Sette quelle che sapranno affermarsi con forza nell'anno appena iniziato per la prestigiosa rivista che incorona l'Italia e con lei altre tre regioni del Vecchio Continente. A farsi sentire (fuori Ue) Washington Dc e Sud Africa

La prestigiosa rivista americana Forbes ha interpellato i sommelier a stelle e strisce chiedendo loro quali siano le regioni da tenere d’occhio nel 2024 e tra le sette indicate ben due sono italiane: Sicilia e Lazio.
Con loro ci sono Grecia, Armenia, lo stato di Washington, la Valle del Douro e il Sud Africa. Uno spaccato di mondo in parte poco conosciuto e che invece inizia a far sentir chiara la sua voce o forse sarebbe il caso di dire, a far sentire il suo sapore.

 

Due delle sette regioni del vino che faranno parlare (bene) nel 2024 sono italiane: ecco quali e perché

Vista dell’Etna (foto Pixabay)

 

 

Sicilia

Il punto di partenza è quello della “bella sorpresa” che sono capaci di fare i sommelier nel versare vini eccellenti ce non si conoscono e per loro nel 2024 saranno sette le regioni del mondo che sapranno regalarci proprio queste emozioni e tra queste ci sono realtà con storie millenarie in tema “viticoltura”, ma che ora si stanno facendo conoscere ben oltre i loro confini, o anche da luoghi magari “snobbati” che invece hanno moltissimo da dire.

Appartiene di certo alla prima categoria la Sicilia che è l prima delle sette regioni citate da tre dei sommelier interpellati e cioè Nicholas Schulman, direttore del vino di Rpm Italian a Washington D, Daniel Beedle che è assistente direttore del settore cibo e bevande al Kimpton The Forum Hotel e Sam Bogue direttore delle bevande del Flour + Water Hospitality Group.

Il primo paragona l’effetto del “White Lotus” sulla Sicilia (serie tv Hbo) a quello che ha avuto il film Sydeways sul Merlo della California. La seconda stagione della serie trasmessa da Hbo, fa sapere, ha portato ad un notevole aumento della richiesta di vini siciliani parlando di una terra (e del suo vulcano, l’Etna) che sa regalare vini “unici, emozionanti e che “rivaleggiano con i grandi Borgogna e Barolo”.

D’accordo sul prestigio mondiale che i vini di questa terra si stanno guadagnando anche Beedle che di vini siciliani ne vede sempre più sia nelle cantine che sulle carte dei vini. Vini, aggiunge Bouge, “perfettamente in sintonia con il palato californiano”. Vino di terra vulcanica tale che “non c’è limite a ciò che la Sicilia può portare in tavola”. Da lui anche un consiglio: “bevi più Zibibbo”, vino dolce tra i simboli indiscussi dell’enologia del Bel Paese.

 

Lazio

Per quanto riguarda il Lazio Jason Alexander, direttore del vino per “Che Fico” di San Francisco lo dice chiaramente: nel 2024 guarda proprio alla regione italiana, Una regione che “continua ad evolversi” afferma grazie a un importante ricambio generazionale che sta riscoprendo tutte le uve autoctone della regione.

Tra questi cita Andrea Occhipinti e cioè uno di quelli che, come altri, sta “completamente reinventando ciò che è possibile con il contatto con le bucce aggiungendo profondità e consistenza alle uve bianche come Procanico ed esplorando le possibilità dei vini rossi secchi dell’Aleatico, precedentemente noto per i suoi vini rossi dolci”.

Insomma un viaggio di scoperta e ricoperta in cui ciò che è stato e ciò che è si incontrano dando vita ad un nuovo e duraturo matrimonio felice.

 

La “rivincita” di Grecia e Armenia: tra le regioni vinicole del 2024 ci sono anche loro

Grecia – foto pixabay

 

Grecia

Anche il vino greco si sta prendendo la sua rivincita anche grazie al fatto che, dice sempre Schulman, negli States aumentano i ristoranti greci e mediterranei. Secondo Danya Degen, direttore generale e direttore del vino di Meli a Washington Dc c’è maggiore conoscenza tra i consumatori che non solo scoprono vini del nord della Grecia dome quelli di Naossa e Drama, ma si spostano sulle isole con i calici di Creta su tutti.

 

Armenia

Se parliamo di rivincite quella dell’Armenia non può che essere definita così.Come ricorda Forbes nonostante qui si trovi l’azienda vinicola più antica del mondo con l’arrivo dell’Unione Sovietica è stata “dimenticata “per far spazio alla Georgia divenuta centro di produzione del vino con l’Armenia cui è spettata quella del brandy. Negli ultimi vent’anni però tanti produttori hanno voluto che si riscoprisse quanto ha dato, dà e può dare questa terra all’enologia grazie alle sue uve autoctone come
come Voskehat, Areni Noir, Tozot (che, se preparato bene, beve come Cru Beaujolais) e Kangun. Un mondo “antico”, ma con tanto “nuovo” da scoprire.


Non solo Porto, nella Valle del Douro (Portogallo) l’eccellenza del vino è fatta di tanta autoctonicità

Vigneto del Douro – Pixabay

Restando in Europa continua l’ascesa della Valle del Douro, piccola regione del Portogallo famosa soprattutto per il suo Porto. Per il direttore del Vino per Rpm Steak, Rpm Italian, Rpm Seafood a Chicago è questa la regione cui guardare nel 2023.

Ripidi pendii e clima caldo, assicura, permettono ai vitigni autoctoni di regalare “vini ricchi e corposi, con aromi fruttati audaci e una distinta mineralità”.

Insomma un terroir unico, una grande qualità e sempre più apprezzamento da addetti ai lavori e consumatori: un’altro viaggio nell’eccellenza che vale proprio la pena di fare.


Fuori dal “Vecchio Continente” ci sono Washington Dc e Sud Africa a farsi notare: il 2024 è anche il loro anno

Un vigneto in Sud Africa – foto pixabay

Spostandosi fuori dal “Vecchio continente” sono due le regioni da guardare. Lo stato di Washington Dc e il Sud Africa.

 

Washington Dc

Con il primo si gioca in casa Usa, con i suoi vini sempre più presenti sulle carte dei dei ristoranti Usa spiega Stephen Sherry direttore del vino del Melanie Wine Bar. Si scoprono soprattutto produttori più piccoli, ma capaci di regalare grandi eccellenze. Piccoli produttori capaci, afferma, di viaggiare alla pari con quelli della ben nota (se parliamo di viticoltura a Stelle e Strisce) California.

 

Sud Africa

Spostandoci in Sud Africa Ray Schoals, sommelier de La Fête Wine Co. e fondatore di The Black Owned Wine Review sottolinea come anche da queste parti ci siano “straordianri produttori”. E che sia una terra di “fermento” lo rimarca anche il sommelier, scrittore e autore Jim Clarke che esalta il suo Chening Blanc, la varietà più coltivata in Sud Afdica e che si è preso già una bella fetta di mercato degli Usa.

Sette regioni per sette viaggi diversi da fare anche stando comodamente in casa: basta un calice e la voglia di esplorare per dire anche noi, al primo sorso, ma “che bella sopresa”