L'evoluzione della figura del sommelier sta vivendo una nuova primavera ed è tutta online. Dai social media alla possibilità di offrire conoscenze, tolta la cravatta, è tempo, per loro, di barba e t-shirt!

Ci è capitato tante volte di parlare del ruolo del sommelier; di parlare di come la sua figura sia evoluta. L’anno scorso vi abbiamo raccontato di come, ormai, sia il dj delle vostre serate, quello che giocando tra cibo e vino vi regala ogni volta una play list diversa.

Sul suo ruolo si è speso di recente, in un lunghissimo articolo, Wine Searcher, che non solo ne ha ripercorso l’evoluzione storica, ma che si è concentrato soprattutto su come si presenti oggi la figura del sommelier. Di quanto forte sia il suo impatto sui follower e di come, grazie ad un docu-film, in sei anni sia diventato un vero e proprio guru della degustazione.

 

Dai Saumalier ai Sommlier: l’evoluzione di una professione che non conosce crisi ma solo rivoluzioni

Si chiamavano saumalier, sono diventati sommelier e dal 2012 abbiamo imparato a chiamarli “Somm”. Merito dell’omonimo docu-film che ha determinato un ennesimo cambiamento di rotta in quella che è ormai una delle professioni più ambite e allo stesso tempo complesse che abbiamo attraversato la storia del vino.

Eppure in origine i saumalier non avevano a che fare col vino così come oggi lo intendiamo. Erano infatti dei funzionari giudiziari incaricati di trasportare le forniture tramite gli animali da soma. L’origine del nome francese, infatti è latina e viene da quel sagma (cioè soma) che nel significato esteso indicava proprio gli animali addetti a portare le merci.

 

Dall’antica Grecia alla Rivoluzione francese

Come è arrivata allora a noi la sua immagine così sofisticata? Beh perché storicamente quello che oggi chiamiamo sommelier era una figura centrale nella vita nobiliare. Già nell’antica Grecia c’era il “symposiarca”, l’addetto al simposio che si occupava personalmente della mescita del vino. All’epoca, così come in quella romana, berlo puro era praticamente impossibile e per questo ci voleva qualcuno capace di diluirlo senza fargli perdere né il gusto né la capacità di dare ebrezza.

Proprio con l’Impero romano la sua figura inizia ad affinarsi. Ai banchetti non potevano mancare il magister cenae e l’arbiter bibendi, addetto a cuocere e zuccherare il vino e aggiungervi miele e piante aromatiche per renderlo gradevole. Nelle taverne il vino inizia ad arrivare nel III secolo d.C. ed è solo mille anni dopo che la figura del sommelier inizia a definirsi con maggior precisione.

Nel medioevo, l’attuale sommelier entra di diritto nelle case nobiliari. Suo il compito di gestire la servitù e di prendersi cura delle merci, vino incluso. Così, con sempre più preparazione, si arriva alla Rivoluzione francese. Finita l’epoca dei nobili chef e esperti di vino si ritrovano fuori dalle mura di palazzo. Iniziano a nascere i ristoranti e il sommelier, pian piano, diventa il re della cantina.

 

C’era una volta il Sommelier…ora c’è il “Somm”! Ma per diventare star del vino ci vuole tanto sacrificio

Siamo così arrivati al sommelier così come lo conosciamo. Quello moderno. Abito adatto, fierezza nello sguardo e grande conoscenza del vino e dei suoi abbinamenti. E’ lui il responsabile della cantina, quello che, con lo chef, deve saper coordinare al menù, il calice con il vino adatto. Ma una nuova rivoluzione è in corso anche per questa figura. Innanzitutto quella della formazione.

 

La lunga strada per diventare Somm

Basta pensare alle tante organizzazioni che li identificano e gli danno gli strumenti giusti per entrare a far parte di questo mondo sempre più complesso e in continua evoluzione. Ed è qui che entra in gioco quel “Somm” e il docu-film che lo ha reso un mito. E’ sui Master Sommelier che si incentra la storia e ciò che ne esce è una sorta di eroe della degustazione che per arrivare al termine del suo percorso deve affrontare sfide degne delle 12 fatiche di Ercole. L’international Court of Master Sommliers è dunque il principio. Richiede conoscenze di degustazione, teoria, servizio e una vastissima cultura sul vino che abbraccia territori, terroir, varietà e tutto ciò che gira intorno a questo mondo. Sono 273 nel mondo con 29 donne all’attivo e 23 neo Master Sommelier che ora dovranno ripetere l’esame per lo scandalo scoppiato intorno all’ultima sessione d’esame.

Il resto del mondo, ovviamente, si è adeguato. E così in Francia nel 1907 è nata l’Union des Sommeliers, in Italia nel 1965 L’Ais (Associazione Italiana Sommelier) e nel Regno Unito il Wine & Spirit Education Trust lanciato nel 1969.

