Una bellissima intervista alla Master Sommelier Benedetta Bianchini: un piatto e un vino per ogni regione. Tutto locale, tutto italiano. Il Paese dove "non esiste la cucina italiana", ma dove ogni territorio è un universo da scoprire!

Una guida del “buon appetito” che è un vero e proprio omaggio non solo al gusto, ma anche alla lingua italiana. E’ quello che troviamo su Forbes che per esaltare l’abbinamento cibo-vino rigorosamente italiano, ha intervistato  la Master Sommelier Benedetta Bianchini, cofondatrice con la sorella Valeria, di Local Aromas, una delle scuole di cucina più prestigiose di Roma.

Una donna che, della nostra enogastronomia, come ben sottolinea la prestigiosa rivista, ha una conoscenza “enciclopedica”. Ancor più bello, quindi, trovare oltre ad espressioni italianissime che Forbes non abbia “censurato” le espressioni dialettali con cui, ogni singola regione, è abituata ad indicare le sue prelibatezze.

 

Buon appetito! E leggendo l’articolo di Forbes c’è poco da fare: viene solo voglia di sedersi a tavola… magari con un piatto di spaghetti e un vino perfetto da gustare!

“L’Italia deve essere il paradiso dei buongustai per eccellenza”. Inizia così l’articolo a firma di Joseph V Micallef apparso su Forbes e sì, ci sentiamo orgogliosi di avere la fortuna di vivere in questo paradiso dove, come ben sottolinea il giornalista, siamo abituati a dilettarci in una “cornucopia” di incredibili sapori dove tradizione vinicola e culinaria, si intersecano da sempre in un mix di sapere antico e più avanza innovazione, che ci rendono unici al mondo.

E Forbes parte proprio da un cibo simbolo dell’italianità cui dedica l’intero articolo abbinandolo, regione per regione, con i vini dei singoli territori. Ma come quale? Ovvio, la pasta!!! In Italia, si ricorda, ne esistono ben 350 varietà. Si avete capito benissimo. Forse nessuno di noi le ha mai provate tutte, ma potrebbe essere l’occasione giusta per iniziare dalla A e finire alla Z. Nel frattempo la Bianchini di ferma alla “s” di spaghetti!!!

 

Non esiste il cibo italiano? Paura eh? Non ce n’è bisogno… ogni regione è un tripudio di gusto che parla la lingua della territorialità

La Master Sommelier, leggiamo, utilizza un’espressione meravigliosa per parlare della nostra enogastronomia. “Non esiste il cibo italiano”. Spiazzante non credete? Ma non ha forse ragione quando spiega che “Siamo un mosaico di regioni con centinaia, se non migliaia, di anni di storia”. Regioni nate tra l’altro solo settant’anni fa, ci permettiamo di aggiungere, per un Paese che, unito, lo è diventato meno di due secoli fa e che dunque è caratterizzato da una forte identità territoriale.

Gli spaghetti, dunque, in questo omaggio alla meraviglia enogastronomica italiana, diventano ambasciatori nazionali per la diffusione che hanno in lungo e in largo per tutto lo Stivale. Certo, spiega bene la Bianchini prima di intraprendere questo viaggio del “buon appetito”, la pasta è diversa, almeno se restiamo fuori dall’ambito industriale, da zona a zona.

La diversità del clima diversifica, da sempre, anche il grano. Ecco perché, sottolinea, a sud la pasta è fatta soprattutto di grano duro e acqua. E’ nel sud che, in sostanza, si può dire regni da secoli la pasta secca. A nord troviamo il grano tenero che cresce nelle zone umide. Ed è per questa ragione, vien da sè, che salendo ci imbattiamo in fettuccine, tagliatelle, lasagne, maltagliati, cappelletti, tortellini, ragioli, cannelloni, agnolotti e pastina. Una vera e propria mini lezione cui la Bianchini ne aggiunge un altra: quella sui sughi.

Prima la pasta o prima il sugo?

