Tre iniziative lodevoli che arrivano dai Consorzi del Piemonte, dagli chef e dal produttore Angelo Gaja che nel momento di difficoltà legata al Coronavirus guarda al futuro

Anche il mondo del vino (e non solo) mostra la sua solidarietà. Tante le iniziative e gli impegni che in un momento difficile come questo, mentre tutto il Paese combatte con il nemico invisibile che abbiamo imparato a chiamare Coronavirus, tutti cercano di dare una mano. Soprattutto agli ospedali. Ma qualcuno si assume anche un impegno concreto guardando al futuro: nessun licenziamento.

 

Dai consorzi piemontesi 30mila euro per sostenere gli ospedali del territorio

La prima bella storia arriva dai Consorzi del vino piemontesi che donano 30mila euro agli ospedali della regione. I Consorzi del Brachetto d’Acqui Docg, dell’Asti e del Moscato d’Asti docg e il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, hanno stanziato ognuno 10mila euro partecipando ad una raccolta fondi avviata per fornire aiuti ai nosocomi del territorio e grazie ai quali si potranno acqustare tre respiratori per aiutare i malati più gravi.

“Nessuno più tirarsi fuori da questa lotta che potremo vincere solo se saremo uniti, come piemontesi, come italiani, come europei e come cittadini del mondo”. Queste le parole dei presidenti dei Consorzi che hanno quindi risposto all’appello lanciato dalla Giunta regionale e il presidente Alberto Cirio e coordinata dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi che hanno dato il via alla raccolta fondi attivando un conto corrente dedicato così da dare quanto più sostegno possibile al sistema sanitario che, come nel resto d’Italia, è in sofferenza a causa della pandemia in corso.

 

I grandi cuochi e gli chef stellati rispondono all’appello: la loro solidarietà in una raccolta fondi per il Papa Giovanni XIII di Bergamo e lo Spallanzani di Roma

Anche il mondo della cucina non si tira indietro. Alcuni dei cuochi più noti e rappresentativi del Paese si sono uniti all’insegna della solidarietà per far fronte all’emergenza. E’ stata Italia a Tavola, in questo caso, ad attivare una raccolta fondi da destinare agli ospedali Papa Giovanni XXIII di Bergamo e allo Spallanzani di Roma. Sotto l’egida dell’ormai noto hashtag #iorestoacasa anche i cuochi più famosi d’Italia hanno deciso di rispondere alla raccolta fondi lanciata. Un gesto che vale doppio visto che proprio la ristorazione è quella che sta pagando lo scotto più alto con tanti locali che stanno chiudendo e che faticheranno non poco a ripartire con alcuni, soprattutto i più piccoli, che, probabilmente, non ce la faranno.

Ci hanno messo la faccia gli chef, compresi diversi stellati che hanno quindi lanciato a loro volta la raccolto sul sito GoFundMe.com. I volti? Tra loro quelli di Chicco Cerea, Enrico Bartolini, Mauro Uliassi, Giovanni Santini, Umebrto Bombana e Sandro Serva. Con loro anche i presidenti di associazioni come Rocco Pozzulo della Fic ed Enrico Derlingher di Euro-Toques. C’è anche chi ha voluto aderire senza però presentarsi in video. E’ il caso di Enrico Crippa che ha comunque lanciato il suo appello. “In un momento delicato per il nostro Paese e per il nostro sistema sanitario – ha detto –  è giusto impegnarci tutti affinché riusciamo a superare l’emergenza. Il mio appello per tutti voi è volto a sostenere iniziative come questa che permettano di reperire risorse economiche per la ricerca e per supportare la Sanità del nostro Paese. È un momento duro per tutti noi, ma tutti uniti ce la faremo”.

 

La solidarietà di Angelo Gaja verso i suoi 160 dipendenti: nessuno sarà licenziato anzi, se si potrà, l’imprenditore del vino è pronto ad assumere

L’ultima storia che vi raccontiamo è quella di uno dei volti più noti della viticoltura italiana: quello di Angelo Gaja. La sua solidarietà è per tutti i dipendenti della sua azienda. E’ al Corriere della Sera che lo dice: non licenzierà nessuno, anzi, se sarà possibile, assumerà nuovo personale. Per lui è questo il momento per andare avanti.

Gaja, ottant’anni e riferimento internazionale per il settore, parla di impresa e di come questa, in un momento complesso come questo, dovrebbe comportarsi. E la prima cosa da fare quando la preoccupazione è grande, è credere nelle persone. Parole di grande umanità le sue. Sì gli effetti del Coronavirus sull’economia e l’impresa ci saranno e saranno duri. Ma ora è il momento della resistenza, o meglio della resilienza. “E’ il momento di aspettare, non di correre”. Il tempo sarà galantuomo con chi sa guardare al futuro con profondo senso di responsabilità. E’ questo l’augurio che sentiamo di fare.