Wine Intelligence fotografa i consumatori. Cosa ci ha caratterizzato nell'anno trascorso? Come il nostro rapporto con il vino modifica il nostro vivere sociale? La riposta nel report Global Trends in Wine 2019

Siamo stati o non siamo stati bravi bevitori nel 2018? Quale bagaglio ci portiamo dietro e quali i trend che abbiamo seguito e che ora, possono definire il futuro del settore in relazione ai consumatori? L’aspetto sociologico, anche nel marketing, ha la sua importanza. E la sua importanza è anche ciò che definisce l’evoluzione di una società.

Wine Intelligence ha tracciato i comportamenti che ci hanno caratterizzato e li ha riportati nel report Global Trends in Wine 2019. Dodici i trend del panorama enologico mondiale presi in considerazione, sei i temi in cui sono stati racchiusi, 33 i Paesi in cui l’indagine è stata condotta. Come e quanto siamo cambiati nel nostro rapporto con il vino? Scopriamolo.

 

Trend del Vino: quello degli anziani è un mercato sempre più florido e che sia chiaro, uomini e donne davanti a un calice sono identici!

Il primo dato preso in considerazione è stato quello demografico. Viviamo di più e questo vuol dire che anche il mercato del vino ha guadagnato una fetta di consumatori che prima non aveva. Consumatori regolari che hanno gusti diversissimi dai giorni e che diventano sempre più un obiettivo per i produttori visto che, nei Paesi occidentali, l’anzianità non evolve di pari passo con la natalità.

Sfatato definitivamente il mito per cui il vino è una cosa da maschietti. E’ da tempo ormai che le donne si sono scoperte enoappassionate oltre che abili imprenditrici del settore. Ma restando nell’ambito dei consumi il 2018 ha incoronato la parità di genere: uomini e donne bevono alcolici nella stessa misura. L’ultimo tabù da abbattere, però, sembra essere quello della sicurezza. Che sia un retaggio culturale per cui, di solito, è sempre lui a scegliere quale vino portare in tavola, i maschi si confermano più sicuri nel momento della scelta, mentre le donne si lasciano ancora attanagliare dalla paura di sbagliare.

 

Trend del vino: ci piace sperimentare, ma la facilità di reperire informazioni ci rende troppo smemorati!

Uomini o donne che sia, tutti ci lasciamo coinvolgere di più dal vino e non solo da questo. Anche il food ha sempre maggior presa sui consumatori. Quel che è certo è che la scoperta ci piace e anche tanto. Ad ogni età sebbene i giovani dimostrino una maggiore versatilità. Se da una parte però c’è la voglia di scoprire gusti nuovi e di assaporare vini dei territori più disparati, dall’altra particolarmente fallace sembra essere diventata la nostra memoria.

Una responsabilità che in buona parte, afferma Wine Intelligence, è del web o meglio dell’uso che se ne fa. La facilità di accesso alle informazioni ha come conseguenza la stessa velocità di eliminazione, dalla memoria, delle informazioni recepite. Manca, insomma, l’approfondimento. E così mentre si sperimentano i vini più disparati, ci si dimentica da dove vengono. Un problema che, a quanto pare, hanno soprattutto i Millennials di Stati Uniti e Regno Unito.

 

Trend del vino: basta monopoli, il web ci ha liberati, ma se dobbiamo consumare vino allora regalateci un’esperienza unica!

Non tutto il male vien per nuocere però. Se di responsabilità si deve parlare è di responsabilità personale perché la tecnologia è uno strumento e se vissuto nel modo giusto allora sì che ha un valore da tenere sotto strettissima osservazione. Sempre più, infatti, il vino lo si compra online tanto è vero che, come ci ricorda il report, molti Paesi stanno modificando le loro normative sui monopoli, permettendo la vendita di vino al di fuori dei negozi monopolistici. Questo per quanto riguarda l’off-trade.

Se si guarda all’on-trade, siamo decisamente diventati bevitori “casual”. Quello che cerchiamo è l’esperienza purché sia autentica, originale e veloce. Ecco che allora il discorso sull’enoturismo e l’offerta su cui puntare. E l’Italia, che nel settore fa numeri, ma ha ancora un potenziale inespresso, deve saper cogliere questa opportunità soprattutto ora che il settore ha un suo regolamento specifico.

 

Trend del vino: con gli acquisti online e la chiarezza dei prezzi siamo più attenti al budget…spendiamo di più, ma perché cerchiamo qualità!

Se da una parte l’arrivo delle vendite online ha ampliato la scelta, dall’altra ha insegnato ai consumatori a fare bene i conti e veicolare nel modo migliore il proprio budget. Consapevoli di ciò che si acquista sì, insomma, ma anche di quanto si spende per acquistarlo. Se pensate che questo ci abbia reso più “tirchi” vi sbagliate di grosso. E’ proprio il contrario. La maggior consapevolezza, la possibilità di avere più informazioni e di fare scelte più oculate ci ha insegnato a spendere di più per ciò che vale. E uno degli esempi più eclatanti è quello dell’italianissimo Prosecco.

 

Trend del vino: l’estetica delle etichette fa la differenza, ma la fa anche la territorialità!

Certo il marketing ha il suo peso. Lo ha nella nostra scelta perché in un società che vive di immagini e velocità l’immagine pesa e non poco nella scelta del vino da acquistare. Il fashion dell’etichetta e della bottiglia lo subiamo soprattutto da profani. Di buono c’è che però, al di là dell’estetica, siamo tutti più attenti all’etichetta: il da dove viene un vino fa la differenza.

Non solo. La possibilità di accedere ad informazioni veloci che sì dimentichiamo, ma che come in ogni relazione ci lasciano impressa un’immagine, ci ha spinti sempre più verso le varietà nazionali ed autoctone e in Italia questo è un elemento che fa la differenza. Il nostro patrimonio, lo dice il numero delle varietà riconosciute, non ha paragoni.

 

Trend del vino: stiamo imparando il bere responsabile e non solo in termini di salute…quel che ci preme è la sostenibilità!

Infine il dato più importante: abbiamo imparato a bere responsabilmente? Sappiamo cioè farlo senza esagerare e soprattutto tenendo lo sguardo fisso sulla necessità di tutelare il nostro ambiente? A quanto pare sì. A dimostrarlo il fatto che l’industria degli alcolici a basso contenuto di alcol o addirittura analcolici (perdonate l’apparente contraddizione), continua a crescere.

Ma è sul lato etico-ambientale che stiamo diventando davvero bravissimi e lo diventano soprattutto i giovani. Ed è un merito che gli va riconosciuto. Le aziende, di conseguenza, devono raccogliere l’invito dei consumatori e mostrarsi sempre più trasparenti. Sempre più importante per loro ottenere certificazioni etiche e credere in quella svolta biologica e sostenibile che ha ampiamente dimostrato di non essere una semplice moda.