Dal 1 gennaio la fusione dei tre Consorzi della denominazione è realtà. E si pensa al futuro. Su tutto c'è la voglia di internazionalizzazione

Il Capodanno è passato da un pezzo, ma merita un brindisi il debutto del nuovo Consorzio di tutela del Lambrusco. O meglio sarebbe dire di tutte le tipologie dei Lambruschi Doc dell’Emilia Romagna. E’ stato infatti presentato nel consiglio d’amministrazione il marchio che caratterizza l’immagine coordinata dell’organismo.

Inizia da qui una nuova storia che, siamo certi, porterà grandi soddisfazioni.

Consorzio di Tutela del Lambrusco: dal 1 gennaio un unica realtà per un grande obiettivo…l’internazionalizzazione

Il nuovo Consorzio è nato ufficialmente il 1 gennaio ed è stato l’atto finale dell’accordo di fusione tra tutti i Consorzi esistenti: il Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena, il Consorzio per la Tutela e la promozione dei vini Dop Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa e Consorzio di tutela Vini del Reno Doc. Il nuovo organismo di tutela rappresenta otto denominazioni che si trovano tra Modena e Reggio Emilia. Parliamo del Lambrusco Doc, Lambrusco di Sorbara Doc, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc, Lambrusco Salamino di Santa Croce Doc, Reggiano Doc, Colli di Scandiano e di Canossa Doc, Reno Doc e bianco di Castelfranco Emilia Igt. Parliamo di 16mila ettari di vite da tutelare e una produzione che nel 2020 ha superato del 3% i 42 milioni di bottiglie di Lambrusco Doc del 2019.

Presidente è stato eletto Claudio Biondi, già presidente del Consorzio di Tutela del Lambrusco di Modena che sulla nascita della nuova realtà ha detto: “quello che ha portato all’unificazione del variegato mondo del Lambrusco è stato un percorso lungo. Ora la sfida sarà definire le strategie di comunicazione e i progetti di promozione più efficaci, sia a livello nazionale che internazionale, continuando ad apportare un contributo in un settore che, come tutti, ha subito i contraccolpi della recente pandemia”.

 

Si parte dal nuovo marchio: un vero e proprio “sigillo” espressione di volontà

Per un nuovo Consorzio un nuovo marchio. Si parte da qui. L’immagine scelta  ha all’interno un capolettera L sinusoidale. “Una forma – spiega il presidente Consorzio Tutela del Lambrusco Claudio Biondi – che vuole richiamare il movimento brioso delle bollicine presenti in tutte le versioni di Lambrusco e, allo stesso tempo, ricorda quasi un sigillo, come quelli in ceralacca che chiudono le lettere e i regali più intimi e preziosi“. Anche il sigillo, immaginiamo, di un’unione che vuole far bene per una denominazione simbolo del Bel Paese. E noi, oggi, brindiamo al suo domani!