Torna la mostra che esalta il significato della vite in prossimità delle festività natalizie. Una mostra unica da gustare a sorsi di vin brulè

E’ tempo di presepi e al castello di Casale Monferrato ce ne sono di unici: quelli che prendono vita tra i tralci di una vite. Un gioco di parole per descrivere una mostra imperdibile per chi ama le festività, il Natale e il suo significato più profondo.

Il successo del 2018 ha spinto il Comitato Casale Monferrato Cpitale della Doc a riproporre una mostra che non solo è un omaggio al Natale e alla nascita di Gesù, ma anche alla vite, la cui simbolicità affonda le radici lontano del tempo. Dal paganesimo, al cattolicesimo fino alla modernità ha avuto, nella cultura, un ruolo importantissimo e con questa mostra se ne esalta l’essenza.

La vite è vita: dopo il successo del 2019 la mostra dei presepi Doc torna per il secondo anno consecutivo

La mostra sarà ospitata nel Centro di Documentazione della Doc, al primo piano del castello paleologo di Casale. Apertura al pubblico il 7-8 dicembre e il weekend successivo. Nato proprio dalla volontà di Gianni Ganora e Francesco Salubro, i due artisti artigiani artefici di queste meraviglie, l’esposizione è nata proprio per esaltare il legame tra la vite e le festività natalizie. Il presepe, dunque, come narrazione di antichi significati.

La vite, nelle Sacre Scritture, è simbolo di benessere, fecondità e benedizione con il grappolo d’uva simbolo della Terra Promessa. Nel Nuovo Testamento la vite è addirittura il simbolo di Gesù, fonte della vita vera e autentica. Nota a tutti la parabola delle Nozze di Cana quando Gesù trasforma l’acqua in vino, rappresentazione del sangue di Cristo che dona la vita e l’amore per suggellare la nuova alleanza con gli uomini.

Valori religiosi, certo, ma dentro i quali si nascono valori universali come pace e condivisione.

Quella di Casale Monferrato è dunque ben più di una semplice mostra di presepi. Una visita sarebbe proprio da fare anche per gustare, ammirano, dell’ottimo Vin Brulè accompagnato dai mitici Krumiri Rossi.