Tre film per tre ricette e tre calici perfetti. Oggi vi proponiamo un modo alternativo di vivere questi giorni tra le mura domestiche. E sono tutte ricette che nei lungometraggi, ci sono davvero!

Stanchi della ‘quarantena’? Oggi vi proponiamo una ricetta e un vino per ogni film. Ammettetelo: siete tra quelli che in questi gironi di quarantena forzata sono andati a fare la spesa per dedicarsi alla cucina e sperimentare le doti culinarie. Bene, quello che vi suggeriamo noi per trascorrere piacevoli ore in casa è di lasciarvi ispirare. Come? Da film dove la buona tavola e il buon vino sono assoluti protagonisti. Ce ne sono un’infinità, ma noi ne abbiamo scelti tre. Pronti a mettere le mani…in pasta?

 

In Quarantena con il Beuf Bourgignon di Julie&Julia e un ottimo calice di Barolo!

Se ve lo siete perso vi consigliamo vivamente di godervi il film del 2009 di Nora Ephron Julie&Julia con una strepitosa Meryl Streep, una bravissima Mary Adams e un grande Stanley Tucci (che ritroveremo nella nostra rassegna).  Quello che forse non sapete in quella che è una gradevolissima commedia al femminile che si ispira alla vita reale di queste due donne, è che la sfida della protagonista, Julie Powell, è rivolta ad un libro “monumento. Sì eperché lei, nel film, decide di sperimentare in 365 giorni tutte le 524 ricette contenute nel libro Mastering the Art of French Cooking di Julia Child: tutte verissime. Il libro, infatti, esiste. Quindi dopo esservi goduti la pellicola potete spostarvi in cucina.

Se il libro non lo avete potete sempre ordinarlo, ma se la fatica è troppa noi una ricetta di Julia Child l’abbiamo trovata in rete: è il Boeuf Bourgignon, ovvero il manzo alla Bourgignon. Vi state chiedendo si è complicato? Abbastanza o che sfida sarebbe.

 

Cosa vi serve

Vi diciamo gli ingredienti: 1 kg di carne di manzo, una carota, 2 cipolle rosse, 15 cipolline, 10 funghi champignon, 1 mazzetto di prezzemolo, pepe in grani, mix di erbe aromatiche ovvero salvia, alloro, rosmarino, prezzemolo, se piace qualche chiodo di garofano, olio, burro, brodo e…una bottiglia di vino rosso! Non staremo qui a spiegarvi tutta la procedura, ma possiamo svelarvi un segreto. La marinatura è alla base del piatto e deve durare non meno di 12 ore e non più di 24. Come ottenerla ottima? Il segreto è proprio nel vino. Deve essere un buon vino. Un buon rosso. Vi consigliamo uno dei grandi rossi italiani, magari un Barolo piemontese!

P.s. prendetene due di bottiglie, una va usata tutta per marinare gli ingredienti! Siete in quarantena non dimenticatelo: meglio uscire una volta sola!

 

Una Big Night in quarantena con il timballo di pasta dei fratelli Pileggi e un calice di Pecorino abruzzese!

Ve lo avevamo anticipato ed eccolo un film che è una vera chicca forse troppo poco nota al grande pubblico. Parliamo del film Big Night di e con Stanley Tucci e Tony Shalhoub (1996). Protagonisti sono i fratelli Primo e Secondo Pileggi, abruzzesi di origine (e i due sono doppiati proprio in abruzzese), che cercano di evitare il baratro del loro ristorante New Yorkese, organizzando una grande serata. Ed è il fratello di Tucci il purista della cucina italiana nel film costretto a sottostare alle richieste incomprensibili degli americani e a scontrarsi con il fratello che vuole portare innovazione.

