L'ottimismo fa bene all'anima e...all'enoturista. L'estate 2021 sarà l'occasione per ripartire con il turismo esperenziale: è un'inizitiva che coinvolgerà 460 Comuni!

Pensare positivo vuol dire pensare alla prima vendemmia turistica su scala nazionale. E’ quella che per l’estate 2021 intende promuovere Città del Vino coinvolgendo ben 460 Comuni italiani.

 

Vendemmia Turistica: la prossima estate tutti potremo fare quella manuale grazie a Le Città del Vino

Dal Piemonte alla Sicilia, tutti a raccogliere l’uva destinata a diventare vino. Il turismo esperenziale, ormai si sa, è quello che alle persone piace ed è quello che le cantine devono essere sempre più in grado di regalare. Ebbene, grazie all’associazione Le Città del Vino tutti quest’estate potremmo partecipare alla vendemmia manuale. Lo scopo è duplice: far vivere un’esperienza unica, ma anche insegnare. L’aspetto didattico, infatti, è uno di quelli su cui punta l’iniziativa con cui si intendono coinvolgere appassionati, professionisti, giovani, curiosi e amanti del vino.

Va da sé che nelle intenzioni c’è anche quella di promuoverli i territori del vino che in Italia sono unici. Soprattutto si vogliono promuovere i territori “minori”. Zone del Bel Paese da sempre vocate all’enogastronomia ed esaltate dalla bellezza di borghi e piccoli Comuni dove la parola d’ordine è “autenticità”, o se preferite, “artigianalità”.

 

Vendemmia turistica: da progetto pilota a realtà nazionale. All’iniziativa parteciperanno aziende di 460 Comuni

Il progetto pilota è stato lanciato lo scorso settembre nel Comune di Alba (Cuneo), poi adottato da Asti e Alessandria, le altre due province delle colline del vino piemontesi patrimonio dell’umanità Unesco. A metterlo in campo, con tanto di protocollo d’intesa, le principali associazioni agricole, l’ispettorato del Lavoro e lo Spresa, servizio prevenzione e sicurezza. Ora il progetto arriva sulle scrivanie dei sindaci di 460 Comuni italiani a vocazione vitivinicola ed enoturistica.

Da Barolo, Città del Vino italiana 2021, a Marsala (Trapani), passando per Conegliano (Treviso), Usini (Sassari), Montalcino (Siena), Suvereto (Livorno), Tollo (Chieti) e tantissimi altri paesi simbolo del vino italiano di qualità, si potrà tutti andar a vendemmiar!

“Abbiamo deciso di allargare e promuovere questa buona pratica nei territori rurali ed enoturistici di tutta Italia – spiega il presidente di Città del Vino Floriano Zambon -, anche per lanciare un messaggio di speranza e ripartenza attraverso un’esperienza turistica originale e sicura. Un’esperienza, aggiunge, “che guarda alla natura, agli spazi aperti e alla ricerca di benessere e qualità”. Tutto si svolgerà, assicura, nel rispetto delle norme anti-Covid.

“La vendemmia turistica – dice ancora Zambon – può dare nuovo impulso al settore”. Innegabili le difficoltà legate alla pandemia. Prima di questa l’enoturismo valeva oltre 2,6 miliardi di euro solo in Italia “grazie ad un pubblico di enoturisti – sottolinea – che nell’ultimo rapporto di Città del Vino abbiamo stimato in 14 milioni di persone”.

I promotori del progetto pilota

A spiegare il valore dell’iniziativa anche il sindaco di Alba Carlo Bo e il consigliere comunale con delega all’Agricoltura Mario Sandri, promotori dell’iniziativa.

“Negli ultimi anni – affermano – sempre più eno-appassionati hanno espresso il desiderio di poter vivere l’emozione del taglio dei grappoli e sperimentare uno dei momenti più importanti dietro la nascita di un vino. Per offrire ai turisti di Langhe e Roero anche questa esperienza, il Comune di Alba ha deciso di farsi promotore di un protocollo che, con poche e semplici regole, potessero garantire sicurezza e rispetto delle normative”. “Anche se la stagione 2020 è stata profondamente influenzata dalla pandemia – riferiscono -, le prime richieste ufficiali non sono mancate. L’interesse da parte di visitatori e aziende è stato ampliamente confermato. Ringraziamo le Città del vino – concludono – di cui siamo tra i soci fondatori, per aver apprezzato la nostra iniziativa e averla voluta condividere con gli altri territori enologici italiani”.