Tra le prime dieci c'è Antinori, ma l'Italia, nella Top50, dice la sua. Però: quanto Sud America! L'offerta enoturistica 'in grande' cui ispirarsi per migliorarsi

Voglia di viaggiare, voglia di vino: se avete voglia di volare le opzioni sono tantissime, se avete voglia di restare in Italia ci sono tre note realtà italiane che si sono guadagnate un posto nella Top50 della “World’s Best Vineyards 2020”. Scopriamole e, con loro scopriamo la Top10 che premia più di ogni altro, udite udite, il Sud America.

 

World’s Best Vineyards 2020: 18 Paesi, 17 new entry e 500 esperti di viaggio e vino ci dicono quali sono le mete più ‘in’ dell’enoturismo

 

Trovare un’esperienza enoturistica che ci soddisfi non è facile. Oggi più che mai è una grande sfida quella di un settore che, in realtà, rappresenta molto più di una semplice vacanza. Saper fare enoturismo vuol dire promuovere il proprio brand, ma, allo stesso tempo, quello di un intero territorio e quando fatto davvero bene del brand più importante: il Made in Italy.

Quella della World’s Best Vineyards è una classifica decisamente attesa. Una di quelle che è in grado di essere da spunto anche per le cantine più piccole. Perché se è vero che nella Top 50, e nella Top10 in particolare, troviamo cantine stratosferiche, il buon esempio, tradotto nei limiti delle proprie possibilità, rappresenta quel motore che fa muovere, nel complesso un settore.

Nella Top 50, quest’anno, sono entrati ben 18 Paesi e sono 17 le nuove cantine ad essersi guadagnate un posto di prestigio. La prova che, investendo nel modo giusto, sotto ogni punto di vista, può rappresentare una crescita importante. A stilare la classifica sono stati 500 esperti viaggiatori del vino.

Cosa permette di fare il grande ingresso? Regalare un’esperienza complessiva, capace di coniugare bellezza, enogastronomia e proposte per ogni tipo di turista: dallo sport alla cultura. Ognuno sa poi come caratterizzarsi. Certo è che, se si può, visitare almeno alcune di queste cantine sarebbe d’obbligo.

 

Il 9° posto parla italiano: Antinori nell’Olimpo. La sua è una storia di 26 generazioni che sa ben guardare alla contemporaneità

Ci è capitato spesso di parlare delle cosiddette cantine d’autore. E l’Italia, in questo senso, ha molto da dire. Ma in questo giro immaginario intorno al mondo la sua voce la fa sentire con ben tre cantine che riescono a conquistarsi un posto nella classifica. E credeteci, non è così semplice. Il globo è grande, la competizione anche.

Per una delle tre l’accesso è direttamente nella Top10. Chi troviamo? Una cantina il cui nome evoca l’enologia italiana: Antinori. Parliamo di 26 generazioni di produttori. Una storia che inizia nel 1.385 e che racconta l’importanza del legame con il territorio. I suoi vini sono noti nel mondo, ma è grazie all’architetto Marco Casamonti che questa meraviglia si scopre allo sguardo di chi va a visitarla. Una struttura che si immerge (letteralmente nella natura). 

Si tratta infatti di una realtà per lo più sotterranea che si sviluppa su tre livelli ed emerge sulle colline toscane come un vero e proprio dono della terra. Alla bellezza e la storia si unisce dunque l’offerta. Tour personalizzati, cucina raffinata sul tetto dell’azienda e la possibilità di visitare l’Antinori Art Project, la galleria d’arte della famiglia, ha convinto gli esperti: con la sua nona posizione è una delle 10 cantine più belle del mondo.

 

Nella World’s Best Vineyards l’Italia fa tris…

Se Antinori guadagna l’Olimpo, prestigioso è anche il posizionamento di altre due cantine e con piacere troviamo una di quelle di cui ci è capitato di parlare più di una volta: Ceretto. Una delle cantine simbolo delle Langhe è da sempre in prima linea nel coniugare gusto, bellezza e arte e a provarlo ci sono il Cubo di Bricco Rocche, la Cappella del barolo e L’Acino, una sorta di bolla trasparente dove fermarsi per una meravigliosa degustazione sui vigneti.

Non ha di certo presentazioni un’altra grande eccellenza italiana: quella di Gaja. La sua cantina rappresenta nel mondo il Barbaresco. E nonostante abbia aperto le sue porte alle visite da poco tempo, è riuscita a farsi apprezzare in poco tempo. Una curiosità: tutto il ricavato di questa attività l’azienda lo da in beneficienza. Le due cantine si sono pizzate rispettivamente al 21esime e il 31esimo posto della classifica.

 

10° posto: voliamo in Cile a goderci una natura mozzafiato!

Ph: pagina Fb cantina Vik

Dietro Antinori, al decimo posto della Top 10 della World’s Best Vineyards troviamo la prima delle quattro cantine sudamericane che si sono guadagnate un posto nell’Olimpo: si tratta della cantina Vik, in Cile. Due spa, la cantina, l’arte e una tenuta di 4.450 ettari tra viti, boschi e sentieri che conquistano. Dallo yoga al trekking qui si può davvero fare di tutto. Anche degustare i suoi ottimi vini. Una scoperta!

 

8° posto: quel ‘Porto’ sicuro dalla visuale mozzafiato

Risaliamo la classifica e torniamo in Europa. Se siete alla ricerca di un “Porto” sicuro allora Quinta do Crasto è il posto che fa per voi. Situata tra Régua e Pinhao, la cantina sorge nella valle del Douro in Portogallo. Luogo, anche questo, di cui ci è più volte capitato di parlarvi. Una vista magica. Perfetta per chi vuole immergersi in un mondo naturale al limite del fantasy. Quinta do Castro sovrasta infatti un fiume: è 600 metri più in alto e le sue vigne scivolano sulla collina come in una spirale da cui viene voglia di essere inghiottiti.

