Le aziende iniziano a comprenderne il valore, ma c'è ancora molto da fare e sull'e-commerce i problemi persistono. Eppure per le medie e piccole aziende le possibilità esistono e una è proprio quella di Enolò

Un calice, un sorriso, gli amici, qualche filtro e un sacco di hashtag: per il vino Instagram è il re! Il social network nel settore non conosce crisi, anzi continua a crescere esponenzialmente e le aziende inizano (faticosamente) a capire che sì, il marketing passa anche da lì!

 

Per il vino Instagram è il re: in un anno i suoi follower sono aumentati del 71%

Rispetto al 2019 il social tra foto, post e stories ha aumentato i suoi follower di ben il 71% rispetto all’anno scorso, e l’anno non è ancora finito! L’incremento c’è stato anche tra le aziende, ma se andiamo a fare un paragone, il gap c’è ancora e anche troppo. Sono 17 su 25 quelle che oggi possiedono un profilo Instagram contro le 15 del 2018 e le 6 del 2014. La consapevolezza, insomma, cresce, ma non basta la consapevolezza, ci vogliono anche impegno e dedizione.

A incoronare nuovamente Instagram come il social più “di-vino” è stata la Omnicom Pr Group Italia, società di consulenza strategica in comunicazione che ha analizzato la presenza e le attività online delle prime 25 aziende vinicole italiane per fatturate secondo l’indagine Mediobanca 2019, confrontando i risultati con i trend del 2014.

 

Se per il vino Instagram è il re, Facebook si “storicizza”. C’è una cosa che tutti hanno imparato: parlare di sostenibilità!

Se Instagram cresce Facebook resiste. Sono sempre 21 su 25 le aziende che hanno un account ufficiale, ma la gestione migliora. L’aggiornamento settimanale delle cantine era del 72% nel 2018 e ha toccato quest’anno l’84%.

Male YouTube e Twitter. Non invertono il trend degli ultimi anni e risultato poco presidiati e aggiornati: il primo viene utilizzato solo come un “archivio”, il secondo per comunicare sporadicamente news sull’azienda.

C’è però un parola chiave che molti hanno finalmente capito di dover utilizzare: autoctonicità. I vitigni autoctoni nel 2014 erano citati solo nel 19% dei casi. Nel 2019 lo sono nel 64%. Aumentano anche i percorsi di degustazioni, occasione perfette per postare e taggarsi. Tredici cantine su 25 fanno riferimento a questi e rappresentano oggi il 52% dei casi a fronte del 40% del 2018 e solo il 15% nel 2015. Da migliorare il “food pairing”, cioè l’abbinamento vino-cibo su cui puntano 10 aziende su 25 per raccontarsi sui social. Su tutto c’è la sostenibilità: il 100% delle aziende ne parla.

 

Se per il vino Instagram è il re dei “social”, nell’e-commerce le cose non vanno benissimo. Eppure le professionalità esistono

E ora parliamo di e-commerce. Non siamo sicuri di poterlo chiamare balzo in avanti, ma un lieve miglioramento c’è. Ad averne uno di proprietà sono 6 aziende su 25. Nel 2018 erano soltanto 3 con i siti che iniziano ad avere anche la versione inglese. Il dato non ci sembra confortante in realtà. Stiamo parlando delle aziende top del Bel Paese che, d’altra parte, hanno già mercati amplissimi. Ma se spostiamo lo sguardo sulle medio-piccole, quelle che costellano letteralmente lo Stivale, allora qualcosa non va. E se le difficoltà sono nel B2C figuriamoci quanto complesso è il processo nel B2B.

 

L’importanza di affidarsi a chi può far crescere il nostro business. L’AperitivOperativo per scoprire Enolò

Le ragioni le sappiamo bene. Gli investimenti nel settore possono essere ingenti e, in più, servono tempo e professionalità per far sì che le cose funzionino. Come fare? Affidandosi a chi ne sa di più. E’ proprio in quest’ottica che Enolò è nata. Non un semplice e-commerce, e neanche un portale di semplice condivisione social, ma un vero e proprio marketplace dove a fare la differenza è l’integrazione degli strumenti innovativi che mette a disposizione delle cantine e che proprio in queste settimane sta raccontando con il suo AperitivOperativo che sta girando il Paese. Dalla gestione delle attività di cantina, fino alla promozione social, passando per la logistica e la gestione delle proprie bottiglie in diretto contatto con i rivenditori. Insomma: con Enolò non esiste più un tramite, ma il processo di vendita è diretto e le possibilità di ampliare la propria presenza nei mercati maggiore. Il tutto con un importante abbattimento dei costi, e tutte le garanzie necessarie per potersi affidare alla professionalità di chi l’ha creata.

Se avete voglia di saperne di più l’AperitivOperativo potrebbe essere l’occasione perfetta.