L'indagine parla chiaro: sì la presenza c'è, ma l'uso dei media non è ben centrato. Il 3% delle piccole cantine un sito non ce l'ha e chi ce l'ha spesso lo usa senza sfruttarne pienamente il potenziale e sul fronte social...non cambia nulla!

Sarà pur vero che il Covid-19 ha obbligato ad un’accelerazione nel cambiamento della filiera enologica spingendo alla rivoluzione digitale, ma dall’indagine Wine Digital qualcuno, la lezione, devono ancora apprenderla.

Wine Digital: che essere online è ormai prioritario lo hanno capito (quasi) tutti, ma sul come bisogna starci c’è ancora tanto da fare. Migliorare si può!

Secondo quanto risulta dall’analisi “Wine Ditigal un potenziale grezzo”, e grezzo è la parola della speranza, firmato dalla web agency Contesti diVini di Christian Forgione, il 3% delle cantine italiane non ha un sito web. Chi ce l’ha nel 50% non ha la versione in una seconda lingua e il 10% non si adatta visivamente ai diversi device. Diciamolo però: che solo il 3% non abbia ancora un portale è un dato “positivo”, vuol dire che il 97% almeno online sa di doverci essere. Bisogna solo farlo…meglio!

Va anche detto, in realtò, che l’indagine riguarda 200 cantine che producono meno di 250mila bottiglie l’anno. Fa un po’ storcere il naso scoprire che a 4 anni dalle norme Ue sul trattamento dei dati, il 40% delle piccole realtà del vino non si è ancora adattato. Cosa che potrebbe tradursi in una sanzione. Quasi la metà non ha adottato il protocollo https ed è forse la cosa peggiore visto che è questo che porta all’ottimizzazione sui motori di ricerca.

Tra gli altri dati negativi il fatto che il 33,5% non gestisce la scheda MyBusiness e nel 20% dei casi i dati tra scheda e sito non corrispondono.

Passiamo ai social. Sì, qui ci sono praticamente tutti, ma sull’uso c’è molto da rivedere. C’è chi li usa poco e chi, non nel modo giusto. Facebook e Instagram sono i social dove la presenza è maggiore e comunque solo il 9% sa usarlo per fare business e cioè come mezzo pubblicitario.

Più presenza ci vorrebbe anche nel rapportarsi ai consumatori. Alle mail si risponde con molto ritardo quando non si risponde affatto. Categoria, quest’ultima, che vale per il 30% delle 200 cantine analizzate. Altri ci hanno messo più di 2 giorni. Un modo per allontanare, non per avvicinare.

Un consiglio? Affidarsi ad esperti del settore. Una cosa che noi di Enolò abbiamo scelto di fare sin da quando la nostra avventura è iniziata.