Varato il pacchetto a sostegno dei produttori di vino. Soddisfatti gli addetti ai lavori. Le scelte aiutano i grandi, ma anche i piccoli produttori

L’Unione Europea vara le misure anti-crisi e viene incontro ai produttori italiani, concedendo una boccata d’ossigeno alla nostra enologia. Varate le nuove misure europee per sostenere il settore e gli addetti ai lavori sembrano essere decisamente soddisfatti.

 

Misure anti-crisi: 300 milioni di euro all’Italia per ristrutturare vigneti, fare investimenti tecnologici e promuovere il proprio brand all’estero

La crisi c’è ed è innegabile. Tante le giacenze e l’invenduto rimasto confinato in cantina con una vendemmia sempre più vicina che può e deve rappresentare la ripartenza. Certo è che il sostegno economico, in questo frangente, è fondamentale, e l’Unione Europea all’Italia destina 300 milioni di euro per la ristrutturazione dei vigneti, gli investimenti tecnologici in cantina e, soprattutto, gli investimenti per promuovere il proprio brand all’estero. Questo il piano nazionale varato per il nostro Paese che, soprattutto sull’ultimo tema, riveste particolare importanza se si considera che all’estero, l’Italia, invia il 50% delle bottiglie prodotte.

Misure che, va detto, servono a gettare un salvagente soprattutto ai grandi vini, quelli di maggiore qualità. Il vino che è, di fatto, il nostro ambasciatore nel mondo.

 

Attenzione anche ai più ‘piccoli’

Se per i “grandi del vino” si punta quindi su una ripartenza in nome del sostegno economico, per tutti i produttori e quindi anche i più piccoli che pur garantendo un’alta qualità non hanno certo le spalle forti come i grandi gruppi, l’Unione detta mirate misure anti-crisi. In primis il pagamento degli anticipi pari al 100% delle spese sostenute per coloro che hanno deciso di destinare parte dell’invenduto alla cosiddetta “distillazione di crisi” o allo stoccaggio privato dettato dal difficile momento legato alla pandemia.

 

Tra le misure anti-crisi varate dalla Ue, piace la possibilità di fare accordi in deroga alle regole di concorrenza

E’ certamente questa una delle misure più apprezzate tra quelle anti-crisi varate dall’Unione Europea: la possibilità di fare accordi in deroga alle regole di concorrenza. Tradotto, vuol dire che agricoltori, associazioni di agricoltori, associazioni delle stesse, organizzazioni di produttori riconosciute, associazioni di organizzazioni di produttori riconosciute e le organizzazioni interprofessionali riconosciute, sono autorizzati a concludere accordi relativi alla produzione di uve da vino e adottare decisioni comuni relative alla produzione di uve da vino e di vino per quanto riguarda la trasformazione, il trattamento, lo stoccaggio, la promozione comune, i requisiti di qualità e la pianificazione temporanea della produzione.

Gli accordi non possono però fissare i prezzi e devono durare al massimo sei mesi dall’entrata in vigore del regolamento, cioè da oggi.