Il presidente del Centro Studi e Osservatorio Economico Vini ha parlato del progetto "Zibibbo è Pantelleria" a Mary Pop, programma di Radio Rai1 spiegando l'unicità di questo vino dolce e dell'isola che questa eccellenza la regala: Pantelleria

Un evento per valorizzare quello che è già patrimonio Unesco, ma che deve diventare una risorsa economica e sociale che l’unicità la può solo insegnare. Questo è “Zibibbo è Pantelleria” l’evento che si terrà sulla meravigliosa isola siciliana dal 5 al 7 maggio. Un evento voluto dal sindaco Vincenzo Campo che ha deciso di avvalersi della consulenza e la collaborazione di un amico di Enolò: Giampiero Comolli, economista, enologo, giornalista e presidente del Centro Studi e Osservatorio Economico Vini.

Proprio dell’evento, ma anche del fascino eterno di questa terra di confine Comolli ha parlato a Rai Radio1 nel corso della puntata di Mary Pop Live.

La foto pubblicata su Twitter da Radio Rai 1 per lanciare la puntata di Mary Pop Live cui ha partecipato Comolli

L’antica storia di un vino, lo Zibibbo e di un’isola, Pantelleria, che sono simbolo di resilienza e unicità

Un vino simbolo con una storia antichissima che deve diventare un elemento di un “ritorno” fatto di conoscenza e consapevolezza. Lo Zibibbo non è solo un vino dolce simbolo di un territorio, è il vino simbolo di una cultura, di un modo di interpretare la vita dove i luoghi non sono solo cornice, ma forza e identità.

“L’isola di Pantelleria richiama immediatamente la passione di esserci e di conoscere – ha esordito Comolli a Radio Rai 1. Capisci subito di essere su un’isola che ha tra i tremila e i cinquemila anni di abitabilità”. Un’abitabilità, ha ricordato, fatta di grande ingegno. Costruzioni tipiche di questi luoghi sono infatti i dammusi, case costruite con dei tetti che raccolgono l’acqua che diventa vita per la terra. Come ha giustamente sottolineato Comolli, opere di grande intelligenza e “climatiche” laddove oggi tanto si parla di contrasto ai cambiamenti.

Un’antica sostenibilità dove lo Zibibbo è re. Un albero a piccolo fusto, ha detto ancora l’esperto, che viene piantata in un conca lavica e per raccogliere i cui frutti bisogna inginocchiarsi. Una storia di fatica, bellezza ed eccellenza che è già patrimonio Unesco insieme ad altre due unicità: il giardino Pantesco “famoso per l’albero di agrume amaro portato dagli arabi” e per i famosi muretti a secco, altra opera innovativa utile a fermare il forte vento che a volte si leva in questo lembo di terra che affaccia dritto sulla Tunisia.

 

Il futuro dello Zibibbo va scritto e devono farlo i giovani valorizzando un prodotto inimitabile che è identità

Non soltanto l’occasione per Comolli di fare anche un piccolo excursus sullo Zibibbo e la sua storia, ma soprattutto per parlare del futuro che merita. “Il vino Zibibbo è noto in tutto il mondo: prende origine dal Moscato di Alessandria d’Egitto arrivato sull’isola di Pantelleria. Il linguaggio arabo-fenicio lo chiama Zàbib, cioè uva passa”. Da quel momento l’evoluzione linguistica che a noi lo regalerà come Zibibbo.

“E’ un’etichetta fondamentale, uno dei passiti dolci non liquorosi più importanti: è la cosa di cui discuteremo i primi di maggio e di come valorizzare questo grande prodotto facendo in modo, prima di tutto, che non vi siano imitazioni e camuffamenti”.

Una storia di grande resilienza se si pensa che 60 anni fa, ha detto ancora Comolli, “c’erano 5mila ettari vitati e 5mila viticoltori; oggi restano 400 ettari e 350 viticoltori. Si producono si è no 20mila quintali di uva fresca che viene raccolta due, tre volte l’anno dalla stessa pianta: una manodopera eccezionale. C’è bisogno – ha aggiunto parlando a Radio Rai 1- che rimangano i giovani e il grande progetto che stiamo facendo ruota attorno alla necessità da parte del territorio isolano, di avere continuità e di far tornare i giovani che sono giustamente andati a studiare fuori”. Sono loro che devono “recuperare e valorizzare questa cultura e questa conoscenza in modo che l’isola abbia un futuro dove la gente possa vivere con un reddito corretto e congruo, non mettendo la mano dietro la schiena, come solitamente si dice nei detti popolari, per avere quello che ti pagano per la tua uva”.

Insomma un futuro da protagonista per Pantelleria dove, aggiungendo qualche buon consiglio di degustazione, i vini sono ottimi anche con i “baci” tipici di questa terra.

Quindi l’invito per i giorni dal 5 al 7 maggio prossimi è per tutti: tutto il mondo del vino a difesa della unica… autentica… assoluta… inscindibile… unità fra il vitigno e le vigne di Zibibbo con la bellezza e l’accoglienza di Pantelleria, la Perla Nera del Mediterraneo.