A delineare gli itinerari possibili la rivista Forbes che dimostra come, ora che l'enoturismo ha una sua identità, si aprano per il Bel Paese nuove grandi opportunità dalle Alpi ai vulcani di Sicilia

Meglio tardi che mai: aver dato ufficialità, in termini di legge, alla parola enoturismo fa guardare già alla nostra viticoltura, o meglio al turismo ad esso legato, con un occhio diverso. Lo dimostra l’articolo apparso pochi giorni fa su Forbes.

La prestigiosa rivista americana è andata a “scomodare” Philip Curnow, fondatore di Delicious Italy, una guida gastronomica e di viaggio che ha sede proprio a Roma. A lui è stato chiesto di disegnare  possibili itinerari enoturistici nel nostro Paese. Cosa non facile visto che, come si sottolinea, la scelta è tanto ampia da andare dai vigneti alpini dell’estremo nord al terroir vulcanico della Sicilia. Ed è stato lui a sottolineare come grazie al riconoscimento dell’enoturismo come attività a sé stante da parte del Governo italiano, “i produttori sono ora liberi di commercializzare attività che vanno oltre la vinificazione e che in precedenza sarebbero state classificate come turismo”.

 

L’Italia dell’enoturismo non conosce stagionalità, ma solo opportunità

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Un cambiamento importantissimo per un settore, quello del vino, che solo per la produzione fattura miliardi. E che sebbene con l’enoturismo abbia sempre fatto bene, grazie alla forte evocazione della storia che lega uomini e vite nel Bel Paese, non ha mai realmente spiccato il volo. Ora, invece, sono i produttori a poter proporre pacchetti ai tour operatori con la possibilità di vendere anche direttamente le vacanze ai propri clienti.

Ecco che allora Forbes ha disegnato diversi itinerari possibili per gli amanti dell’enoturismo partendo dall’assunto che se quello del Chianti resta il territorio più noto tra gli americani (e non solo), sono tante le opportunità che andrebbero colte per conoscere l’Italia del vino.

Quello dell’enoturismo è un tipo di viaggio che, tra l’altro, non si lega alla stagionalità. Non a quella estiva. Comunque non necessariamente. E questo è un altro grande punto di forza. Lo sottolinea ancora Curnow. Il periodo migliore per una vacanza dal gusto di-vino in Italia? “L’autunno. Sicuramente subito dopo la vendemmia e nei mesi più freddi di ottobre e novembre che hanno preceduto il periodo natalizio. Periodo in cui si combinano vendemmia autunnale, fiere del cibo e del vino novello”.

Se siete quel tipo di vacanzieri che odia il caos delle spiagge preferendogli la semplicità della natura, allora è il momento di prenotare. Dove? Ecco alcune possibilità.

 

Enoturismo oltre il Chianti: tre mete da non perdere

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Ph: la via del vino ai Castelli Romani

Abbiamo detto come, soprattutto tra gli stranieri, il Chianti resti la meta preferita. Eppure esistono luoghi altrettanto meravigliosi da visitare e dove poter gustare ottimi vini. Se il vostro obiettivo è scoprire territori che richiamino la bellezza della terra del Gallo Nero allora Curnow consiglia tre mete.

La prima è la Maremma: la parte più meridionale della Toscana. Da visitare, sottolinea, borghi come Scansano, Magliano, Pitigliano e Manciano. Il vino che non può mancare nel calice? Ovviamente il Morellino.

Scendendo poco a sud si trovano i Castelli Romani. Meta perfetta e vicinissima alla Capitale. “Negli ultimi anni – spiega Curnow – sono stati fatti enormi sforzi per aumentare la qualità e la reputazione dei vini tradizionali di questo territorio. Parliamo del Marino Doc e del Frascati Doc. Non mancano ospitalità e cibo della campagna romana”.

Un balzo fino al nord-est per il terzo itinerario enoturistico possibile: quello del Collio Goriziano. Siamo in Friuli a un passo dalla Slovenia. Castelli sontuosi in cui soggiornare, ristoranti di alta qualità e tanto buon vino. Soprattutto i bianchi. Aree consigliate? Cormons, Capriva del Friuli e Gorizia.

 

L’enoturismo in Italia non è solo lusso, ma anche agriturismo di alto livello

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Ph: la piscina dell’Emidio Pepe Wine Resort

Terre di castelli sì, ma l’Italia non ha mai perso lo stretto legame con l’agricoltura e la semplicità della vita contadina. Evolutasi in varie forme, ha trovato nell’agriturismo una delle sue massime espressioni. Sebbene non tutti rispettino quelli che sono i canoni previsti dalla legge, l’agriturismo ha infatti un’identità ben precisa. E’ una semplice fattoria in cui alcuni edifici sono stati trasformati in alloggi per turisti. I padroni di casa devono essere sul posto e far sì che i loro ospiti mangino ciò che loro stesso producono e, nel caso siano anche viticoltori, accompagnino al cibo il loro vino.

