L'indagine Coldiretti parla chiaro: il vino 'fuori dal vino' dà lavoro a 1,3 milioni di persone. Ed ecco un nuovo studio sulle vinacce che conferma i benefici per il nostro corpo: fanno bene a stomaco e intestino!

Il vino è tante cose, anche new economy, nel senso che è talmente versatile che, grazie ad esso, esiste un mondo parallelo a quello dei calici che oggi, tra prodotti alimentari innovativi e cosmetici, vale davvero tanto e soprattutto dà lavoro ad un milione di persone.

E’ quanto emerso da un’indagine Coldiretti presentata in occasione del Vinitaly Special Edition. Una rilevazione che cade proprio a fagiolo, come si suol dire. Sì perché proprio oggi su The Drink Business è uscito un articolo sull’ennesimo studio condotto sugli “avanzi del vino” che, a quanto pare, hanno effetti molto benefici sul nostro intestino a riprova che il loro uso al di là del calice, funziona.

 

Nella new economy nel vino ogni grappolo dà lavoro a 20 settori diversi da quello prettamente enologico

Andiamo per ordine e restiamo sull’indagine Coldiretti. Stupefacente scoprire che la raccolta di un solo grappolo di uva rappresenta lavoro per ben 20 settori diversi. Dall’agricoltura al vetro, dai trasporti al vivaismo…senza contare enoturismo, editoria, informatica e laboratori di analisi.

Definirlo traino solo dell’agricoltura è, praticamente, riduttivo. Nel caso non lo sapeste esistono persino le birre di vino ed esempio, spiega Coldiretti, è quella che si produce in Lombardia con il Moscato di Scanzano, una delle docg più piccole d’Italia. Altre birre vengono fatte con il mosto d’uva dopo l’appassimento, con il Moscato Giallo e in Sicilia è frutto addirittura del mitico Zibibbo.

Siamo in piena guerra per il Prosek, e il Prosecco, ahinoi, è uno dei prodotti più soggetto a imitazioni e frodi. E non c’è da stupirsi dato che la sua versatilità, come la sua unicità nei flute, è decisamente unica. In Veneto, infatti, il Prosecco è utile anche all’affinamento di un pregiato formaggio e c’è chi si è inventato la caramella all’Amarone.

Se dunque è nel cibo che troviamo tanto, ma tanto vino…ancora di più il settore enologico si sta convertendo nella new economy del beauty.

 

Wine Beauty: nella new economy del vino è un settore che cammina, e tanto…il vino è amico della nostra pelle e della nostra età!

 

Tanto tempo fa vi abbiamo raccontato della vinoterapia (vi rinfreschiamo la memoria) , ma non c’è solo quella. Ad entrare nel merito è stata la Coldiretti Donne Impresa. Sapete che i vigneti di Soave del Veneto sono il segreto di profumi esclusivi? O, altro esempio, che esistono creme per il viso e docciaschiuma che nascono dal nettaro di bacco. Un esempio? La Freisa d’Asti.

Della vite, diciamolo, non si butta via niente. Vino, foglie e parti dei semi dell’uva, nonché i vinaccioli (ricchi di polifenoli notoriamente antiossidanti che influscono non poco sulla nostra salute), vengono usati in Umbria per una linea ad hoc di prodotti di bellezza. In Emilia Romagna l’uva diventa anche balsamo labbra anti-age, burro per il corpo e dopobarba.

Come rileva Coldiretti una pregiata crema per il corpo si ricava dal Merlot in Emilia Romagna, e le vinacce dei rossi d’Ischia (Piedirosso e Guarnaccia per citarne alcuni), vengono usato per sieri anti-age. Insomma le tante ricerche di cui ci capita spesso di parlare hanno davvero il loro perché e, a guardar bene, creano economia.

Se volete provare potreste farlo con lo shampoo al vino Rosso Piceno e gli esfolianti viso e corpo al Verdicchio dei Castelli di Jesi. Tra i tanti vitigni che fanno bene alla salute (nel senso estetico del termine), c’è anche la Barbera con altre varietà dell’Oltrepò Pavese che diventano anche saponette naturali!

 

Lo studio della Cornell University sulle vinacce: sono un toccasana per stomaco e intestino

Abbiamo citato proprio nel rush finale la vinaccia che, a quanto pare, ha una grandissima versatilità. Lo dice uno studio della Cornell University riportato da The Drink Business. La polpa che resta dell’uva quando viene scacciata, a quanto pare, ha effetti benefici su stomaco e intestino.

Lo ha affermato Elad Tako, professore associato di scienze alimentari presso il College of Agriculture and Life Scinces sulla rivista di ricerca ScienceDaily. Tako che ha aggiunto: “se possiamo usare la vinaccia per estrarre composti chiave o usarli come ingrediente alimentare da incorporare al cibo, allora può essere una fonte molto sostenibile di composti nutrizionali con benefici per la salute”.

Lo studio è stato condotto su vitigni “stranieri” per ovvie ragione. Nello specifico su vitigni a bacca rossa tipica della regione dei Finger Lakes di New York. E rieccoli: i polifenoli. Siamo certi che anche i nostri…andranno benissimo!