Appuntamento il 10 novembre in 12 aziende dove l'arte strutturale incontra la bellezza dei luoghi e la magia del gusto. E' Architetti in cantina!

Il design in cantina, anzi della cantina, è diventato un elemento imprescindibile in un mondo che, agli occhi degli enoappassionati, non è più semplicemente racchiuso in una bottiglia, ma di cui ogni singola bottiglia deve essere l’espressione dei valori estrinsechi di un territorio e, di conseguenza, del brand che è chiamato a rappresentarlo.

Il binomio arte e vino, lo abbiamo detto tante volte, è un binomio vincente. Lo è in molteplici forme. Dagli eventi artistici ospitati tra botti e filari, all’architettura stessa. Se l’estero ha le sue eccellenze, pensiamo ad esempio alla splendida “Barca” di Starck a Bordeaux, l’Italia non è da meno. E all’avanguardia, in questo senso, è la Toscana dove probabilmente si concentra il maggior numero di cantine d’autore del Paese.

Ecco che allora, cari winelovers, quella del 10 novembre si prospetta come una giornata unica per il piacere degli occhi, del palato e delle emozioni. Toscana Wine Architecture organizza infatti un wine tour davvero eccezionale: 12 cantine d’autore da scoprire alla vista e nei calici con “Architetto in cantina”.

 

Design in cantina: una giornata alla scoperta del legame del vino con l’uomo e il territorio

Ph: Caiarossa – Foto Wine Architecture

Un evento unico in Italia quello organizzato da Toscana Wine Tour per il 10 novembre. Realizzato con il supporto della Fondazione Architetti Firenze, “rappresenta una bella occasione per mostrare ai visitatori come la forma e il contenuto si fondano in un legame profondo”, spiegano gli organizzatori. L’intento è quello di valorizzare vino, design e turismo attraverso un evento collettivo, diffuso sul territorio, che ribadisce l’unione d’intenti e risorse all’insegna della grande qualità dei vini e dei luoghi in cui vengono prodotti.

Dodici le cantine protagoniste di “Architetto in cantina”. Tutte toscane ovviamente ed ognuna pronta ad ospitare gli enoappassionati in modo differente. Ci sarà chi proporrà video, chi degustazioni di annate particolare, chi per l’occasione stapperà bottiglie di edizioni limitate, chi terrà conferenze o presenterà al pubblico oggetti di design gelosamente custoditi in azienda. Tutti, però, hanno un obiettivo: condurre il visitatore in un percorso tra i luoghi di produzione raccontandoli anche le scelte architettoniche fatte per valorizzarlo.

 

Design in cantina: un viaggio formativo a misura di enoappassionato

Ph: dettaglio cantina Le Mortelle – Foto Wine Architecture

L’evento è anche formativo ovviamente. Per gli architetti che parteciperanno ci saranno crediti formativi. Per gli enoappassionati un viaggio tutto da godere. L’intento, per chi è del mestiere, è di far capire a chi magari un domani si approccerà a questa nuova realtà, che dietro ogni scelta fatta per far sì che una cantina si possa definire “d’autore” vi è non soltanto un’attenzione estetica e il senso del bello, ma che ogni scelta si lega indissolubilmente al rispetto dell’ambiente e dell’uomo che in quelle vigne lavora.

“Il percorso che porta dal grappolo alla bottiglia è costellato di tanti piccoli passi – spiega in una nota l’organizzazione -. Scelte che poi si ritrovano tutte nel bicchiere, perché il vino non è frutto solo della terra e sella sapienza dell’uomo, ma anche della cultura che lo ha prodotto”.

Il vino, insomma, è anche una questione di filosofia e il monito lanciato qualche giorno fa dall’amministratore delegato di Ornellaia Giovanni Geddes De Filicaja con cui invitava gli imprenditori del vino a mandare i figli a studiare filosofia piuttosto che agraria, acquista ancor più senso. Anche chi il vino lo fa deve saper raccontare il suo territorio al di là di ciò che è visibile. Solo così potrà realizzare una cantina capace di esserne la sintesi architettonica.

 

Design in cantina: quando l’architettura è efficientamento e simbologia

Ph: Tenuta Frassinello – Foto Wine Architecture

Ogni cantina, insomma, ha una storia diversa da raccontare. E gli architetti devono riuscire a leggerle singolarmente per cercarne le peculiarità e i tratti comuni che facciano sì che ogni cantina, per quanto diversa, sia espressione dell’intero territorio in cui nasce. C’è poi la tecnologia, l’uso dei materiali e tutto quanto possa semplificare e migliorare, in termini di qualità e fatica, il lavoro dei vignaioli. Esempio ne è, lo spiegano quelli di Wine Architecture “la vinificazione “per gravità” che consente di rispettare il vino e ottenere una qualità superiore, ridurre il consumo di energia e al contempo di facilitare il lavoro in cantina”.

“L’uso sapiente della luce, con affacci capaci di illuminarne gli spazi interni, grazie a fonti luminose naturali che coniugano il risparmio con l’arte visiva. Dall’utilizzo dello spazio che combina l’esigenza funzionale, per la produzione e la conservazione del vino, alla capacità di creare scenari unici, dove la bellezza e l’emozione non vanno a scapito della sicurezza e del lavoro”.
Nelle cosiddette “cantine d’autore” si utilizzano materiali naturali, a volte di recupero, che hanno un basso impiego di energia per produrre a meglio e, allo stesso tempo, salvaguardare il territorio.

 

Eccole allora le 12 cantine che parteciperanno all’evento del 10 novembre “Architetto in cantina”:

  • Cantina Antinori
  • Caiarossa
  • Cantina Montalcino
  • Castello di Fonterutoli
  • Il Borro
  • Le Mortelle
  • Petra
  • Podere di Pomaio
  • Rocca di Frassinello
  • Salcheto
  • Tenuta Ammiraglia
  • Tenuta Argentiera

Il programma è consultabile al sito winearchitecture.it

 

Crediti fotografici copertina: Tenuta l’Ammiraglia – Foto Wine Architecture