Al giornalista che le chiede se è la pasta che si è evoluta con i sughi o viceversa risponde: è come chiedere se è nato prima l’uovo o la gallina. D’altra parte, come ben ricorda, il pomodoro sulla scena gastronomica italiana arriva a fine ‘800. E porta anche un aneddoto: il primo sugo al pomodoro è del 1797. Insomma la classica pasta al sugo è quanto mai “moderna”.

E che non si commetta peccato mortale: ogni sugo ha la sua pasta. Sbagliare non è consentito. Nella cucina italiana, sottolinea Bianchini, “niente è casuale e niente è lasciato al caso”.

 

Buon Appetito… regione per regione: con la Bianchini un piatto tipico e un vino locale… e la magia è sia nel piatto che nel calice! Che Guida!!!

Ora veniamo alla domanda che, per quello che è nostro business, ci interessa di più. Esiste un vino regionale perfetto per ogni piatto regionale? Che domande. Ovvio. “Tutto ciò che riguarda il cibo italiano è regionale”, sottolinea la Master sommelier. “Lo stesso vale per i formati di pasta e i sughi. Ogni regione – aggiunge – ha una sua forma particolare che si abbina perfettamente ad un sugo specifico e ai vini del territorio”.

A questo punto ci sentiamo un po’ alchimisti. Messa così ogni piatto sembra una magia… ma forse non lo è? Il viaggio enogastronomico in Italia, aggiunge la Bianchini, è un viaggio nella diversità. Una diversità che “ha avuto un enorme impatto sulla cucina, il vino, la storia, il dialetto, la cultura e le tradizioni di ogni regione”.

E facciamoci questo tour del “buon appetito” con Forbes e la guida perfetta della Master sommelier che in modo meraviglioso riesce a raccontare la bellezza e la bontà della nostra enogastronomia.

 

Piemonte

Partiamo da qui e con li tajarin (sì anche Forbes lo lascia in dialetto), ovvero la pasta al tartufo. Per essere precisi le tagliatelle rigorosamente fatte di solo tuorlo. Gli abbinamenti sono molti se parliamo di sughi, ma come ben si dice, il tartufo bianco qui è un Re. E dunque li Tajarin al tartufo sono il piatto da degustare, un piatto, dice Bianchini, “ricco e decadente”. Per un re un altro re: il Barolo. Il vino fatto di “complessità ed eleganza” capace di esaltare il sapore del tartufo. Ma volendo, aggiunge, si possono scegliere anche vino Nebbiolo di Gattinara o delle Langhe. D’altra parte il Piemonte è un vero e proprio regno dell’enologia.

 

Lombardia

Spostiamoci verso est e fermiamoci in Lombardia dove si mangiano più riso e polenta che pasta. Per la Master Sommelier, però, se c’è un piatto da non perdere sono i Pizzoccheri alla valtellinese. Un tipo di basta frutto di grano saraceno che si serve, di norma, con verdure bollite e formaggio locale. “Goditi questo piatto con un vino locale della Valtellina – consiglia -, un Valtellina Superiore o uno Sforzato fortemente concentrato”. Tutti frutti di sua maestà il Nebbiolo.

 

Liguria

Torniamo verso ovest e andiamo sul mare: in Liguria. Qui il “buon appetito” è nelle Picagge, Croxetti o nelle Trofie. Ovvio che sono da gustare con il Pesto Genovese. Il vino consigliato dalla Bianchini? Un ottimo Vermentino… autoctono!

 

Valle d’Aosta

Un salto più su e voilà siamo nella piccola e incredibile Valle d’Aosta. Qui pasta non ce n’è da tradizione. Ma polenta, gnocchi e grandi stufati parlano la lingua dell’eccellenza. Regione estrema, sottolinea la master sommelier, per vini estremi. Autoctonicità è quanto mai parola d’ordine da queste parti. Ecco che allora, consiglia, per abbinare scegliamo un Petit Rouge, un Fumin o, magari, un Prié Blanc.

 

Emilia-Romagna

Costa che vai eccellenza che trovi. Ci spostiamo sull’Adriatico. Scelta immancabile quella del piatto: tortellini in brodo con formaggio Parmigiano Reggiano. “Dilemma – ironizza la master sommelier -. Vino bianco o rosso”. Beh lei punta sul rosso con quello che per noi è un classico, ma come ben dice al giornalista, una sorpresa per altri: un Lambrusco di Sorbara rosso secco!