Per Curnow quello da non perdere è in Abruzzo ed è l’Emidio Pepe Country Resort di Torano Nuovo. Un bio-agriturismo costruito secondo i più moderni criteri di eco-sostenibilità dove rilassarvi in piscina, raccogliere frutta e ortaggi dall’orto aziendale e, ovviamente, scoprire i grandi vini della famiglia Pepe.

Se cercate un luogo dove stare immersi nella natura, ma lasciarvi coccolare allora il consiglio di Curnow è di prenotare la vostra vacanza in Sicilia. Per la precisione al Baglio di Pianetto: un agrirelais di Santa Cristina Gela, in provincia di Palermo.

Infine l’eleganza di una villa in Veneto dove natura, lusso e vino sono protagonisti: Villa Cordevigo, un Wine Relais di Cavaion Veronese.

 

Enoturismo itinerante: alcune possibili mete da segnare sulla mappa

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Ph: i terrazzamenti della Valtellina

La vostra vacanza tipo è itinerante? Niente paura l’Italia è tutta da scoprire. Tutte le regioni meriterebbero di essere menzionate, ma per Curdow l’abbinamento bellezza, vino e servizi offerti al viaggiatore ha tre mete preferite. Parliamo di Lombardia, Toscana, e Puglia. Da scoprire, nella prima,  l’area montuosa della Valtellina, tra Morbegno e Aprica a due passi dalla svizzera. Lo ammette lui stesso: “le terrazze costruite a mano dove vengono coltivate le vigne lasciano senza fiato. Le pendici esposte a sud catturano il sole regalandoci il favoloso Docg dello Sforzato di Valtellina”, tanto per citarne uno.

Per chi vuol girare la Toscana consigliata è l’area di Montecucco, in provincia di Grosseto. E’ qui l’unica montagna del sud della Toscana: l’ormai non più vulcanico Monte Amiata. Un territorio a due passi dalla famosa Montalcino e dalla Val d’Orcia. Un mosaico di vignaioli, quelli di Montecucco, che hanno mantenuta salda l’attività familiare.

Infine la Puglia dove scoprire metodi di coltivazione unici e tradizionali e alcuni dei vini rossi più forti d’Italia. “Così forti (a cominciare dal Primitivo di Manduria) – sottolinea Curdow – che non osano trasformare tutto lo zucchero in alcol”.

 

Gusto e convenienza: l’Italia dell’enoturismo ha luoghi ancora da esplorare

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Il viaggio di Forbes a misura di enoturista procede in quelle zone vinicole ancora da scoprire dove l’eccellenza va di pari passo con l’accessibilità economica. Parliamo dell’Abruzzo con il suo Montepulciano e il Trebbiano. Ma anche con quei calici da scoprire che portano il nome di Passerina e Pecorino che i viticoltori stanno riscoprendo. Come nel caso, sottolinea ancora il Virgilio di Forbes, il Feudo Antico di Tollo.

C’è poi il piccolo Molise dove l’Aglianico è re, ma dove la Tintilla è l’eccellenza da conoscere. Infine la Basilicata a marchio Aglianico del Vulture.

 

L’enoturismo dei grandi appassionati passa per le cantine dei Grandi Cru

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Per i grandi amanti del vino tappa obbligata sono le prestigiose cantine dei Grandi Cru. Basta fare una ricerca per trovare i produttori che fanno parte del Comitato Grandi Cru d’Italia, un’associazione di produttori i cui vini hanno costantemente un punteggio elevato nelle classifiche internazionali.

“Un classico – spiega Curdow – è il Piemonte, la regione del Barolo con città e borghi come Monforte d’Alba, La Morra, Castiglione Falletto e Serralunga. Qui si trovano etichette come Cannubi, Crequio, Michele Chiarlo e Bruno Giacosa. C’è poi la Toscana con Biondi Santi. Il Veneto con il Cru Cartizze Valdobbiadene Prosecco Superiore Dogc di Bisol, un’azienda nel comune di Santo Stefano Valdobbiadene”.

 

Enoturismo esperenziale: quando oltre al piacere di assaporare, c’è quello di cucinare

enoturismo cucina

Infine l’enogastronomia. Ogni itinerario ha il binomio perfetto, ma se la vostra intenzione oltre quella di mangiare e bere è quella di imparare le possibilità non mancano. Il cambiamento è in atto e nei prossimi anni, c’è da scommetterci, ci sarà il boom. Al momento è la Toscana quella con la maggiore esperienza se parliamo di corsi di cucina. Molti agriturismi in Italia offrono una specie di esperienza culinaria. Da provare, in Toscana appunto, conclude Curnow, la Country Wine Estate  di Colognole (Livorno) e Borgo Casa al Vento di Gaiole in Chianti (Siena). Consigliata anche Jossetta Saffirio, nel cuore delle Langhe piemontesi.