La fotografia Uiv su come è cambiato il nostro rapporto con il vino negli ultimi 15 anni: le donne sono una certezza e i consumatori sono sempre più occasionali e meno abituali

Vino fa rima con aperitivo. Il suo consumo cresce tra i tavolini delle città, mentre a cena si consuma meno. Questo quello che emerge dall’indagine dell’Osservatorio Uiv (Unione italiana vini) elaborati su dati Istati.
Negli ultimi 15 anni, in sostanza, il nostro modo di bere il vino è cambiato e sei consumatori aumentano, a scendere sono le quantità.

Più consumatori, meno quantità e il vino è meglio all’ora dell’aperitivo: ecco com’è cambiato il nostro rapporto con il nettare di Bacco

In 15 anni il numero dei consumatori salutari di vino è aumentato del 35 per cento, emerge dall’indagine Uiv e cioè sono aumentati in un numero pari a 4,4 milioni. Se loro crescono, come detto, il consumo quotidiano è sceso e non poco: il calo è stato del 22 per cento.

Non solo. Se prima ad un calice a tavola, a casa, non si rinunciava oggi se ne può fare a meno. Si preferisce consumare vino all’ora dell’aperitivo e dunque in compagnia. Proprio questo ha avvicinato i giovani al nettare di Bacco e sono loro, come noto, il futuro del settore.

Se complessivamente i consumatori di vino sono 29,4 milioni cioè il 55 per cento della popolazione, il dato sul consumo saltuario ci fornisce anche un dato importante sul consumo moderato dimostrando come consapevolezza ci sia a dispetto delle etichette con gli Alert sanitari.

Il vino all’ora dell’aperitivo è sempre più donna

Tra l’altro, dice ancora l’indagine, aumentano le donne che consumano vini tanto che ormai la parità di genere nel settore è un fatto. Le donne infatti lo scelgono più degli uomini: le consumatrici sono aumentate del 12 per cento a fronte di un calo del 2 per cento degli uomini.

Se l’orario dell’aperitivo è il preferito per il vino lo è anche perché questo è sempre più presente nei cocktail con questi ultimi che possono contare su 22 milioni di consumatori pari ad una crescita del 41 per cento in 15 anni e, ancora una volta, con le donne grandi protagoniste. Loro i cocktail li consumano e come tanto che fuori casa la fetta femminile che li sceglie è aumentata del 79 per cento facendo registrare una crescita importante anche tra le più grandi e cioè tra quelle che hanno un’età tra i 45 e i 54 anni.

Meno consumatori abituali, più consumatori saltuari: i numeri delle regioni

Guardando alle regioni i consumi si concentrano soprattutto in Lombardia (16,7 per cento l’incidenza sul totale Italia), Lazio (9,8 per cento) e Campania con Veneto ed Emilia-Romagna.
Classifica che cambia se si guarda all’incidenza degli user sul totale della popolazione per regione: al primo posto balza Emilia-Romagna (il 62 per cento consuma vino), seguita dalla Valle d’Aosta (61 per cento) e, a pari merito, Veneto, Umbria e Toscana al 60 per cento .

Come detto aumentano i consumatori saltuari e diminuiscono quelli che un calice se lo concedono ogni giorno. In questo senso le regioni che perdono più consumatori abituali sono al sud e si concentrano in Puglia (-33 per cento) e Abruzzo (-28 per cento). Sopra la media nazionale (-19 per cento) anche altre importanti regioni produttrici, come Piemonte e Trentino (-25 per cento) al nord e la Campania (-23 per cento) nel Mezzogiorno.

Cali nella media dei consumatori abituali invece in Veneto, Toscana Emilia-Romagna e Lombardia. Con le Isole dove i consumi scendono del 23 per cento in Sardegna e del 2 per cento in Sicilia. Complessivamente il più basso tasso di user della categoria lo segna il Trentino-Alto Adige (34 per cento dell’intera popolazione).

Guardando invece alla crescita dei consumatori saltuari a stare sopra la media di crescita nazionale che è del 25 per cento, ci sono in particolare in Trentino-Alto Adige, poi Molise, Veneto, Abruzzo e Campania.

In generale, la regione che negli ultimi undici anni ha smarrito più consumatori è la Calabria (-17%), seguita dalla Sardegna (-10%). Per contro, si registrano buone crescite in Trentino-Alto Adige, Veneto, Emilia-Romagna, Campania e Umbria.

L’analisi del presiente Uiv Frescobaldi

“Si tratta di tendenze che hanno avuto un’accelerazione nel periodo post Covid con il forte ritorno della voglia di socializzare – commenta il presidente dell’Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi -. È vero che è cresciuto il consumo all’aperitivo ma è una tendenza più complessa, meno facile da classificare. Lo vediamo nei locali che gestiamo direttamente. Le persone arrivano per l’aperitivo e poi continuano con un piatto per la cena”.

“Questa tendenza – aggiunge – ha consentito nel complesso di mantenere intatti i consumi anche perché si distribuisce in maniera moderata lungo la settimana a differenza dei paesi del Nord Europa e anglosassoni nei quali i consumi di alcolici sono concentrati, e con volumi maggiori, nel fine settimana. Forte e crescente il peso femminile dei consumi di vino in Italia – conferma -. Chi ha sete in Italia beve acqua ma chi è curioso e, soprattutto curiosa, sceglie il vino”.

 

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