Il settore è in continua crescita dice l'Iwsr, ma tutelarlo resta prioritario. In Italia a rappresentarlo è soprattutto VinNatur che quest'anno, il mondo del vino bio, lo porta a Genova tra scambi culturali e scelte esistenziali

Il vino naturale non conosce crisi, anzi, entro il 2023 Italia, Francia e Spagna arriveranno a produrre due miliardi di bottiglie. Dal 2013 ad oggi il settore ha raddoppiato i consumi e la produzione si adegua. A fare il bilancio e fare previsioni attendibili sulla base di quella che è oggi la realtà del vino naturale, è l’Iwsr (International wine and Spirits Research).

Il dato da cui partire è quello del 2018. Il settore ha registrato un fatturato di 3,3 miliardi di euro su un totale di 165,8 miliardi di euro registrato da tutto il “mondo vino”. E in Italia c’è chi questa tendenza l’ha capita prima di ogni altro e ne ha fatto una vera filosofia di pensiero e di azione: VinNatur che si prepara a incoronare Genova come “regno” del vino naturale del 2020.

 

Vino Naturale: cresce la produzione e si ampliano i vigneti. Una scelta vincente che conquista il mondo

Ripartiamo dai dati per capire il peso crescente che il vino bio ha nel mondo enologico. Secondo le stime fatte dall’Iwsr su 5 Paesi chiave, ovvero Francia, italia, Spagna, Germania e Usa si pensa che arriveranno a produrre 316,2 milioni di bottiglie con un aumento del 48% rispetto al 2018. Bottiglie che saranno soprattutto espressione di bianchi (177,5 milioni di bottiglie pari al 35% in più rispetto al 2018), seguite dai rosè (72,8 milioni di bottiglie con un aumento del 60%) e le bollicine che con i suoi 69,5 milioni di bottiglie prodotte farà registrare una crescita sul 2018 pari al 48%.

Queste le stime, ma le prospettive sono ancor più rosse se si tiene presente è la crescente domanda di conversione dei vigneti alla vocazione bio. In prospettiva in Italia dovrebbe arrivare a produrre dunque 924 milioni di bottiglie, la Francia 613 milioni, la Spagna 599 milioni. Insieme, dunque circa due milioni di bottiglie. Dato estrapolato dall’attuale situazione dei vigneti con la Spagna che, si stima, nel 2023 dovrebbe arrivare ad avere 160 mila ettari convertiti al bio con una crescita rispetto alla situazione attuale del 78%. Di poco distante la Francia dove con il 76% in più gli ettari biologici saranno 115 mila. Infine l’Italia dove la crescita è minore, ma comunque in crescita. Nel nostro Paese si stima che gli ettari vitati biologici saranno 96.320 nel 2023 con un aumento pari al 29% rispetto ad oggi.

 

Vino naturale: la Francia pronta a diventare primo consumatore al mondo, ma se si parla di export la lingua che si parla è quella italiana

Particolarmente interessante, se si vuole aprire una riflessione sui mercati, è il dato stimato sui consumi e le esportazioni. Tra un anno la Francia, è un fatto, diventerà il primo consumatore mondiale di vini biologici superando la Germania. Un trend che secondo l’Iwsr rimarrà tale fino al 2023 con, è questa la previsione, un consumo complessivo di 195,4 milioni di bottiglie pari al 71% di crescita rispetto al 2018. La Germania resterà comunque sul podio con le 170 milioni di bottiglie che si stima saranno consumate e un aumento pari al 25%.

Meno bottiglie, ma maggiore crescita nei consumi negli Stati Uniti dove di bottiglie di vino bio se ne berranno 95 milioni (61%). Anche l’Italia crescerà con un aumento del 26% dei consumi e 61,1 milioni di bottiglie da stappare. Ma l’aumento più consistente si dovrebbe registrare in Spagna dove le 37,8 milioni di bottiglie che saranno consumate rappresenteranno un aumento della scelta bio pari al 125%.

