Dal "versare alla traditora" alle bollicine per il brindisi. Sono tante le credenze che hanno accompagnato, nei secoli, il consumo del vino e alcune non sono mai tramontate
Tempo di vendemmia, tempo di luna, tempo di…superstizione! Nel vino le credenze non sono mai mancate e con essa anche tante curiosità che potrebbero rispondere al perché di alcuni gesti scaramantici che accompagnano la nostra quotidianità in Italia e nel resto del mondo.
Oggi ci diamo un po’ di “colore” e vi raccontiamo alcune curiosità legate al vino e le credenze popolari.
Dorso della mano all’ingiù: sarà anche superstizione, ma versare il vino così non è bello!
Ph: Lucrezia Borgia in una scena della serie Tv The Borgias
Vi siete mai trovati a versare del vino con il dorso della mano rivolta verso il basso e sentire il vostro commensale dire: “no così no. Così è alla traditora!”. Beh se vi è capitato la superstizione che c’è dietro quel gesto non è proprio campata per aria. Un fondo di verità c’è e, magari, anche un po’ di giustificato timore. E’ dall’antica Roma in poi che dobbiamo ricercarne, soprattutto le ragioni. Tante le storie di avvelenamenti e morti improvvise durante i banchetti e il responsabile, spesso, era proprio chi il vino lo versava. Sarebbe stato bene controllare l’anello al dito dell’amico fraterno pronto ad ucciderci. Era lì, infatti, che veniva nascosto il veleno. Bastava prendere la bottiglia, girare il dorso della mano e far cadere il veleno nel calice. La bottiglia velo perfetto per impedire di vederlo scivolare nella propria coppa e il gioco era fatto. Certo un modo di saperlo c’era e nel Medioevo lo si sapeva bene. Una volta avuto il vino lo si versava un po’ nel calice di chi era accanto e così via fino all’ultimo commensale. un gesto di condivisione ma qualcosa ci dice…anche di sopravvivenza.
Chiedetelo a Lucrezia Borgia. E’ forse lei il simbolo di questa macabra tradizione. Secondo le leggende che ne disegnano l’affascinante e temibile figura di anello porta veleno ne possedeva uno inventato da lei stessa che utilizzava proprio per avvelenare i suoi nemici uscendone sempre da innocente.
Casa nuova? Prima di te, in casa, fai entrare il vino…ecco come!
State cambiando casa? Avete già venduto la vostra e vi apprestate ad entrare nella nuova? Se siete tipi scaramantici potrete fare riferimento ad una vecchia usanza per portare buone nuove tra le vostre mura. Per propiziarsi la buona sorte, infatti, anticamente veniva sorteggiando un membro della famiglia che doveva portare in casa una bottiglia di olio, una forma di pane, un po’ di sale e un po’ di vino. Purtroppo non sappiamo quali erano le frasi magiche che dovreste pronunciare sull’uscio. Ma quello che possiamo dirvi è che queste cose devono entrare nella credenza prima dei vostri piedi e che, l’ingresso, dovreste varcarlo con il piede sinistro.
Donne da sempre vittime di superstizione: quando le loro labbra rovinavano il nettare di Bacco
Se oggi le donne sono protagoniste nel mondo del vino, la loro vita facile non è stata. In alcune culture berlo gli era letteralmente proibito, ma anche quando non lo era prenderne un sorso non era cosa facile. Potremmo dire che era una questione di “femminilità”, ma purtroppo era pura superstizione. Alle donne era infatti anticamente proibito bere dal recipiente in terracotta dove era contenuto. Perché? Perchè si pensava che le labbra femminili producessero sale: il gesto avrebbe mandato a male il nettare di Bacco! Fortunatamente alcune credenze si sono perse nella notte dei tempi e davanti a un calice uomini e donne, oggi, hanno raggiunto davvero la parità!
Amore non corrisposto: fa un po’ senso, ma fino a un secolo fa un uomo lo conquistava così…
Pene d’amore? Poteva forse mancare il vino nel supportare un cuore infranto o bramoso d’amore? No. Non è una questione di disinibizione. Non è una cena e un calice di troppo che lo farà cadere ai vostri piedi. Almeno non è così che la pensavano le donne di un tempo. Se i riti magici vi affascinano e sono innocui potreste anche provare, se riuscirete a trovare tutti gli ingredienti. Di tempo, in realtà, non ne è passato molto perché questa “superstizione” ha tenuto banco fino all’inizio del XX secolo e prevedeva di far bollire in una pentola di rame acqua con alcune gocce del sangue della ragazza innamorata e un pelo o un capello di un monaco. Ad ebollizione avvenuta il pelo o il capello veniva versato nel bicchiere di vino da offrire all’uomo di cui si è innamorati. L’effetto, si dice, era immediato. Il problema è: ma un pelo nel bicchiere non risultava alquanto indigesto?