Il 22 novembre 1963 il Presidente fu assassinato a Dallas. Oggi, nell'anniversario di quel tragico giorno, vi raccontiamo la storia che lo vuole italiano, amante del buon vino della sua stirpe e destinato ad una vita che ne riflette gli antichi caratteri

Il mito, spesso, nasce dalla tragedia. Ce lo insegnano i greci che, nella letteratura, della tragedia sono i padri. Ce lo insegna la storia, da quella antica a quella moderna. Oggi, 22 novembre, ricorre un evento tragico. Uno di quelli che la storia l’ha segnata e che, nell’immaginario, ha creato un vero e proprio mito. Era il 1963. Siamo a Dallas. Lee Harvey Oswald spara e colpisce in pieno, uccidendolo, il presidente John Fitzgerald Kennedy. L’America, da quel momento, non sarà più la stessa.

E come tutte le tragedie che si rispettano, il sospetto aleggerà sempre su questa vicenda tra idee di cospirazione e verità mai rivelate. Verità che l’attuale presidente, Donald Trump, ha messo online secretando ancora però, almeno per ora, quei file che potrebbero mettere un punto ad una vicenda i cui silenzi hanno contribuito a creare il mito: del presidente sì, ma ancor più dell’uomo. Cinquantaquattro anni dopo, nell’anniversario di Kennedy, vogliamo raccontarvi qualcosa di lui. La sua italianità, nelle origini, ma anche nei gusti. Sono stati tanti i presidenti americani che in qualche modo hanno amato il vino italiano. Trump ne ha fatto un business, lui ne era un grande estimatore ed un collezionista. E tra i vini che non mancavano mai nella sua cantina c’erano anche quelli italiani. Quelli che appartenevano alle sue origini lontane.

 

John Fitzgerald Kennedy: le origini italiane del “figlio di Gerald”….

 

John Fitzgerald Kennedy primo piano

 

Cinque mesi prima di morire John Fitzgerald Kennedy affermò: “anche nelle mie vene, come nelle vostre, scorre sangue italiano”. Era il 12 ottobre e l’occasione quella del Columbus Day, la grande festa degli italiani negli Stati Uniti. In quell’occasione il presidente confesso, in sostanza, che era il nonno a dirgli che era così.

A riportare le sue parole è la famiglia da cui, lontamente, discenderebbe il presidente Kennedy, i Gherardini. Di tale legame, a quanto pare, Kennedy in qualche modo venne a sapere. Non sappiamo se fu l’articolo apparso sul settimanale Gente nel 1962. Ma certo è che in quell’articolo fu il Conte Antonello Geraldini a tracciare questo antico legame, sperando che notizia ne arrivasse al presidente. Studioso della sua casata, ripescò uno scritto del ‘500 di Frà Domenico da Rosario Odaly, domenicano: Relativo Geraldinorumi in Hibernia, ovvero in Irlanda. Qui si legge: “Mauritius fitz vel filius Geraldino de Wendesoria, primis Geraldinorum appulit in Hibernia una cum Thoma et Gherardo”. Abbreviando la traduzione FitzGerald in latino sta per “nato geraldini”

“Gli avi materni del presidente Kennedy – afferma nell’articolo il conte – sono con assoluta certezza italiani. Il cognome FitGerald altro non è che la trasformazione irlandese del cognome italiano Geraldini, che io stesso porto. E posso dimostrare, sulla base di testimonianze dell’epoca, come avvenne che alcune famiglie Geraldini si trapiantarono dall’Italia in Gran Bretagna e poi in Irlanda diventando FitzGerald, figli di Gerald”.

