Non è soltanto una speranza, ma una possibilità concreta secondo l'indagine sui trend 2021 del settore di Wine Intelligence. Certo perché accada il 2021 dovrà riservarci sorprese positive. La prima metà dell'anno sarà di affanno, ma se le cose andranno bene torneremo tutti a sorridere e seguire nuovi e vecchi trend

Realismo ed ottimismo per tornare alla normalità: queste potrebbero essere le parole chiave con cui descrivere le previsioni Wine Intelligence sul vino per il 2021. Inutile farsi illusioni. I primi mesi del nuovo anno, se tutto andrà bene, saranno di rodaggio. Ma il futuro è quello di un ritorno alla normalità. Una parola di cui mai come in questi mesi, abbiamo riscoperto il significato più profondo.

 

Per tornare alla normalità ci vorrà un po’ di tempo, ma le premesse sono buone. Il settore vino, anche al tempo del Covid, ha tenuto il confronto

Il vaccino non è e non sarà la panacea di tutti i mali, ma il suo arrivo fa guardare al domani con una buona dose di ottimismo. Ecco perché ci vorrà qualche mese per poter tornare a goderci una cena fuori, un aperitivo al bar con i nostri amici, o una gita in compagnia.

E’ quanto emerge dal Wine Intelligence industry prediction for 2021 che, per il nuovo anno, delinea anche alcuni trend che se si riuscirà a contenere il fenomeno pandemico, si tradurranno in una normalissima e piacevolissima realtà. La ripartenza dovrà essere prima di tutto economica per poter anche ritrovare lo spirito della condivisione face-to-face. Lo studio lo dice chiaramente. Si dovrà prima di tutto mettere riparo ai danni subiti dalle finanze pubbliche. L’economia avrà bisogno del suo tempo per guarire dalle ferite. Gli Stati dovranno recuperare le tasse sospese, ma il vino, in questo scenario, guarda al futuro con un timido sorriso che, si spera, potrà tradursi in una di quelle fragorose risate cui siamo abituati quando ci godiamo un calice con la giusta compagnia.

D’altra parte lo hanno confermato tutti gli studi, nonostante le difficoltà, il settore ha tenuto. Un esempio sono le bollicine italiane che, nonostante il naturale calo, tengono sicuramente meglio delle colleghe francesi. Un altro ce lo hanno dato i dati Ismea pochi giorni fa con i dati sulle produzioni a indicazione geografica del Bel Paese, Dop e Igp del vino comprese. Nel 2019, infatti, la produzione di vino a indicazione geografica certificata ha superato la soglia dei 25 milioni di ettolitri, sebbene il merito vada quasi esclusivamente alle Dop che hanno registrato una crescita del 6,2%, rispetto alle Igp al -1%.

Ciò che dunque mancherà, secondo Wine Intelligence, almeno nella prima metà dell’anno, è la voglia di spendere. L’occupazione ha le sue difficoltà. Gli ingressi economici sono crollati. Ma il vino, come già accennato, ci ha fatto compagnia e ci fa ancora compagnia durante le festività. Soli o non soli tutti un brindisi ce lo concederemo!

 

La ‘nuova’ normalità sarà fatta di trend vecchi e nuovi: dalla sostenibilità alla curiosità…i consumatori non perdono il senso dell’orientamento

Non tutto, dunque, è perduto. A leggere lo studio sembra quasi che l’anno della pandemia, nella speranza che inizi la sua curva in discesa, è stato vissuti da molti come una sorta di anno di congelamento. Per cui alcune tendenze del 2019 potrebbero confermarsi. A cominciare dal ciò che si vorrà consumare. E per il settore wine la parola curiosità resterà un must con i consumatori alla ricerca di cose interessanti e gratificanti.

Sebbene dunque la bottiglia in vetro non potrà essere surclassata, certo è che i formati alternativi continueranno a prendere piede. Tutto nell’ottica di una sostenibilità ambientale di cui proprio la pandemia ha fatto comprendere l’urgenza. Emettono meno Co2 e, dunque, si guadagnano i loro fan. E’ il caso del bag-in-box che non solo è un risparmio, ma consente anche di stoccare il vino in casa. Se in Italia la tendenza non è ancora affermata, continuerà a crescere anche la scelta del vino in lattina che negli Usa è ormai una certezza e che ai puristi, ammettiamolo, fa storcere il naso. Tre le caratteristiche che ne hanno determinato proprio nell’anno più complesso, il successo. portabilità, controllo delle quantità e conservazione.

 

C’è anche un’altra ‘nuova’ normalità che ormai si è affermata: via gli intermediari…a tutti piace il rapporto diretto e per le aziende può essere anche un grande risparmio!

L’altro aspetto in vista di un ritorno alla normalità, è uno di quelli di cui ci siamo trovati a parlare spesso anche perché ci riguarda molto da vicino. L’assenza degli intermediari. Nel caso specifico si riferisce al rapporto diretto tra cantina e consumatori, ma nell’ottica B2B, nell’epoca della rivoluzione digitale e della necessità di diminuire i costi, ma efficientare le azioni, l’assenza di intermediazione diventa altrettanto fondamentale. Ed è questo uno dei punti di forza su cui, da sempre, Enolò punta per soddisfare le esigenze dei suoi clienti.

E’ ciò che accade, accadrà e sta accadendo anche tra consumatori e cantine. E’ ai produttori che ci si rivolge e che ci si sta rivolgendo da quando la pandemia è iniziata. E’ una garanzia di qualità per chi deve acquistare riuscire ad avere informazioni direttamente da chi, il vino, lo  produce. E questo, anche quando il Covid non ci sarà più, non cambierà.

L’e-commerce e i numeri fatti in questo anno così particolare lo hanno d’altra parte confermato, creando difficoltà a quei produttori che, fino ad oggi, non avevano mai investito in questo senso, ma che ora devono cambiare atteggiamento verso la digitalizzazione. Professionisti capaci di guidarli ci sono. La nostra azienda ne è un esempio.

Certo se parliamo di spostamenti fisici nelle cantine. Di visite, degustazioni e acquisti, torneranno. Ma perché accada ci vorrà qualche mese. Fidelizzare oggi vuol dire accogliere domani.

 

Novità tra le novità i wine selzer. Negli Usa sono già un must, con un po’ di vino potrebbero essere il nuovo mercato su cui investire. Sanno così di salutare!

Tra le novità il decollo del mercato dei wine seltzer. Espressione ispirata agli hard seltzer, bevande sostanzialmente a base di acqua ma aromatizzate con frutta, o alcol. Negli Usa impazzano e sono ritenuti  una valida alternativa, se vogliamo più salutare, al classico alcolico. Anche nel vino, dunque, sembra che questa tendenza prenderà il volo. Almeno stando a Wine Intelligence. Negli Stati Uniti, d’altra parte, cresce a tre cifre e nei prossimi due anni sembra che triplicherà. E questo lo dice l’Iwsr. Insomma, le aziende anche a questa realtà dovranno strizzare l’occhio.

Perché sia wine seltzer invece della frutta o qualsiasi altro alcolico, basterà dunque metterci un buon vino e noi siamo pronti ad inserire questa particolarità nella nostra Carta dei Vini per supportare i nostri produttori! Sarà così? A dire il vero lo speriamo perché vorrebbe dire che il 2021 di sorprese ce ne ha sì riservate, ma nel senso migliore. Insomma significherebbe essere davvero tornati alla normalità!