L'iniziativa che vede lavorare insieme Bottega Tettoia Pinardi e Casa Don Bosco Dab è una storia che, in queste festività, ci dobbiamo raccontare

Mai come quest’anno siamo alla ricerca della magia del Natale. E dove trovarla se non negli occhi entusiasti di un bambino? Se fosse una favola potrebbe essere una rivisitazione del Pinocchio di Collodi, quella dove un pezzo di legno diventa prima burattino e poi bambino.

Ma quella che stanno scrivendo insieme la Bottega Tettoia Pinardi e il laboratorio artigiano della Casa Don Bosco Dab ha un sapore decisamente diverso.

La magia del Natale è una favola del riciclo dove il ciclo delle cose rappresenta una rinascita di chi dona, chi trasforma e chi riceve!

Riutilizzo, riciclo. Chiamatelo un po’ come volete. Ma in festività fatte  di ristrettezze fisiche e non, quello che accade nella “ricicolofficina” della comunità di recupero per adolescenti in difficoltà familiari e comportamentali di Albarè, a Costemano sul Garda, porta con sè davvero la magia del Natale.

E’ qui, infatti, che i ragazzi del Villaggio Educativo Salesiano che sorge sul Lago di Garda, realizzano con le vecchie botti, come si legge sul sito dell’azienda Tinozzi, giochi in legno che stimolano l’intelligenza e quindi giochi matematici o inerenti le leggi della statica e la geometria, ma anche oggettistica e idee regalo.

I lavori, ovviamente, sono ispirati al mondo agricolo e quello enologico.

La notizia la troviamo su WineNews ed è di quelle che, in tempi di paure e preoccupazioni, merita di essere raccontata. Se una botte può rinascere, e farlo dalle mani di chi cerca la sua di rinascita, allora la pandemia è un momento che passerà perché tutti possano tornare a sorridere.

Per i ragazzi l’occasione di fare un’esperienza formativa. Per tutti noi l’occasione di fare un dono, magari proprio ai più piccini con i giocattoli realizzati, che ridiano valore al senso del dono come momento di condivisione e portatore di un racconto che, oggi, rappresenta davvero una piccola grande favola. E quante storie potremmo raccontare loro con la nostra fantasia parlando di una botte che, oggi, ha saputo diventare altro grazie al cuore e le mani di chi ci ha donato un po’ di sè.