L'Uiv traccia le sue priorità. Dall'importanza della collaborazione con le istituzioni alla certificazione unica di sostenibilità che farebbe l'Italia leader mondiale

Tavolo Vino: è questo lo strumento con cui l’Unione Italiana Vini guarda al futuro. Ed è qui che si dovranno sviluppare i contenuti dei due temi chiave: sostenibilità e internazionalizzazione. E’ di questo, e molto altro, che si è discusso nell’ultimo cda come racconta WineNews.

All’incontro hanno partecipato il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe L’Abbate, Brunella Saccone (Ice), il Capo dipartimento delle politiche europee e internazionali dello Sviluppo rurale del ministero Giuseppe Blasi, i produttori  e i giovani imprenditori vitivinicoli italiani di Agivi.

 

Tavolo Vino: superare i confini nazionali puntando sulla formazione e la collaborazione

Internazionalizzazione dunque. Lo ha sottolineato il presidente Uiv Ernesto Abbona: per raggiungere l’obiettivo deve incrementarsi la collaborazione, già proficua, con l’Ice e le istituzioni e in particolare con il ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. A questo, infatti, sono passate molte delle competenze in tema di politica commerciale e promozione con l’estero.

Per farlo un ruolo chiave lo avrà proprio il Tavolo Vino, che sarà presto convocato per tracciare le linee guida della promozione del vino italiano all’estero. Si guarda in particolare all’Asia dove si terrà il Vinitaly Wine To Asia con ben 500 aziende e l’Italia che rappresenterà il 25% del totale.

Ancora una volta, dunque, l’importanza della formazione con Vinitaly che da anni si muove in lungo e in largo nel globo, Asia in primis, per diffondere la cultura e la conoscenza della nostra eccellenza. Formazione che, ha sottolineato Abbona, è già concreta negli Usa dove ci si rivolge a importatori, retailer e winelover grazie alle operazioni di incoming.

 

Obiettivo sostenibilità. Si punta a una certificazione unica e ai distretti viticoli. L’Italia vuole diventare un modello

Sostenibilità poi non solo come parola, o come obiettivo, ma come e vero modello. L’Italia, insomma, vuole diventarne un emblema come ha confermato il segretario generale dell’Uiv Paolo Castelletti. “Sosteniamo la volontà del ministero di arrivare a uno standard nazionale per il vino”. Chiusa infatti la fase tecnica per la nascita di una norma unica di sostenibilità cui l’Uiv ha dato il suo fondamentale contributo. L’auspicio è che il ministero la tramuti in norma giuridica nel minor tempo possibile.

L’intenzione è quella di presentarla come cosa fatta già al Vinitaly 2020. L’Italia sarebbe così il primo Paese al mondo ad averla e sarebbe un modello per il resto del mondo. Sostenibilità che, ha precisato Castelletti, non dovrà riguardare solo le singole aziende. L’Unione Vini vorrebbe diventassi un protocollo di interi distretti viticoli identificabili da un logo che ne immortali la sostenibilità nelle pratiche di produzione. Una certificazione unica che unisca il Paese dunque e che, ha sottolineato, “garantisca la trasparenza sui mercati che favorirebbe aziende e ministero nella promozione del Made in Italy”.