A Montelupo Fiorentino il 19 e il 20 gennaio 50 vignaioli di tutto il mondo raccontano le realtà più estreme del mondo. Un messaggio di pace e sviluppo per una realtà che per farsi conoscere in Europa ha scelto il Bel Paese

E’ una bella novità nel panorama delle manifestazioni enologiche quella che parte quest’anno: si chiama “Vini migranti” e parla la lingua del dialogo e della pace.

E’ a Montelupo Fiorentino che il 19 e il 20 gennaio l’evento ospiterà 50 vignaioli di tutto il mondo negli spazi di Facto. L’idea nasce da un gruppo di ristoratori, enotecari, bevitori ed enodissidenti che intendono così raccontare piccole e uniche realtà vitivinicole.

Una piccola grande rivoluzione. Una voce “contro” che passa per quello che possiamo definire uno “scambio di calici” in nome di un futuro diverso fatto di conoscenza e privo di muri.

 

Vini migranti: le storie uniche dei vignaioli dei luoghi più estremi del mondo. Dove si vogliono muri, crescono le viti…

Un vino bianco prodotto da vignaioli palestinesi ed istraeliani a Betlemme, un viticoltore scappato in Libano dalla Siria che coltiva Cabernet in un terreno espropriato agli Hezollah e, magari, un vino ‘sciamanico’ ottenuto da un vigneto di 120 anni che cresce al confine tra Messico e Stati Uniti. Sono solo alcuni di quelli che si potranno assaporare in un evento che si presenta già con un sapore unico.

Ad averlo ideato sono stati Andrea Rubbi di Enoteca L’Ortica di Bologna, Teseo Geri di Spezie Rare e Lorenzo Macinati di Solo Vino Naturale di Roma, supportati anche da Leonardo Romanelli.

Uno scambio di vini e di culture dove non mancheranno i produttori di Champagne, del Cava Ungherese e, ovviamente, i rappresentanti dell’enologia nazionale.

 

Vini migranti: in Italia si presenta Bordless Wine, un progetto unico, “originale e ribelle” che merita di essere diffuso

Ph: sito web progetto Bordless Wine

“L’occasione per dare spazio a piccole ed uniche realtà vitivinicole che si fanno portavoce di un messaggio originale, ribelle e culturale, specie in questo momento storico”. Così gli organizzatori. L’occasione anche per presentare per la prima volta in Europa il progetto Bordless Wine. Un progetto in collaborazione con il giornalista americano Peter Welton e dedicato alle cantine “ai confini del mondo”.

Un progetto che possiamo definire come quello di nuovi esploratori che nei posti più impensabili cercano e promuovono vini eccellenti e sostenibili garantendo così sostegno alle comunità locali.

 

Bordless Wine: il perché di un progetto che è fatto di dialogo, scambio e conoscenza

Un pensiero laterale che ha ben chiari gli aspetti su cui vuole avere influenza. A cominciare da quello sociale. Bordless Wine cerca infatti quelle realtà dove il legame terra-comunità sia viscerale capace, attraverso l’ingresso nei mercati, di dare a queste ultime il giusto riscatto. Altrettanto importante l’aspetto politico: il vino, si legge nella pagina dell’iniziativa, è un prodotto della diplomazia e ambasciatore capace di varcare ogni confine Comprare un vino Bordless Wine vuol dire dunque essere parte attiva di un cambiamento concreto in quei territori devastati da politiche dittatoriali e dove la guerra è quotidianità.

Va da sè che l’aspetto culturale è quello che va oltre il dramma contemporaneo, cercando riscatto nel raccontare storia e tradizione in nome della propria identità. Non da meno l’aspetto finanziario che va di pari passo con lo sviluppo. Lo stesso per quello ecologico attraverso la promozione dell’autoctonicità, l’agricoltura naturale e le antiche tecniche di vinificazione.

Facciamo nostre la parole con cui il giornalista Eric Asimov del New York Times nel 2018 ha definito l’iniziativa: “applaudo a Peter, e non solo, per aver incoraggiato l’esplorazione di vini poco conosciuti, ma per aver indagato con fervore sui confini più lontani del mondo del vino e delle persone che lavorano in queste realtà, spesso con scarso riconoscimento o ricompensa”.

Un onore per l’Italia essere il luogo da cui l’Europa imparerà a conoscere questa splendida iniziativa grazie ad una manifestazione, Vini Migranti, cui auguriamo un’eterna longevità.