E’ un film carico di umanità dove la cucina (anche in senso fisico) è assoluta protagonista e dove grande protagonista è il timballo di pasta, piatto tipico del meridione dalla Sicilia fino proprio all’Abruzzo. Qui di tempo ve ne dovete davvero prendere tanto quindi godetevi prima il film. Sì perché per preparare quello che Primo definisce “un tamburo. Al suo interno ci stanno le cose più buone del mondo”, può richiedere fino a due giorni di preparazione. Per spiegarvela tutta ci vorrebbero ore anche per noi.

 

Cosa vi serve

Vi basti sapere che gli ingredienti principali sono maccheroni, burro, mozzarella, parmigiano e polpettine (e un abruzzese lo sa solo per fare quelle di tempo ce ne vuole e tanto) e un corposo ragù (che deve cuocere ore e ore) a base di maiale, cipolle, pancetta, olio, strutto, vino bianco, rosmarino, timo, basilico, sale e pepe. Se avete tempo dedicatevi anche alla copertura di pasta frolla a base di farina, zucchero, strutto e uovo! Una faticata ma ne varrà la pena!

Ah il vino da abbinare. Nella preparazione c’è un bianco e visto che lo abbiamo aperto osiamo l’abbinamento. Perché non provare con un ottimo Pecorino abruzzese? Se vi preoccupate della digestione chiudete con dell’ottima Centerba. Il pranzo vi basterà fino alla fine della quarantena.

 

Finiamo con un babà francese della signora Babette Herstand! Sarebbe perfetto uno champagne, ma noi scegliamo un nostranissimo Passito!

Immancabile Il Pranzo di Babette diretto nel 1987 da Gabriel Axel. E’ un film meraviglioso. Un inno alla convivialità. Sarà proprio il pranzo preparato da Babette Herstand, sfuggita alla repressione della Comune di Parigi e rifugiatasi in un piccolo villaggio della Danimarca nella casa delle due anziane sorelle Martina e Philippa, a sciogliere l’austerità di una tavolata di 12 persone organizzata in memoria del padre delle due donne che era il pastore protestante della comunità.

Una vita frugale la loro che, per un giorno, vedrà una tavola imbandita di ogni ben di dio. E qui abbiamo proprio tutto il menù da proporvi.

Il pranzo si apre infatti con un brodo di tartaruga, seguita dai Blins Demidoff e le quaglie en sarcophage. Una buona insalata mista, formaggi misti a seguire. Si chiude con il dolce, il Savarin, la frutta mista, il caffè con tartufi al rum e dei biscottini ovvero le pinolate, i frollini e gli amaretti. Quale ricetta vi diamo? Quella del dolce ovviamente. Il Savarin è infatti una sorta di babà francese e la sua preparazione richiede almeno un’ora e mezza. Per cui dopo esservi fatti venire fame guardando il film procuratevi questi ingredienti (e già questo facilissimo non sarà).

 

Cosa vi serve

Per la biga vi serviranno 120 ml di latte, 160 grammi di farina di Manitoba e 4 grammi di lievito di birra secca. Per il savarin, invece, 100 ml di panna fresca liquida, 400 grammi di farina di manitoba, 9 uova, 50 grammi di zucchero, sale fino e 150 grammi di burro. Infine la bagna con 2 litri d’acqua, 800 grammi di zucchero, 40 grammi di scorza d’arancia e 20 di scorza di limone e 200 ml di rum. Pronti a spennellare? Per questo vi serviranno 500 ml di panna fresca liquida, 160 grammi di confettura di albicocche, 100 grammi di zucchero a velo, e un po’ di frutta fresca.

Ah già il vino. Niente paura. Nel film ce ne sono quattro. Un Amontillado bianco ambra, un Gran Cru Clos de Vougeot del 1846, uno Champagne Veuve Clicquot del 1860 e un Vieux Marc de Champagne. Ma a nostro parere potrete anche provare con uno dei nostri vini dolci. Magari un ottimo Passito di Pantelleria.

Una piccola curiosità. Questo film è il preferito di Papa Francesco! Il Santo Padre lo cita infatti nella sua esortazione apostolica Amoris Laetitia.

Se volete qualche consiglio in più beh…leggete qui!

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