Camminare le vigne: luoghi, persone e cultura del vino italiano. L'Alta Scuola di Formazione si prepara e prepara alle sfide del futuro

Un continuo fermento: è il mercato del vino e mai termine fu più appropriato e l’Italia del vino in fermento lo è. Gli scenari, però, sono mutevoli. Se il Bel Paese è uno dei grandi emblemi mondiali quando si parla di vino, è altrettanto vero che la competitività è ormai moltissima. Ancor più da quando l’enoturismo, in ogni sua forma, ha iniziato a prendere piede.

Che a sceglierlo siano semplici appassionati, addetti ai lavori alla ricerca di eccellenze o giornalisti che hanno voglia di raccontarlo, le sue sfaccettature sono ormai molteplici. Ora che ha anche un suo riconoscimento legislativo come ha recentemente ricordato la rivista Forbes, gli operatori del settore enologico e quello turistico devono prendere coscienza di essere loro, ormai, i veri ambasciatori della cultura italiana. Nasce così il nuovo corso dell’Alta Scuola di Formazione Luigi Veronelli: “Camminare le vigne: luoghi, persone e cultura del vino italiano”.

 

 

Per raccontare l’Italia del Vino serve una visione globale di tutto ciò che è e rappresenta

Il corso è dedicato a tutti i professionisti del settore e al suo futuro. Con questo si intendono gli universitari. Nello specifico gli iscritti a corsi di laurea in viticoltura ed enologia, scienze e tecnologie dell’alimentazione e della ristorazione, scienze del turismo e dei beni culturali.

Con loro, come detto, anche chi già opera nel mondo del vino. Non solo produttori, ma anche addetti al marketing, alla comunicazione delle aziende e i loro commerciali. Con loro gli  operatori del commercio vitivinicolo e alimentare di qualità. Il corso è rivolto anche ai proprietari e dipendenti di ristoranti, enoteche e wine bar. Sono loro i primi ad avere a che fare con il pubblico. Infine i giornalisti, i blogger e gli addetti alle pubbliche relazioni, incluse le guide turistiche e tutti coloro che di questo mondo fanno parte.

Una visione a 360 gradi. L’unica perché l’universo del vino italiano, unico e inimitabile già solo per l’unicità della biodiversità che lo contraddistingue, sia raccontato con sapienza da tutti i punti di vista: naturalistico, culturale, storico e del puro gusto.

 

Un macro – obiettivo fatto di piccoli – grandi traguardi

L’obiettivo è tanto semplice quanto complesso vista la vastità del nostro patrimonio: comunicare i vini d’Italia come tratti di un paesaggio culturale esprimendone a pieno il valore e incrementandone la qualità percepita dagli appassionati. Le “chiavi di accesso” a questo magico universo ce le hanno dunque coloro cui è rivolto questa nuova realtà che porta il nome di uno dei simboli dell’enologia italiana nel mondo: Luigi Veronelli.

Un macro-obiettivo raggiungibile solo se capaci di centrarne prima altri. Cosa si studierà? Tutto. Dai fondamenti della cultura gastronomica, alle tecniche di degustazione. C’è poi lo studio di temi tecnico-scientifici cruciali per la filiera vitivinicola. Impossibile non acquisire consapevolezza delle produzioni enologiche e gastronomiche d’Italia per saperne trasmettere il valore. Altresì necessario è sviluppare le competenze utili a comunicarle tali produzioni così che se ne comprenda il significato quando le si definisce “patrimonio culturale, artistico e paesaggistico”.

 

L’Italia del Vino in 180 ore: così si formano i professionisti del futuro

Il corso partirà a maggio 2019 e si concluderà ad ottobre. 180 le ore complessive. 30   30 dedicate alla visita di distretti produttivi d’eccellenza, e 150 alle lezioni in aula. Lezioni, queste ultime che riguarderanno i seguenti argomenti: comprendere il territorio; vigne e vini d’Italia; cultura gastronomica; le capitali della cucina italiana; comunicare la qualità; sensorialità e valutazione. Non mancherà, ovviamente, il Sensorium: il banco d’assaggio a disposizione dei corsisti con un’ampia selezione di vini italiani di eccellenza, in rappresentanza del patrimonio enologico nazionale.

Fuori dall’aula le lezioni si articoleranno alla scoperta di tutta l’eccellenza italiana, dalla formazione all’esperenzialità. Le 30 ore “all’aperto” saranno dunque così strutturate:

    • Moduli Ordinari: quattro appuntamenti della durata di un fine settimana ciascuno presso la Fondazione Giorgio Cini a Venezia.

    • Modulo Intensivo Residenziale: settimana di formazione presso la Fondazione Giorgio Cini a Venezia durante la quale si alterneranno docenti, approfondimenti teorici ed esercitazioni sensoriali.

    • Momenti Esperienziali: tre viaggi studio, della durata di un fine settimana ciascuno, rispettivamente al Nord, al Centro e al Sud Italia, per conoscere territori di elevato interesse gastronomico e culturale.

    • Formazione a Distanza: momenti di attività individuale a integrazione di quanto appreso in aula. Le sessioni formative a distanza si avvarranno di una piattaforma informatica di e-learning che comprenderà specifici servizi di tutoraggio da parte del corpo docente.

    • Attività di Valutazione: al termine del percorso formativo saranno svolti test e colloqui di valutazione finalizzati alla verifica delle competenze acquisite e al conseguimento del diploma di Cultore del Vino Italiano.

 

In cattedra con…

La faculty è composta, oltre che dal Comitato Scientifico, presieduto dal professore Alberto Capatti, e dallo Staff dell’Alta Scuola Italiana di Gastronomia Luigi Veronelli, da figure di rilievo per esperienza e capacità provenienti dal mondo dell’università, della ricerca, della cultura, dell’informazione e dal settore vitivinicolo.

Parliamo di Andrea Alpi, Giacomo Bersanetti, Massimo Bertamini, Andrea Bonini, Giuliano Boni, Gigi Brozzoni, Ilaria Bussoni, Luciano Ferraro, Pierluigi Basso Fossali, Alberto Capatti, Stefano Castriota, Renata Codello, Aldo Colonetti, Enrico Donati, Walter Filiputti, Alberto Grandi, Simonetta Lorigliola, Alberto Natale, Fabio Rizzari, Gian Arturo Rota e Federico Staderini.