 

Due indizi importanti

Non ripercorreremo tutta la storia che potete leggere direttamente nell’articolo, ci limiteremo a dire che questo asse Italia – Irlanda – Inghilterra, affonda le sue radici nella storia fiorentina. E’ da qui, infatti, che furono cacciati, al tempo dei Guelfi e Ghibellini, alcuni membri della casata che in Irlanda trovarono la loro seconda vita. Testimonianza è nell’introduzione della Divina Commedia di Dante che parla dei tre fratelli Tommaso, Gerardo e Maurizio “dell’antichissima famiglia dei Geraldini di Firenze, mandati in esidilio per dissensioni civili”. Ghibellini, furono infatti cacciati dai Guelfi così come il poeta di cui erano compagni, approdando in Inghilterra nel 1302.  Qui furono fatti Signori tanto che, tempo dopo, ovvero il 27 maggio 1507, Gerardo FitzGerald, vicerè d’Irlanda, scrisse proprio ai Gheraldini di Firenze chiedendo di conoscere la storia dei suoi antenati. Insomma, il legame, si afferma, è innegabile.

 

John Fitzgerald Kennedy: il Chianti Classico sempre in tavola alla Casa Bianca…

 

John Fitzgerald Kennedy Vignamaggio

Ph: scorcio di Vignamaggio nel  Chianti Classico – Commons Wikipedia

Passano ben 52 anni dall’articolo apparso su Gente. Nel 2014 sulla vicenda, con un approfondito e lungo articolo, l’italianità di Kennedy viene raccontata dal settimanale Sette che documenta tutta la vicenda e quel legame, fortissimo, del presidente con il vino. Certo, a testimoniarlo sarà la sua cantina e i vini che gli appartennero e finirono all’asta. Quelli, a dirla tutta, erano tutti francesi. Ma, a quanto pare, a tavola si beveva proprio il vino della casata Gheradini. L’articolo, a firma di Daniela Cavini, esordisce proprio così: “Il vino era di famiglia. Sulla tavola di John Fitzgerald Kennedy, alla Casa bianca, casse di Chianti Classico arrivavano direttamente dalla Toscana, inviate dai Gerardini. Una casata di antica nobilità feudale, di sangue caldo e mente fredda”.

“Un lignaggio ribelle, sempre con la spada in mano. Mai nessuna stipre subì più confische o esili nella Toscana medioevale, mai nessuna pianse più morti. Quella dei Gerardini è una storia di sconfitte, di ricchezze costruite e perse, di mari attraversati, di eroi abbattuti. Una storia in cui si può salpare da mercenari e diventare Vicerè. Si può sbarcare da braccianti e forgiarsi un destino da Presidenti”. Quella della dinastia dei Kennedy non è forse stata la storia di una famiglia dal sangue caldo e la mente fredda, capace di toccare l’Olimpo e vivere grandi tragedie che hanno segnato per sempre il destino dei suoi eroi? A noi piace immaginarla un po’ così e pensare a quei giorni in cui, alla Casa Bianca, si sorseggiava il Chianti di una famiglia che il destino ha voluto perdesse anche quel luogo dove quel vino nasce ancora.

 

Il vino dei padri che arrivava da Vignamaggio, casa di Monna Lisa, oggi azienda straniera

Sono stati i capitali stranieri, nel 2014, ad acquistare la villa di Vignamaggio, nota come la villa di Monna Lisa: sì proprio lei! Era questa la tenuta della famiglia Gherardini ed è qui che, nel 1479 nacque la celebre “Gioconda” figlia di Anton Maria Gherardini, poi moglie di Francesco di Bartolomeo del Giocondo (se non lo sapevate il nome dato poi al quadro di Leonardo venne proprio da qui).

Storica dimora toscana è una delle vielle del Chianti Classico più belle in assoluto. Siamo a Greve di Chianti e i 42 dei suoi 160 ettari di terreno sono proprio destinati al Chianti Classico. In realtà già al momento dell’acquisto la villa era di proprietà della famiglia Sanminiatelli che la vendette nel 1988 e che ne aveva già ristrutturato cantina e vigneti. Il vino qui, però, la famiglia Gherardini lo produceva già da oltre 600 anni. Una curiosità. E’ stata il set, nel 1993, del film diretto da Kenneth Branagh e tratto dall’omonima opera di Sheakespeare, “Molto rumore per nulla”. Ma di rumore, questa storia, ne ha invece fatto tanto e sono tante le cose che ha da raccontare. Quella del presidente Kennedy è una di quelle che testimonia l’amore che ebbe per il vino. Anche quello dei suoi antenati!

 

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