da cui nasce che si incentra l’interessante articolo dedicato dalla prestigiosa rivista al Paese Sudamericano i cui vini, diciamolo, riscuotono sempre maggior successo, non solo nei palati degli appassionati, me nei riconoscimenti dei grandi esperti.

 

Il vigneto è un ecosistema e il Cile ne ha fatto uno stile di vita: il 75% dell’industria vinicola usa pratiche di conservazione all’insegna della sostenibilità

vigneti ecosistema chile

Flora e fauna, compresi i microrganismi, sono la vita di un vigneto. Questa è la considerazione da cui parte questo inno alla biodiversità. Prendersene cura vuol dire garantire, insieme a tanti altri fattori, la bontà di un vino, oltre che quella del territorio ed della comunità. Montagne, vallate fertili, fitte foreste, deserti ricchi di minerali, una costa che sembra non conoscere confini, ghiacciai, vulcani. E’ questo il Cile. E’ questo lo scenario in cui si producono le sue eccellenze.

Il dato essenziale è questo: il 75% dell’industria vinicola da queste parti utilizza pratiche di conservazione che fanno parte di un codice nazionale di sostenibilità. La salvaguardia della biodiversità dunque, è quasi Verbo. Grande l’attenzione nell’uso delle risorse, dal suolo all’acqua. E’ così che alla vite si garantisce, e perdonateci il gioco di parole, una lunga vita.

In appena un decennio, sottolinea l’articolo di VinePair a firma di Teva Kukan, “è diventato portabandiera internazionale per queste pratiche, producendo anche alcuni dei migliori vini al mondo. riducendo al minimo l’impatto ambientale e mantenendo elevati standard sociali, ambientali e di qualità, il vino cileno si è dimostrato diversificato, sostenibile e piacevole da bere”.

 

Flora e fauna con esemplari unici al mondo. Ecco come i vigneti con la scelta dell’ecosostenibilità contribuiscono a tutelare territorio, comunità e l’intero Paese

Prima delle pratiche di vinificazione, dunque, c’è una naturalità dei luoghi. Quella naturalità che si vuole preservare e che va dal clima alla grande varietà del terreno. Basti pensare, come viene ricordato, che a nord il territorio cileno è in gran parte occupato dal deserto di Atacama, il più arido al mondo. Nella zona centrale invece il clima è molto mediterraneo ed è qui che la vite ha trovato terreno fertile per maturare (ma non credete, non solo qui!). A sud la meraviglia della vegetazione, con alcuni tra gli alberi più antichi e grandi al mondo.

Dalle foreste sub-tropicali, ai cambi di ghiaccio, passando per le lagune, la preservazione dei terreni coltivati vuol dire preservazione dell’intero territorio. Una visione ampia e più che condivisibile. Oltretutto molte delle specie vegetali e animali che si trovano da queste parti sono uniche al mondo e tantissime sono le specie autoctone del Paese.

Un discorso che tanto ci fa pensare alla nostra Italia, regina della biodiversità, alla cui tutela sì presta sì attenzione, ma che dalle buone pratiche cilene può attingere per migliorare.

 

Sì il vigneto è un ecosistema complesso che vive e convive con gli altri ecosistemi: nelle vigne ‘strade’ per gli animali e specie al pascolo. Così si tutelano le risorse

animali e vigne

Come accennato è nel centro del Cile che si coltiva soprattutto la vite. E qui l’attenzione alla conservazione è massima. Quasi la totalità dei vigneti della contea, infatti, e molte aziende vinicole del territorio, spiega VinePair, sono certificate dalla Wines of Chile’s Sustainability Code. I viticoltori da queste parti non soltanto lavorano all’insegna della sostenibilità considerando l’impatto che la produzione dell’uva ha sul terreno, ma sono particolarmente attenti all’uso dell’acqua. E con il tempo non si fa che migliorare. Più il tempo passa più si investe nell’innovazione in vigna, in cantina e nella comunità. Insomma l’ecosistema non è solo naturale, ma anche biologico e cioè attento alle esigenze degli esseri umani che vivono da queste parti.

Attenzione quindi si presta anche al controllo naturale dei parassiti, al sostegno del suolo e, di conseguenza, alla lotta al cambiamento climatico. Pensate: in Cile dentro i vigneti ci sono strisce forestali che consentono il passaggio alle specie animali che le abitano. Vengono creati veri e propri habitat per attirare uccelli e insetti così da supportare il controllo naturale dei parassiti. Le specie invasive vengono sdradicate. Le piante autoctone vengono curate per proteggere acqua e suolo.

Come se non bastasse alcuni viticoltori, come Cono Sur riferisce la giornalista, sono stati riconosciuti a livello internazionale come leader delal sostenibilità perché hanno usato le oche per controllare i coleotteri mangiauva. Altri usano i polli per mangiare i parassiti della vite. I cani fanno la loro parte gestendo le pecore che pascolano tranquillamente nei vigneti e scoraggiano i predatori. C’è poi il caso, scopriamo, di Odfjell Vineyard che si è affidata alle api e l’apicoltura per mantenere l’equilibrio naturale (scelta quanto mai importante), e ai cavalli che aiutano a prevenire il compattamento del suolo. A sentirlo così ci sembra un paradiso…dobbiamo ammetterlo!

 

Se il vigneto è un ecosistema che funziona a beneficiarne è anche il clima: in Cile la lotta al cambiamento climatico è una cosa serissima

Come accennato tutto questo oltre a far bene ai luoghi e alle persone fa bene al clima. Come parte del Codice di sostenibilità del Cile, quindi, i coltivatori seguono un quadro di pratiche che prevedono gestione e preservazione delle risorse naturali. In cantina si lavora all’insegna dell’efficenza energetica e del riciclo. Nella comunità, visto che il settore dà molto lavoro, si seguono precise regole etiche.

“Affrontando la vinificazione in questo modo – conclude l’articolo di VinePair –, riconoscendo i legami tra territorio e persone, comprendendo quanto sia profondamente connesso il benessere di un sistema con un altro, impegnandosi a bilanciare un complesso ecosistema vitivinicolo, il Cile si è imposto non solo come campione di biodiversità, ma anche come produttore di vini sostenibili di livello mondiale”.

Ci permettiamo di aggiungere che con una pandemia che ci attanaglia, una presa di coscienza come questa è impellente ovunque. E forse un altro mondo è davvero possibile. Speriamo di brinarci presto e, non ce ne voglia il Cile, con un vino italiano simbolo di ecosostenibilità!