 

Friuli Venezia-Giulia

Restiamo su questo lato della costa ma saliamo un po’ più a nord. E rieccolo il dialetto (si, ci piace sempre tanto). Pronti per degustare dei fantastici Cjarsons in Friuli come consiglia la Bianchini? Cosa sono. Ce lo spiega lei. Un tipo di pasta molto simile ai ravioli, ma fatta spesso con farina di patate invece che di frumento. Nel ripieno, aggiunge, possiamo trovare erbe selvatiche, ricotta, uvetta, patate, cacao, cannella e altre spezie. Gusti decisamente particolari tutti da scoprire con, magari, un ottimo Picolit.

 

Trentino Alto-Adige

Restiamo in zona e spostiamoci in Trentino Alto Adige. Dice bene la master sommelier. Questa regione italiana lo è diventata dopo la prima guerra mondiale, “quindi la cucina è una miscela di cucina mitteleuropea, tirolese antica, austriaca e italiana”. Ci verrebbe da dire che qui la multietnicità esiste da parecchio tempo, a tavola sicuramente. Ci vengono quindi consigliati i Casunziei. Dei ravioli ripieni di barbabietola e conditi con semi di papavero e degli ottimi Schlutzkrapfen (ravioli a mezzaluna con spinaci e ricotta). E anche il vino consigliato è rigorosamente territoriale: un rosso e “antico” Lagrein!

 

Veneto

Altra regione simbolo dell’enologia italiana (e quale non lo è), il piatto da non perdere sono i bigoli. Una pasta tradizionale di norma servita con ragù di anatra o di carne, acciughe o sarde salate, spiega Bianchini. Nel primo caso, dunque, da gustare con un rosso Valpolicella Classico. Nel secondo caso è il caso di puntare su un Soave Classico. “Non puoi sbagliare”, chiosa Bianchini.

 

Lazio

Diciamolo, qui c’è proprio l’imbarazzo della scelta. La Master Sommelier una scelta la fa: Tonnarelli Cacio e Pepe. E acquolina in bocca fu!!! “Questo piatto – spiega – è antico ed è considerato uno dei piatti italiani più semplici e soddisfacenti. Scegliere un vino non è facile”. E questa volta si sceglie di sconfinare optando per un Rosso di Montalcino o osando un Gewurztraminer.

 

Marche

Beh, viene giustamente ricordato: è l’unica regione italiana con l’unica pasta all’uovo che ha ottenuto lo status di protezione dell’Unione Europea. Eccoli allora i fantastici Maccheroncini di Campofilone che ci deliziano dal 1.400. Come si servono? Di solito, spiega Bianchini, con una salsa cremosa a base di rigaglie di pollo o con un ricco ragù di carne. Volendo anche con un ragù di frutti di mare. Il vino? Ovviamente un Rosso Piceno Superiore.

 

Toscana

Se parliamo di enologia non possiamo non parlare di Toscana. Piatto scelto? Pappardelle al ragù di cinghiale o di lepre. Come condirle? Con sughi a base di porcini, ma anche in variante vegetariana. Sì, però, anche i ‘pici’ non sono male e anche loro sono consigliati, conditi rigorosamente con aglio e pomodoro. La difficoltà di scegliere il vino qui è un’altra. Ce ne sono così tanti eccellenti che… provaci tu! La master sommelier lo fa e ci abbina un Chianti Classico, un Vino Nobile di Montepulciano o anche un Super Tuscan di Bolgheri.

 

Umbria

Altra regione famosissima per la sua gastronomia… l’Umbria! E altro grande piatto: la pasta alla norcina. Una pasta cortissima da gustare con un ragù di salsiccia, cipolle, vino bianco, panna e una bella dose di pecorino grattugiato, consiglia Bianchini. Con che vino gustarsela? un Sangiovese rosso o un Grechetto.

