L'idea è di un'azienda californiana che ha inventato un nuovo modo di vivere la degustazione. Un'idea a suo modo geniale che in Italia spopolerebbe

Poirot beve solo vino; Maigret lo preferisce bianco e al calice; Pepe Carvalho ne ingurgita a fiumi: alcuni dei più grandi investigatori trovano nella pace di un bicchiere la soluzione ai loro casi; siete pronti a vivere l’esperienza di un’Escape Room dove sorseggiare vino nel tentativo di trovare una via d’uscita? Per farlo, purtroppo, dovrete volare dall’altra parte del globo: per la precisione in California. E’ nata qui infatti l’idea di un’escape room dove la soluzione dei rompicapo è la scusa migliore per scoprire i vini dell’azienda.

Un’operazione di marketing che dovrebbe fare scuola.

 

L’Escape Room dal gusto coloniale europeo

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I giochi di ruolo piacciono. Le cene con delitto sono diventate un must, anche in Italia. I produttori di vino si ingegnano per dare forza al loro brand. In Italia grandi e piccoli hanno compreso l’importanza dell’enoturismo che finalmente si è anche munito di certificato di qualità. Se le grandi aziende puntano sempre più sulla cultura e sulla sensorialità persino da Oscar, le piccole organizzano eventi, weekend e tutto quanto possa far sì che i loro vini non rimangano relegati in cantina, ma conoscano sempre maggior diffusione.

Le possibilità sono infinite, ma l’idea che è venuta all’azienda Chateu St.Jean di Sonoma Valley. Una delle poche miracolate dopo gli incendi che lo scorso anno hanno distrutto gran parte dei vigneti del territorio. Un’azienda vitivinicola, tra l’altro, il cui vino è già nella lista dei pregiati. E non si può dire che non sia una chicca nel panorama vitivinicolo californiano. Fondata nel 1973, infatti, l’azienda è nata con l’intento di creare un ambiente e produrre dei vini, in perfetto stile europeo.

Un castello, il suo, risalente agli anni ’20 ed elencato nel National Trust for Historic Preservetion i cui giardini richiamano il mediterraneo. Beh è in questo scenario che è nata la prima Escape Room dedicata al vino.

 

L’Escape Room dove la soluzione è la chiave per degustare

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In un certo senso l’idea è geniale. Quando pensiamo alle Escape Room, infatti, immaginiamo giochi apocalittici, armi, mostri da sconfiggere e un obiettivo: uscire! Lo dice la parola stessa! In questo The Saw della goliardia, invece, non è tanto uscire il vostro scopo, quanto quello di “guadagnarvi” il prossimo bicchiere.

Hai 60 minuti per arrivare fino in fondo e degustare ogni calice. Ovviamente non sei solo. Il gioco si svolge in gruppi da 6 o 12 persone. Dai classici cruciverba, agli indizi nascosti in lettere d’amore, vecchie mappe, vecchie foto e botti di vino. Il gioco si apre e si chiude con una bollicina, se la cosa può interessarvi!

Il costo? Non è proprio popolare, ma neanche esagerato. Per una partita ci vogliono 60 dollari.

 

L’Escape Room in Italia? Potrebbe essere una vera e propria miniera d’oro

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Castello di Salorno: secondo una leggenda custodirebbe una cantina “invisibile”

L’idea, lo abbiamo detto, è in fondo geniale. E’ un modo per far divertire, far conoscere il vino e, soprattutto, portare gente nella propria cantina. Se lo si fa bene, insomma, il successo è assicurato! Tra l’altro, ed è un aspetto da non sottovalutare, l’azienda Chateu St. John ha concepito l’Escape Room del vino, in realtà un modo alternativo di condurre una degustazione, a misura di Instagram, trasformando gli appuntamenti in vere e proprie “stories” sulla scia dello storytelling.

Eppure una trama vera e propria neanche c’è, almeno dalle notizie che siamo riusciti a reperire. E’ forse l’aspetto che manca a questa idea originale che, per estendere le opportunità, speriamo, approdi anche qui dalle nostre parte. Le nostre cantine, di storie da raccontare ne hanno parecchie. Ad esempio, vi ricordate quando vi abbiamo raccontato dei fantasmi che vi si nascondono? Sareste disposti a dargli la caccia come foste in un romanzo di Edgar Allan Poe, attivando le “celluline grigie” come fa il grande Poirot e cercare soluzioni davanti a un calice di vino come il grande Maigret? Noi siamo prontissimi…attendiamo solo che le cantine ci chiudano dentro!