Uno studio di Wine Paris rileva che per conoscere le tendenze del vino, quando si parla di consumi, bisogna guardare a quel che accade in città: nelle grandi città. L'Italia ha ben due "influencer", ma a far da padrone, sotto ogni aspetto, è la romantica Parigi

Per capire dove va il vino bisogna guardare alle grandi città. Con Wine Paris alle porte l’evento ha promosso uno studio sul consumo e la distribuzione del vino nei grandi agglomerati urbani a livello mondiale. Ricerca svolta con la collaborazione del JFL Conseil/XJ Conseil, analyses et décisions”.

Le tendenze, insomma, arrivano dalle metropoli con proprio Parigi a fare da capofila, seguita dalla Ruhr, Buenos Aires, Milano e Londra. Motivo in più per dare ascolto alle nuove tendenze anche sulle Carte dei Vini arrivate proprio dalla Gran Bretagna. Tra le città italiane più influenti, dice la ricerca di Wine Paris c’è anche Roma che si è piazzata all’ottavo posto di questa particolare classifica.

 

 

Wine Paris: il vino va lì dove si concentrano i consumi ed è da lì che si deve partire per comprendere le tendenze che verranno

 

E’ in città, dunque, che mercato e consumi fanno numeri e delineano le linee guida per il vino, il suo mercato interno e l’export. Secondo quanto rilevato da Wine Paris, infatti, il 54,9% della popolazione mondiale vive in città. Percentuale che cresce nei principali Paesi per consumo pro capite di vino: l’83% degli inglesi, l’82 % degli americani, l’80 % dei francesi, l’80% degli spagnoli e il 77 % dei tedeschi vivono, comprano e degustano il loro vino in città. Con un consumo di vino equivalente a 5,3 milioni di ettolitri nel 2017, equivalente a 709 milioni di bottiglie, Parigi precede la Ruhr (Essen, Dortmund, Duisbourg) il cui consumo lo stesso anno è stato di 4 milioni di ettolitri. Sul podio, al terzo posto, si piazza come anticipato Buenos Aires (3,6 milioni di ettolitri). Medaglia di legno (si fa per dire) all’italiana Milano (3,3 milioni di ettolitri) seguita dalla multietnica Londra (2,95 milioni). Dopo di loro New York (2,8 milioni), Los Angeles (2,2), Roma (1,7), Berlino (1,95) e Tokyo (1,2), unica città asiatica di questo ranking.

 

Wine Paris: a fare la differenza, nel vino, sono la distribuzione e gli opinion leader. L’Italia può fare la differenza

 

La distribuzione fa ovviamente la differenza in on e off-trade. Lo testimonia il fatto che proprio New York, Parigi e Londra sono in questo senso quelle più avanti rispetto alle altre città. Sono infatti 38.900 le distribuzioni on e off-trade a New York, 23.750 a Parigi, 17.500 a Londra, mentre solo 13.350 nella ricca Ruhr Tedesca. Se rapportato alla popolazione, questo dato fa di Parigi l’area di distribuzione più densa al mondo.

C’è poi la questione opinion leader. Parliamo delle voci, dei volti e dei luoghi dove il vino viene consumato. Ed è sempre la Capitale francese a detenere il primato con 20 000 hotel e ristoranti, wine bar, caffé, 1.100 enoteche, 1.990 grossisiti, 142 chef stellati della Guida Michelin. Parigi offre ai consumatori francesi, così come ai milioni di turisti e uomini d’affari internazionali che accoglie (33,8 milioni nel 2017), una vetrina eccezionale per i grandi vini, con una diversità non indifferente di territori e produzioni.

Insomma sono le grandi città a definire le tendenze e le mode dei consumi quando si parla di vino. Ed è ancor più interessante per l’Italia se si considera che sono due le città italiane in classifica. Siamo chiamati a seguire i mercati, ma per farlo, è ora di iniziare a guardare anche a quelle di casa nostra perché potremmo essere noi a dettare le modalità in cui affrontare le nuove sfide dei mercati che evolvono continuamente e hanno bisogno di risposte veloci ed efficaci.

A leggere ciò che riporta Wine Paris, per sfruttare appieno le opportunità di una tendenza dove la distribuzione è principalmente interessata a stabilire rapportiti con i dealers, piuttosto che con la GDO, la platform economy di Enolò si rivela uno strumento strategico e innovativo a cui possono accedere tutti i produttori in maniera semplice ed economica.

(Fonte Askanews)