Era il 1973: il principe Carlo d'Inghilterra fa trasformare la sua Aston Martin in una macchina "al vino". Sarà questo a salvare il mondo?

Le confessioni di un principe ambientalista. Carlo d’Inghilterra è da sempre impegnato nella salvaguardia del pianeta. Se non lo sapevate beh ora lo sapete. Il principe di Galles si è di recente confessato raccontando alcune delle scelte che, sin da giovane, ha fatto per tutelalo.

Un vero e proprio pioniere. In una società, quella contemporanea, in cui il Diesel è arrivato a costare quanto un litro di vino, c’era già chi nel 1973 aveva scelto di guidare una macchina che andasse a vino! Sì, avete capito benissimo. E, ovviamente, non parliamo di una macchina qualunque, ma di un mito che ha consacrato un altro mito (007): l’Aston Martin. Non solo. Charles, giovanissimo, ha convinto anche la madre a fare una scelta ambientalista. Vi raccontiamo anche quella.

 

Vino come carburante: la scelta del principe Charles che ha fatto ‘impazzire’ gli ingegneri dell’Aston Martin

 

 

E’ stato proprio sui mezzi di trasporto ecologici che il principe ha deciso di confessarsi senza nascondere che, all’epoca, le sue scelte lo hanno fatto apparire pazzo e, soprattutto, hanno creato non pochi problemi agli ingegneri. A soli 21 anni, infatti, nel garage del Royal Palace, Charles ha parcheggiato la sua Aston Martin, ma prima di portarla a casa ha chiesto che si trovasse un carburante alternativo alla benzina.

“Hanno scoperto che potevano farcela con il surplus di vino bianco inglese” che, mischiato al siero del latte a quanto pare ha soddisfatto le esigenze del principe. “Gli ingegneri dell’Aston Martin – ha raccontato – mi hanno detto: rovinerà tutto! Beh, ho risposto, allora non la guiderò. Così hanno continuato e alla fine hanno dovuto ammettere che è più potente con quel carburante che non con la benzina”. Fantascienza? Affatto. Anche perché, assicura il principe, oltre a far bene all’ambiente fa bene anche alla salute perché il profumo è delizioso.

 

Il Royal Train? Va ad olio da cucina…usato!

Non contento il principe di Galles ha convinto anche la Queen a fare una scelta alternativa. O meglio l’ha fatta per il suo Royal Train che lui usa, spiega, sette otto volte l’anno. Dimenticate ogni tipo di combustibile fino ad ora utilizzato: il treno della regina si muove con olio da cucina usato.

In effetti, ammette, sembra che questo un po’ il motore lo intasi, ma è innegabile che il principe Carlo abbia un’attenzione particolare verso i combustibili ecologici. Di recente ha acquistato la sua prima auto completamente elettrica e destinata a tutta la famiglia reale. Tranquilli, anche in questo caso parliamo di un mito delle quattroruote: una Jaguar.

“Bisogna capire l’importanza vitale di tutti questi ecosistemi naturali – afferma – sono il nostro sistema di supporto vitale. Non posso credere che le persone non prestino attenzione alla scienza. Lo accettano per tutto o quasi, ma non per il cambiamento climatico”. E Camilla conferma: “vorrebbe cambiare il mondo”. Un animo decisamente…nobile.

 

Vino come carburante: l’esperimento australiano del signor Kevin Parker

 

 

L’idea del principe Charles, in realtà, ha fatto scuola. Qualche anno fa in un paesino sperduto della Nuova Zelanda, infatti, il signor Kevin Parker, ha inventato a Marlborough la sua pompa di benzina…speciale! Una colonna di distillazione che produce e utilizza etanolo ricavato dai residui della produzione del vino. L’etanolo in surplus frutto della vinificazione, infatti, come Carlo ci insegna, può essere utilizzato come carburante. Non solo: i motori a benzina possono viaggiare anche con il 100% di etanolo, gli altri con una miscela fino al 75%.

Se tanto mi da tanto grazie al signor Parker un domani potremmo buttare le nostre peggiori bottiglie di vino non nel lavandino, ma direttamente nel serbatoio! D’altra parte ricerche universitarie americane sembrano dimostrare che dalla fermentazione di una tonnellata di scarti d’uva si possano ricavare fino a 400 litri di bioetanolo. Se poi ci aggiungiamo che la sua estrazione è molto più semplice di quella dei biocarburi liquidi dalle biomasse vegetali i vantaggi triplicano!

L’esperimento è stato condotto sul Cabernet-Sauvignon e il Sauvignon Blanc (sì, a quanto pare sono i bianchi ad andare forte nei motori). Da ogni tonnellata sono stati ricavati 270 litri di “carburante”. Sarà questa la nuova energia pulita delle nostre automobili? A noi non dispiacerebbe affatto.


La ‘follia’ di Charles del 1973 è oggi una realtà molto più diffusa di quanto si pensi

 

 

Diciamoci la verità. A noi sembra una cosa folle o comunque lontana perché in Italia fatichiamo ancora a vedere le colonnine elettriche per le automobili, ma in realtà quella del bioetanolo è ormai una realtà diffusissima. Ad esempio, il Brasile, ha attuato una conversione quasi totale al bioeteanolo. Viene venduto in miscele che indicano la percentuale presente nel carburante. Quanto più ce n’è, meno si paga. Anche negli Stati Uniti le pompe di benzina sono fornite di bioeteanolo e sempre più case automobilistiche, soprattutto quelle grandi, fanno questa scelta.

Insomma la Aston Martin, in fondo, il principe Charles dovrebbe ringraziarlo. E’ stato un vero e proprio pioniere dell’ambientalismo e i suoi figli, in un intervista, hanno raccontato come abbia loro trasmesso questa coscienza per la salvaguardia del Pianeta. Che dire, un vero e proprio principe!

Ci viene solo un dubbio. Ma non è che, se è vero quello che ha detto il principe e cioè che il profumo che viene dal tubo di scarico è inebriante, ci verrà ritirata la patente per guida in stato di ebrezza?