Sono queste le grandi sfide per i commercianti dei fine wine: a fare il punto il sondaggio annuale di Liv-Ex

Quello dei vini pregiati è un mercato importante e in grande crescita e lo è molto anche in termini di investimenti. Grande è l’attenzione verso questo settore in cui certamente anche l’Italia ha voce in capitolo. Interessante dunque scoprire come i commercianti di questi prodotti d’eccellenza siano preoccupati per i problemi legati alla logistica oltre che dalla recessione dell’economia globale.

Ad evidenziarlo il sondaggio annuale di Liv-ex condotto in 44 Paesi e oltre 625 realtà tra start-up e commercianti storici. Un sondaggio pubblicato da The Drink Business e che ci dice come se la recessione è un fattore strettamente legato alle vicende sociali e politiche degli ultimi anni, dalla pandemia alla guerra, quello della logistica continui ad essere un problema irrisolto.

 

Le grandi sfide sono la logistica e il mercato globale per i commercianti dei vini pregiati: l’ottimismo c’è, ma anche i problemi

Nonostante le problematicità un cauto ottimismo c’è così come i problemi. Dal sondaggio è emerso come per il 54 per cento degli intervistati proprio quello dell’economia globale rimarrà anche quest’anno la sfida di mercato più grande. Dato cui si aggiunge quello del 30 per cento di chi sostiene che una recessione economica globale, unita alle recessioni regionali, un impatto sul mercato dei vini pregiati lo avrà. Un altro 20 per cento, infine, si dice preoccupato per la volatilità delle valute.

Quello della logistica e del supply chain, ovvero della gestione della catena di distribuzione che riguarda diverse attività proprio logistiche delle aziende e che ha il fine di controllare le prestazioni e migliorarne l’efficienza, sono temi a noi di Enolò particolarmente cari perché alla base della nostra attività grazie al marketplace aziendale nato proprio con l’intento di supportare cantine e dealer nel trovare sbocchi sui mercati e nel garantire una catena di approvviggionamento efficiente, senza dimenticare l’innovazione nella catalogazione dei prodotti e il coordinamento strategico dei vari componenti della catena di distribuzione stessa.

Ecco che ancora una volta ci troviamo ad affrontare un tema su cui abbiamo puntato ed investito sin dalla nostra nascita e che si conferma un tema importantissimo laddove la seconda macro-sfida più citata nel sondaggio live-ex è proprio questa: lo sostiene il 16 per cento degli intervistati. Alcuni di questi hanno anche menzionato il timore per le ulteriori pratiche burocratiche dovute alle previste modifiche dei dazi nonché sull’etichettatura soprattutto in riferimento al Regno Unito. Per altri invece tra i problemi c’è quello dell’interruzione in corso delle importazioni cinesi.

Il Piemonte potrebbe avere un 2023 da incorniciare grazie al suo Barolo: ecco quali le regioni che vanno “forte” secondo gli addetti ai lavori

Nonostante lo scenario preoccupante, come detto, un po’ di ottimismo c’è e deriva dal fatto che alcuni grandi brand vedono crescere la loro domanda. Parliamo in particolare di queste regioni: Borgogna, Bordeaux, California, Piemonte (con il nostro Barolo) e Champagne. E l’Italia, ancora una volta c’è.

La Borgona è stata la regione più citata e la più richiesta (41,8 per cento) dagli intervistati. Subito dietro c’è lo champagne citato dal 40 per cento dei partecipanti all’indagine. Regione questa che, si specifica, ha registrato “una sostanziale crescita degli investimenti” guidata dall’elevata domanda delle bottiglie d’annata e dalla diminuzione della fornitura.

Lo Champagne è anche quello che avrebbe registrato più vendite per un aumento complessivo del 9 per cento.

A confermarsi anche la tendenza a spendere di più in media per una buona bottiglia con i commercianti che sottolineano, positivamente, che questo è dovuto alla sempre crescente attenzione verso ciò che si acquista in termini di qualità e non di quantità.

 

Tra i timori c’è quello dell’aumento dei prezzi, ma parlare di quei timori è la chiave per cercare le sfide e trovare le soluzioni

Alla luce della situazione attuale secondo gli addetti ai lavori è possibile che ci sarà una correzione dei prezzi dei vini di Borgogna perché i prezzi attuali a lungo termine non sono sostenibili. Parliamo di aumenti ed è una possibilità che ritiene concreta il 14 per cento degli intervistati. Per quanto riguarda la regione di Bordeaux i pareri sono contrastanti: il 7 per cento prevede una ripresa e una maggiore domanda per la regione, mentre un numero uguale di intervistati, sostiene che non avrà una campagna En Premieur di successo.

Infine il 60 per cento degli intervistati si aspettava che l’indice Liv-ex Fine Wine 100 (i primi 100 vini sul mercato) salisse nel 2023, con alcuni che stimano un aumento di circa il 45 per cento.

Per il Ceo Liv-Ex James Miles la fotografia scattata rappresenta “il miglior barometro possibile del sentimento del mercato”.