Nel 50% delle aziende vinicole questa figura non c'è più. Il suo ruolo è cambiato e si deve puntare sulla formazione. Lo stipendio? Tra i 1.200 e i 1.600 euro

Mancano i cantinieri nella Marca. Se sei in cerca di un lavoro e questo potrebbe interessarti allora preparati ad andare a trascorrere i prossimi mesi nell’Opitergino Mottense e non solo. E’ su Treviso Today che troviamo la notizia. Se in spiaggia ci sono imprenditori che lamentano la mancanza di lavoratori stagionali, da queste parti oltre il 50% delle oltre 300 cantine presenti sta cercando un cantiniere. E lo stipendio non è affatto male: va dai 1.200 ai 1.600 euro.

Una cosa però va detta: non è che sia proprio un lavoro per tutti!

Tanti i ruoli dei cantinieri. La figura è cambiata, ma, a quanto pare, non si è stati in grado di seguire il cambiamento. E ora nella Marca trevigiana, è allarme!

A spiegarlo al quotidiano online è il professor Michele Zanardo, presidente del Comitato nazionale Vini Dop e Igp per il ministero delle politiche agricole. Oggi fare il cantiniere non è  più solo travasare il vino o lavorare in vigna e all’imbottigliamento. “Si lavora con le biotecnologie e i macchinari di alta tecnologia, siamo ben lontani dalla figura di qualche decennio fa”. Insomma a mancare, pare, siano proprio le professionalità. Persone formate. Ed è per questo, ha aggiunto Zanardo che si cerca di dare una risposta agli imprenditori con scuole ad hoc per poter fare affidamento su chi, oggettivamente, ne sa.

Negli ultimi anni sono stati gli stranieri a ricoprire il ruolo. In particolare slavi e albanesi. A Treviso Today questo lo ha spiegato Gigi Peruzzetto dell’azienda Casa Roma di San Polo di Piave. “Molti colleghi – ha detto – hanno avuto esperienza positive con questi ragazzi provenienti dall’ex blocco sovietico. Oggi i ragazzi preferiscono lavorare all’aperto nei campi. E’ vero che in cantina si lavora molto specialmente nei mesi di settembre e ottobre, però il cantiniere rappresenta il cuore dell’azienda”.

E che la figura del cantiniere sia centrale lo conferma Umberto Bigai (Tenimenti Bigai) che il vino lo produce (la sua famiglia ovviamente) dal 1587. Un allarme anche per lui. La formazione, dunque, diventa fondamentale. Non è il lavoro per l’estate, è il lavoro del futuro. Un’ottima occasione per i giovani che stanno ancora decidendo che strada intraprendere.