Dati particolarmente interessanti per il Bel Paese dato che, a quanto pare, saremo proprio noi i maggiori esportatori di vino bio. E il dato è quanto mai credibile se si considera il divario registrato tra consumi interni ed export registrato nel 2018. La scelta biologica, in casa, è stata fatta nell’11,8% dei casi e sembra stranamente destinata a calare al 9,3% entro il 2023. Ma se si guarda all’export in quello stesso anno, la quota export toccherà il 90,7%.

 

Vino Naturale: la best practice italiana si chiama VinNatur. La dimensione è extranazionale, ma è in casa che produce 5 milioni di bottiglie

Siete degli appassionati di vino naturale, è la scelta che avete fatto o siete dei curiosi che di questa realtà vogliono saperne di più e scoprire la qualità dei suoi vini? Gli eventi che ogni anno in Itaia promuovono la produzione biologica del vino sono tanti. Tra quelli che non si possono perdere per chi ha voglia di scoprire questo universo, certamente ci sono quelli di VinNatur. L’associazione nata dall’utopia di colui che si definisce un “vignaiolo di campagna”, Angiolino Maule, e che è stata capace di superare la dimensione onirica, traducendosi in una realtà concreta: fare della sostenibilità una scelta ideale prima ancora che pratica.

E’ nel 2017 che VinNatur, dopo 10 anni dalla sua nascita, è riuscita finalmente ad ottenere il suo disciplinare. Un disciplinare che regola in modo deciso e chiaro cosa vuol dire farne parte. Se è ovvio il divieto degli usi dei pesticidi, la garanzia che lo si faccia viene dall’obbligo di risultare “puliti” da ogni elemento chimico per tre anni consecutivi con analisi specifiche che, se positive, determinano la cancellazione dall’associazione.

Farne parte, dunque, vuol dire crederci, ecco perché i suoi eventi sono sicuramente una della massima espressione del significato profondo di produzione naturale. Sono lontani i tempi in cui un vignaiolo pioniere ha radunato attorno a sè una cinquantina di produttori. Oggi sono oltre 195 gli iscritti a VinNatur e vengono da oltre 70 Paesi europei. Occupano 1800 ettari di vigna e producono, da soli, 6 milioni e mezzo di bottiglie di vino naturale, di cui cerca 5 proprio in Italia.

 

A febbraio, Genova ospiterà l’Europa del vino naturale…

Sarà Genova, nel 2020, il “regno” di VinNatur. E’ qui, infatti, che si si ritroverà domenica 23 e lunedì 24 febbraio, il mondo del vino naturale. L’appuntamento è ai Magazzini del Cotone del Porto Antico e ad “attraccare” nella storica città saranno ben 105 produttori provenienti da Spagna, Francia e Slovenia. E sarà proprio il salone di VinNatur ad aprire, quest’anno, la Genova Wine Week che si concluderà con il Genova Wine Festival del 29 febbraio a Palazzo Ducale.

Un evento sinergico. L’incontro di due mondi in una città simbolo della commistione culturale e degli scambi economici. Non si poteva scegliere location migliore. Eventi, convegni e cene con i produttori nei locali della città animeranno la due giorni con vino natuale e vino ligure pronti a dialogare.

Una manifestazione importante per un settore in crescita che sarà anche l’occasione per conoscere l’eccellenza bio dei cugini spagnoli. Importante, infatti, la collaborazione di VinNatur con la Vella Terra di Barcellona, la prima fiera spagnola indipendente e internazionale dedicata ai vini naturali che ha da subito aperto alle altre realtà europee, a cominciare da quella italiana. Da lì arriveranno, aGenova, undici produttori originari della Catalunya, Paìs Vasco, Galicia e Castilla la Mancha. Un brand internazionale, quello del vino naturale, che guarda dunque al terroir e il rispetto per l’ambiente e che vale sempre la pena di approfondire.