Gite in barca, degustazioni e visite guidate la cantina progettata di Eduardo Souto de Moura è una certezza: nel 2011 si è anche aggiudicata il Premi Pritzker.

 

7° posto: la Francia la sua la dice con un grande classico

Ph: pagina Fb Haut Lafitte
 
Restiamo nella vecchia cara Europa e spostiamoci in una cantina, in Francia, il cui nome evoca già uno dei vini più amati e pregiati al mondo. Al settimo posto, infatti, troviamo la tenuta di Graves Smith Haut Lafitte. Hotel di lusso, spa con vinoterapia, e otto ettari di foresta trasformati in una perenne mostra d’arte en plein air. Ciliegina sulla torta: il ristorante due stelle Michelin La Grand Vigne. Roba di classe!
 
 

6° posto: ancora Europa nella World’s Best Vineyards. In Spagna con eccentricità

Ph: pagina Fb Riscal Hotel
Ancora vecchio continente alla sesta posizione. Ci spostiamo in Spagna per una cantina ideale per chi ama la modernità al limite dell’eccentricità. Parliamo del Frank Gehry’s Marqués de Riscal Hotel. Struttura decisamente futuristica con un tetto in titanio che si snoda come un nastro, al suo interno ha 43 camere, una spa, un centro congressi, offre la vinoterpia e fa parte della cosiddetta City of Wine.
 
Peculiarità: la Bottellerìa Històrica, una cantina dove sono custodite ben 8 milioni di bottiglie di vino. Tra queste anche quella della prima vendemmia targata anno 1862. Non manca ovviamente il ristorante, una stella Michelin, con in cucina lo chef Francis Paniego.
 
 

5° posto: voliamo negli Usa per gustarci un buon vino e ammirare un Picasso

Ph: pagina Fb Roberto Mondavi Winery
 
Per la quinta posizione dobbiamo volare negli Usa e atterrare sulla Roberto Mondavi Winery, fondata da quello che in America è considerato uno dei grandi dell’enologia. Anche qui a farla da padrone è l’arte. Nella collezione dell’azienda, ora di proprietà della Constellation Brands, anche Beniamino Bufano e Pablo Picasso.
 
Non mancano ovviamente degustazioni, visite guidate e…festival musicali! Una tappa da giovani!
 

4° posto: il viaggio di ritorno in Cile è frutto di gusto e meditazione

Se abbiamo scelto il Cile allora restiamoci perché la quarta posizione è di nuovo qui. Nella World’s Best Vineyards, infatti, c’è anche la Cantina Montes, nella valle del Colchagua. Una cantina “nuova” costruita solo nel 2004 seguendo i principi del feng shui.

Sì, se siete tipi meditativi questa è la vostra meta. Guidata da Aurelio Montes Sr, presidente del Wines of Chile, intorno alla tenuta ci sono 400 ettari di foreste. Un silenzio magico.

La chicca il suo ristorante: il Fuegos de Apalta che affaccia direttamente sulle vigne.

 

3° posto: il vecchio continente c’è…e si trova incastonato tra le bellezze d’Austria

L’Europa sul podio c’è e se per molti può sembrare una sorpresa a guadagnarsi la prestigiosa posizione è una cantina austriaca: la Domane Wachau.

Cari amanti delle bellezze classiche prenotate. La vostra vacanza enoturistica qui troverà le sue risposte. La splendida tenuta, infatti, ospita anche il palazzo del piacere barocco  Kellerschlossel. E il luogo in cui sorge l’azienda è un sito patrimonio mondiale dell’Unesco.

I tour qui sono d’obbligo. Anche per visitare le cantine ‘vecchie’ di 300 anni. Non preoccupatevi, l’enologo verrà con voi e tra una tappa e l’altra…un brindisi è d’obbligo!

 

2° posto: in Uruguay la cantina dove fare praticamente…tutto

Ph: pagina Fb Bodega Garzon

Siamo partito dal Sud America finiamo in Sud America. Sono qui, infatti, le due aziende Best Worlds’ Vineyards 2020. Al secondo posto c’è la Bodega Garzon, in Uruguay. Siamo a Maldonado, non tanto lontano dalla costa. Questa struttura è costata ben 85 milinoi di dollari.

Cosa include? Hotel di lusso, un club per soci, e una cantina supervisionata dall’ex enologo Antinori Alberto Antonini (eh sì, un po’ di Italia c’è eccome) e un ristorante da 120 posti. Sentieri, passeggiate a cavallo, picnic, gite in mongolfiera, campo da golf, cene private e così via. 

Qui l’offerta è a dir poco…pazzesca!!!

 

1° posto: nella World’s Best Vineyards è inespugnabile…ancora una volta c’è l’Argentino Zuccardi

E’ il posto in classifica da insidiare, ma non è affatto facile. Per il secondo anno consecutivo, infatti, in vetta all’Olimpo c’è lo Zuccardi argentino, nella Valle Uco. Siamo a 1.100 metri sul mare nella sottoregione del Paraje Altamira e a supervisionare la cantina c’è l’enologo di terza generazione Sebastian Zuccardi.

Ed è a lui che si deve questa svolta. I lavori sono iniziati nel 2013 e sono durati ben tre anni. Rocce, sabbia e acqua sono diventati il cemento di questa cantina e dei serbatoi utilizzati per produrre il vino.

Quattro tipologie di visite guidata, dalla cantina a cupola alla sala della anfore, e una spettacolare gita al ristorante Piedra Infinita Cocina, che vi offrirà un pranzo stagionale di quattro portate, è la giusta conclusione.