 

Fenomeno “Somm”: dal docu-film alla visibilità online. Sono loro i nuovi guru dei Millennials e i migliori ambasciatori del vino nel mondo

La formazione è dunque il primo passo, ma quel che è avvenuto con l’uscita di “Somm” è un fenomeno ben più vasto. Lo abbiamo detto. Dopo quella francese la seconda grande rivoluzione per l’evoluzione di questa professione.

E a determinarla sono stati il cambiamento del mercato, l’apparizione dei social e la devozione dei Millennials. Lo spiega bene l’ “insolito” sommelier Cha McCoy su Wine Searcher riferendosi proprio ai giovani: “vogliono sapere cosa dovrebbero bere con un pasto senegalese, vegano con la tapa messicana. Sono disposti a conoscere i vini che avrebbero spaventato i loro genitori, come l’orange wine Sloveno”.

E lo conferma l’indagine di Wine Access: il 65% dei Millennials cerca vini rari e inusuali e il 75% spera di investire di più nell’acquisto di vino.

Se il vino, come lo conosciamo, rappresenta da sempre per li consumatore un’espressione di se stesso (non solo nel gusto, ma anche nell’immagine che vogliamo trasmettere), oggi con la grande varietà e la voglia di esplorarlo le possibilità si sono ampliate e per i sommelier questo vuol dire diventare sempre più aperti a conoscere loro per primi e a raccontare di un vino a quante più persone possibili.

Ve lo ricordate il sommelier un po’ affettato che eravamo abituati a vedere nelle sale dei ristoranti? L’informalità prende sempre più piede: nei locali e in coloro che ne sono l’immagine, proprio i sommelier. Barbe e t-shirt sono dunque entrati nel loro nuovo dress code e i social media il loro nuovo linguaggio. La libertà nei costumi ha portato all’affermazione di diverse identità e veicolare un messaggio vuol dire sapersi adattare ad ogni forma di linguaggio diverso.

 

#sommelier: l’hashtag dei “somm” che ha cambiato il loro modo di vivere e raccontare il vino

#sommelier. Sapete quante volte appare su Instagram? Più di un milione. Il “Somm” ha sollevato i piedi dal pavimento della cantina e si è messo “on air”! Un esempio è quello di Cauble che dopo essere stato direttore del vino al Ritz Carlton ha trascorso un anno a fare l’ambasciatore del marchio Krug ritrovandosi vera e propria star del web con oltre 18.200 follower su Instagram.

“Mentre lavoravo per Krug – dice su Wine Searcher – mi sono reso conto che c’erano così tante persone là fuori che desideravano connessione con il vino ad un livello davvero profondo e significativo”. E così ha iniziato a scrivere su una piattaforma americana dove i sommelier possono presentare vini, dare informazioni e condividere con i consumatori arrivando ad avere 15mila contatti al giorno a fronte delle poche chiacchiere scambiate dentro un locale.

E l’Italia? Avrebbe tutti i numeri per cogliere le opportunità visto che in quanto a vini “rari e insoliti” ne ha più di ogni altro e che la sua biodiversità gli permette di offrire chicche che non si possono trovare in nessun’altra parte del globo. Eppure resta indietro. Ma qualcosa sta cambiando e qualcuno gli strumenti per far sì che una visibilità maggiore ci sia, la sta offrendo. Tra queste realtà c’è quella di Enolò.

 

Enolò, la platform economy con le funzionalità indispensabili ai professionisti che propongono vino.

All’indirizzo www.cartadeivini.wine, oltre a trovare un marketplace B2B esclusivo per ristoranti, winebar, enoteche, eccetera, dove possono acquistare direttamente dai produttori le quantità desiderate, ricevendo gli ordini in tempi rapidissimi e a prezzi competitivi, i sommelier hanno a disposizione uno strumento innovativo con cui realizzare e amministrare la loro carta dei vini. Con un click possono scegliere i vini da inserire nella winwlist e pubblicarne le informazioni più complete, eliminando le inevitabili quanto sgradite correzioni per le modifiche dell’ultimo momento. Possono presentare infinite selezioni speciali, liste di degustazione verticali e offerte di vini al bicchiere, modificando in maniera semplice e veloce, ogni dettaglio; prezzi compresi. Carta dei vini non è “soltanto” una web app on line accessibile al pubblico, ma anche uno strumento che consente di stampare su carta, con un layout di qualità tipografica, l’elenco delle etichette che vengono proposte. Il design del frontend digitale e cartaceo è disponibile in diverse varianti e la possibilità di essere personalizzato con il brand del dealers, lo rende un supporto unico ed esclusivo. Tra le funzionalità fondamentali disponibili, esiste un editor integrato nella piattaforma che agevola la produzione di contenuti editoriali e ne facilita la  pubblicazione nei frontend dell’infrastruttura e contemporaneamente nelle pagine dei social network. 

Enolò mette a disposizione molte opportunità per i sommelier professionisti che operano a favore della filiera vitivinicola e li agevola  con uno strumento innovativo in grado di fornire numerosi vantaggi e accessibile gratutitamente.