L'indagine Cna Liguria lo conferma: sono loro la forza su cui puntare. Loro e la nostra eccellenza enogastronomica. E' ora di affidarsi ai professionisti e conquistare il nuovo turismo che, se attenzionato, non potrà che durare

Ferragosto? all’insegna dei borghi e del turismo esperenziale. Il vino, ancora una volta, si conferma in questo scenario come un motore capace di trainare, ma serve una benzina nuova, a tutto il settore turismo: quella della strategia. Appena pubblicata l’indagine Cna Liguria su come passeremo questo weekend. Tanti gli spunti su cui riflettere, anche per il settore enologico.

 

Indagine Cna: Ferragosto? meglio passarlo in un borgo italiano alla scoperta delle sue eccellenze

I numeri del turismo in Italia si traducono in 230mila imprese, di cui 33mila alberghiere, 183mila extra-alberghiere, 17mila tra agenzie di viaggi e tour operator. L’Italia, lo confermano anche i dati sul turismo, quest’anno ha una marcia in più. Complice, paradossalmente, proprio il Coronavirus e il lockdown che hanno portato ad una riduzione delle ferie e al timore di andare troppo lontano.

Ecco che allora i borghi diventano il punto di forza del turismo italiane. Una forza che durerà almeno fino all’autunno, ma che con la giusta strategia potrà diventare una certezza. E che siano loro i protagonisti dell’estate 2020 e del Ferragosto 2020 lo conferma l’indagine condotta da Cna Turismo e Cna Agroalimentare. In Italia i borghi sono quasi 6mila e tutti a grande vocazione turistica. Sono montani, collinari e costieri. E l’anno scorso hanno registrato 90milioni di presenze.

Se è vero, ammette Cna, che raggiungere numeri così sarà complicato vista la scarsa presenza straniera, non è neanche detto che la riduzione dovrà poi essere così drastica. Secondo il The Guardian, infatti, Londra, ricorda la Conferderazione, ha descritto e suggerito i borghi italiani per queste vacanze. E con grande entusiasmo. Altrettanto vero che a sopperire in parte l’assenza del turismo straniero è quello nazionale. Mai come quest’anno gli italiani stanno scoprendo perché vogliono venire tutti qui.

 

L’Italia è un “ferragosto” quotidiano fatto di 304 specialità alimentari e 524 vini, ma bisogna imparare a comunicare!

Se i borghi sono belli e attrattivi, le eccellenze enogastronomiche non sono da meno. Il Paese, sottolinea Cna, ha ben 304 specialità alimentari e 524 vini. E i dati sono in continua crescita. In ogni regione ci sono mediamente oltre 40 denominazioni di qualità. E che la denominazione faccia la differenza ormai lo sappiamo bene. A tutto questo si aggiungono i siti culutrali e paesaggistici. L’Italia, non c’è bisogno di ribadirlo, è unica al mondo.

E se tanto mi dà tanto secondo l’indagine condotta, visto che di andare all’estero non se ne parla per i più, ben il 40% del budget destinato alle vacanze, Ferragosto incluso, sarà destinato proprio all’acquisto dei prodotti enogastronomici e manufatti artigiani.

Quante volte poi abbiamo sentito parlare di turismo esperenziale? Sinceramente crediamo che l’aggettivo sia ormai superfluo. In vacanza si va per provare qualcosa di nuovo, di diverso, di piacevole, a volte di adrenalinico, a volte di rilassante…poco importa! Il souvenir da portarsi dietro è un ricordo, magari accompagnato da una buona bottiglia di vino. I turisti vogliono “sporcarsi le mani”. La Cna lo dice chiaro e tondo: vogliono creare prodotti ceramici, coltivare, allevare, trasformare. E soddisfarli è possibile. Nel nostro Paese più che in ogni altro forse.

Ma siamo pronti per farlo? Su questo c’è da riflettere. “Lo scenario apre spiragli di speranza – afferma infatti Luciano Vazzano, segretario territoriale Cna Impera -, ma è opportuno programmare e farlo soprattutto nel lungo periodo, con un’offerta integrata”. “Non va tutto relegato alle iniziative spontanee – spiega – ma con una forte e incisiva attività comunicativa che possa rivolgere ai turisti italiani, e in prima battuta, anche ai potenziali vacanzieri europei”.

