Grazie a 42 produttori è nata la nuova realtà e il neo presidente ha le idee chiare sul futuro della viticoltura del territorio

Era l’unico che mancava, ma ora anche la Valle d’Aosta ha il suo consorzio di tutela per le sue eccellenze enologiche. La nuova realtà, volta da 42 produttori, ingloba l’associazione dei viticoltori Vival. Sarà il neo presidente Stefano Di Francesco a guidare le attività e le scelte della neonata realtà che, in realtà, di storia ne ha da vendere.

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Ora in Italia i consorzi sono 123: da oggi a fare la storia della viticoltura della Valle d’Aosta sono i suoi produttori

I 42 produttori che fanno parte del nuovo consorzio, insieme, contano una produzione di 2milioni di bottiglie doc l’anno. Con la Valle d’Aosta in Italia i consorzi diventano 123 e sebbene non abbiano aderito tutti i produttori, la gran parte ha detto sì alla sua formazione: rappresentano il 90% della produzione di vino doc di tutta la regione. L’auspicio di Andrea Barmaz, presidente uscente di Vival, è che anche gli altri si convincano e completino il quadro del nuovo consorzio.

Per lui è un momento storico visto che ora non dovrà più essere più l’amministrazione regionale a parlare per il settore sebbene non manchi il ringraziamento che questa al settore ha sempre garantito. Da oggi protagonisti della loro storia diventano i produttori. Sul futuro il neo presidente, che al suo fianco avrà come vice André Gerbore, sembra avere le idee chiare. Il primo passo sarà quello di adattare il disciplinare alle esigenze tecniche e produttive attuali, dichiara. “Il consorzio lavorerà alla valorizzazione dei vini della Valle d’Aosta. Creo che non ci sia molto da inventare, ma c’è da prendere esempio dagli altri consorzi. Vogliamo includere chi non ha aderito – ribadisce anche Di Francesco facendo capire che siamo una quadra unica”.

La sede del consorzio è davvero unica. Sarà infatti la Grandze del castello di Aymavilles ad ospitarlo. La regione può contare su 38 vitigni riconosciuti per la coltivazione: 22 a bacca rossa, 14 a bacca bianca e 2 a bacca grigia. Per l’assessore regionale all’agricoltura Davide Sapinet la nascita della nuova realtà è un segnale di speranza: “spesso – dichiara – è nei momenti difficili che si trova la forza e si fa quadrato per creare qualcosa che servirà anche alle generazioni di vignerons che arriveranno”. D’altra parte la Valle d’Aosta è una di quelle regioni abituata alle sfide: è una terra di viticoltura eroica!