Indagine Wine Monitor: per l'80% degli italiani i consumo sarà lo stesso di prima. L'indagine ottimista di Wine Monitor. Sono le aziende che devono prepararsi ai cambiamenti

Italiani fedeli ai calici. Finalmente un po’ di positività basata sui numeri: il vino non soffrirà il post pandemia, anzi per l’80% degli italiani il consumo sarà esattamente lo stesso di prima. Abbiamo scelto una linea che sapesse guardare al futuro in questa settimana, e la ricerca presentata da Nomisma Wine Monitor su “Gli effetti del lockdown sui consumi di vino in Italia” ci rincuora.

 

Italiani fedeli ai calici: ciò che era ieri sarà domani. E in lockdown la scelta è stata dettata da relax e abbinamenti culinari

 

Non è stato di certo l’aumento delle vendite nella Gdo a migliorare una difficile condizione, ma se è vero che il lockdown ha inevitabilmente delineato una crisi nel settore vino, è pur vero i consumatori sono pronti a ripartire a calici pieni. Solo il 55% degli amanti del buon bere in tempo di pandemia ha mantenuto le sue abitudini, con tre persone su 10, in un’indagine che ne ha coinvolte mille, che affermano di aver bevuto meno vino vino e birra con il 14% che ne ha consumato in quantita maggiore. Eppure il futuro, con una grande dose di ottimismo, potrebbe essere più roseo del previsto.

Il bisogno di normalità passa per quello di tornare a vivere fuori di casa. Passa, in sostanza, per la voglia di tornare a socializzare, fatte salve tutte le misure di sicurezza. Ma meglio un calice con un amico a un metro di distanza che il consumo in solitaria. E’ quanto emerge dallo studio Nomisma che parla di un 80% dei consumatori che vogliono tornare il prima possibile alla normalità anche per quanto riguarda i consumi. Una buona notizia cui si somma quella dei tanto “ambiti” millennials.Il 25% di loro prevede di aumentare la domanda dei vini “mixati”.

E se qualcosa di buono si può tratte dal lockdown è osservare le tendenze dei consumi casalinghi. Quello che emerge, infatti, è che, soprattutto al sud, il vino sta aiutando nella vita in isolamento fungendo da chiave di relax (23% dei casi). Al nord, invece, è stato anche un ottimo compagno nell’accompagnamento dei piatti (42%). Elementi che, una volta fuori di casa, probabilmente condizioneranno non poco le scelte a seconda delle occasioni.

 

Italiani fedeli ai calici, ma le aziende sono altrettanto pronte alla ripresa? Sì, se coglieranno le opportunità di un cambiamento epocale

Se da una parte ci sono gli italiani fedeli ai calici, dall’altra è inevitabile, per le imprese, ripensarsi. E questo lo ha sottolineato il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, che la ricerca Nomisma l’ha commissionata. Duplice il loro problema: reagire alle tensioni finanziarie e difendersi dalle speculazioni. Sì perché i mercati, lo abbiamo detto e lo ribadiamo, non stanno cambiando, ma sono già cambiati. A cambiare, prima di tutto, i canali di di riferimento.

Un cambiamento di cui Veronafiere vuole essere traghettatore, ha aggiunto Mantovani, offrendo nuovi orizzonti e soluzioni ai produttori. E noi, in questo cambio epocale, ci siamo e ci saremo con i nostri servizi innovativi.

 

Tenere d’occhio le tendenze può essere una chiave di volta

Ci sono molte cose da cui si può ripartire e su cui si può lavorare. E soprattutto da recuperare. Negli ultimi anni, infatti, la curiosità nei consumatori era cresciuta moltissimo. L’impossibilità però di confrontarsi con sommelier e addetti ai lavori ci ha fatti un po’ regredire con un calo di interesse verso le novità che va dal 59 al 73%: Questo vuol dire che un buon modo per ripartire sarà quello di andare a stimolare proprio quella curiosità che con l’isolamento si è un po’ assopita.

D’altra parte, ed è un altro dato positivo, la quarantena ha imposto delle scelte. E gli italiani le hanno fatte chiare. Piccoli produttori, vini sostenibili e vini autoctoni sono quelli che soprattutto sono entrati in casa. Nel primo caso la scelta ha riguardato il 58-65% dei consumatori; nel secondo il 61-65% di loro e nel terzo ben il 76-81%. E queste tendenze, afferma l’indagine, rimarranno tali!

Difficile dire, ad oggi, se l’acquisto online reggerà, ma certo è che la crescita è stata del 20-25%.

Insomma, i consumatori sono pronti alla ripresa…e le aziende? Devono!