 

Abruzzo

E’ davvero un’unicità la pasta abruzzese che appare in questa guida del “buon appetito”. Parliamo dei famosissimi maccheroni alla chitarra. Una pasta che si ottiene proprio da uno strumento creato ad hoc per stenderla, ovvero un telaio di legno rettangolare con fili paralleli su cui stendere la sfoglia e, grazie al mattarello, trasformarla in questa sorta di spaghetti caserecci tutti da scoprire. Come si preparano? Rigorosamente con salsa di pomodoro piccante o con pesto abruzzese, suggerisce la Master sommelier, ovvero un ragù fatto di peperoncino, pomodori secchi, olive nere e pecorino. Ci permettiamo di aggiungere con le immancabili “pallottine” di carne per il ragù classico. Vino? Beh, con tanta grazia deliziamoci con un Montepulciano d’Abruzzo.

 

Molise

Esiste eccome il Molise e ne siamo più che orgogliosi. Una regione piccola, ma ricchissima di gusto. Che pasta provare? Cavatelli o fusilli. I primi da servire con broccoli piccanti. I secondi con ragù di agnello. Vino consigliato da Bianchini? Un localissimo ed ottimo Tintilia!

 

Campania

Scendiamo più a sud e andiamo in un’altra grande patria della gastronomia: la Campania. Qui si produce una delle paste più famose al mondo: quella di Gragnano. Tantissime le varietà di pasta secca tra cui scegliere. La Bianchini si butta sugli ziti napoletani. Pomodorino vesuviano, grasso di pancetta, spicchio d’aglio, peperoncino, pecorino grattugiato et voilà… il paradiso, o come dice lei… pur poesia! Vino? Un Piedirosso locale!

 

Puglia

Certo che ovunque ci fermiamo ci viene voglia di metterci a tavola e dire “buon appetito”. Anche in Puglia dove la scelta cade, ovviamente, sulle orecchiette alle cime di rapa. Un gesto di coraggio per il vino chiede la Master Sommelier. Abbinatelo con un rosato locale ottenuto dalle uve Negroamaro.

 

Basilicata

Voglia di lasagne? Siete nel posto giusto. Qui si fanno con acqua e farina di grano duro e spesso, si sottolinea nel pezzo di Forbes, si servono con i legumi. Vino? Inutile dire che ci vuole un ottimo Aglianico. Come dice Bianchini un vino “potente”.

 

Calabria

Pronti a gustare la Fileja? E’ una pasta tipica di queste parti e si fa con farina e acqua. Sono come un tubo cavo, spiega Bianchini. Ovviamente per una pasta così ci vuole un sugo che faccia presa. Tanto speziato e a base di carne. Abbinamento perfetto? Nei calici Gaglioppo rosso o Greco Bianco.

 

Sicilia

Restano le isole e per la Sicilia, decide Bianchini, facile non è. Paradiso di cibo e di vini. Per la pasta un classico: la Norma. Melanzane fritte, pomodori, ricotta salata e basilico! Vini? Imbarazzo della scelta. Ci viene consigliato un Grillo un un blend Grillo/Chardonnay.

 

Sardegna

Infine la magica Sardegna dove trovi “piatti che non troverai da nessun’altra parte”, sottolinea la Master Sommelier che opta per i Malloredus, gli gnocchi sardi. Vanno serviti con un sugo di zafferano, pomodoro e salsiccia o con il ragù di agnelli. Inutile dire che il Cannonau è in lista e con lui Vermentino e Carignano.

 

E ora tutti a tavola…

In conclusione, ora non vi resta che imparare a fare tutte le tipologie di pasta consigliata. Potete usufruire del Fresh Homade Pasta: il corso di cucina online del Local Aromas o mettervi in cucina con mamma e nonna! Comunque vada sarà un successo perché sì, la nostra cucina è un tripudio! I vini? Magari qualcuno da assaggiare potreste trovarlo nella nostra Carta!

Chapeau a Forbes per questo pezzo dedicato all’Italia e a Benedetta Bianchini che ci ha regalato una lettura decisamente condita di… vera poesia!

E ovviamente… BUON APPETITO!