Lo dice anche lui: bisogna imparare ad utilizzare i nuovi strumenti web, a cominciare dai social, ma investendo su chi lo fa per professione. E ancora una volta ci sentiamo tirati in causa con i nostri servizi innovativi destinati alla filiera del vino nel suo complesso.

 

World Food Travel: essere globali per vivere da “locali”. Cade l’ultimo tabù: guardare oltre non vuol dire sradicare, ma estendere le radici della propria identità

L’indagine della Cna non può non farci citare anche il recente il “2020 State of the Food Travel Industry Report” della World Food Travel, che sottolinea punti di forza e obiettivi futuri del settore per la ripartenza. Indovinate quali sono le parole chiave su cui bisogna puntare secondo l’importante indagine? Comunicazione, localismo, impatto sociale e impatto ambientale. Tutti elementi che il Bel Paese è in grado di offrire, con i produttori che, però, sulla comunicazione devono spingere l’acceleratore. Il lockdown e il potere della rete, in questo caso, dovrebbero aver fatto ampiamente scuola.

 

L’indagine punta dunque a descrivere il nuovo turismo enogastronomico grazie al contributo di 55 esperti di settore e di ben 33 Paesi con l’Italia che allo studio ha paartecipato con Roberta Garibaldi, una delle massime esperte del settore.

Globalità vs localismo? No, anzi. Globalità alla scoperta dei localismi. La potenza del web, capace di raggiungere ogni angolo del mondo, è lo strumento con cui ogni enoturista e turista in generale, cerca il suo paradiso. Un paradiso che sia per loro uno stimolo, guarda un po’, esperenziale, e per i territori momento di importante valorizzazione. Un processo fortemente identitario che trova proprio nella potenza della globalità, il suo motore.

 

World Food Travel, il nuovo turismo? Lo si conquista con quattro parole chiave. Una è, ancora una volta, comunicazione. Siamo pronti ad accettare la sfida?

Essere piccole e medie imprese oggi può diventare davvero un vantaggio nel settore enogastronomico. Ed è alle tante cantine che costituiscono l’ossatura dell’enologia nazionale che ci piace guardare. Svecchiarsi è la parola d’ordine. Puntare sulla comunicazione, ancora una volta, la soluzione. Sì perché senza questa avvicinare Millennials e Generazione  X è praticamente impossibile.

E’ il pre-viaggio il momento in cui farsi riconoscere, in cui mostrarsi, in cui comunicare ciò che si offre, ciò che di diverso si ha rispetto agli altri. E se è vero che l’Italia è il Paese con la più grane varietà di produzioni, con tra l’altro una biodiversità in vigna contro cui nessuno può competere, allora deve essere altrettanto vero che ognuno avrà qualcosa di diverso da raccontare.

Il report lo conferma: dai ristoranti gourmet, allo street food, alla visita nelle cantine alle aziende, tutto piace. E i numeri crescono. Ma ora, a crescere, deve essere la qualità dei servizi offerti. Serve formazione per gli operatori, serve sensibilità da parte delle comunità chiamate a dare il loro contributo in questo sviluppo, ma serve anche tanta buona comunicazione. Più il consumatore saprà più vorra sapere, più sarà alta la possibilità di conquistarlo.

Si parla di accorciamento della filiera nell’indagine World Food Travel. Un accorciamento fisico per il turismo, ma che noi abbiamo portato anche nella gestione della propria azienda alleggerendo costi, e dando maggiore efficacia ed efficienza alle operazioni aziendali, senza tralasciare la finestra aperta sul mondo che è costituita dal web, grazie ad un magazine in cui ogni cantina può promuovere la sua realtà e i suoi vini, e la condivisione social, oggi imprescindibile.

Quanti di voi, ci piacerebbe sapere, hanno scelto dove passare il ferragosto navigando in rete e sui social media? Moltissimi, ne siamo certi!