Storia e leggenda. Personaggi esistiti o presunti tali. A quanto pare il vino ha i suoi fantasmi. Noi ne abbiamo cercati alcuni.

Cantina infestata. Non è una nostra tradizione Halloween. I puristi storcono il muso, ma i fantasmi bevono vino. Mettiamola così. Certo è che i fantasmi sono spiriti di morti e i morti, nella nostra tradizione, si festeggiano proprio in concomitanza con la festa anglosassone. La moda ha portato molte aziende vitivinicole ad organizzare tour nelle loro cantine a caccia di fantasmi di leggende più o meno esistenti.

Ma alcune leggende esistono. Prendendo spunto dall’iniziativa certamente dal profumo di marketing oltre che di vino che vuol però sfidare un’antica leggenda a Balestrino, siamo andati a cercare i “fantasmi del vino”. Quei personaggi, cioè, la cui fine, e la mai sparizione, è in qualche modo legata proprio al nettare di Bacco. Luoghi che, se amate l’enoturismo, potrete anche visitare chiedendo il permesso, magari, di pernottare.

 

Cantina infestata: ecco il fantasma che trangugia senza stappare!

Cantina infestata castello-di-balestrino

La leggenda, a Balestrino, è nota. E gli abitanti sono fermamente convinti che lo spirito di Giuseppe Coscie si aggiri nel castello del luogo. Ci ha creduto, sin da bambino, anche Alex Berriolo, viticoltore di terza generazione. Secondo la leggenda lo spirito sarebbe in grado di bere vino dalle bottiglie chiuse nelle notti di luna piena. La storia è antica. “Il Cavigiotto”, così era detto lo scapestrato che così veniva chiamato perché costruttore de le cavigge lo strumento agricolo per fissare le funi sui basti degli animali da soma, non piaceva molto al Marchese Del Carretto. 

Nel suo castello lui ci viveva. E a quanto pare, di notte, se ne andava in cantina a trangugiare vino. Scoperto a rubar quello ma non solo, fu trucidamente ucciso. Da allora, si dice, torni spesso nella zona e tra le sue malefatte ci sarebbe proprio questa: bere il vino custodito in cantina guardandosi bene dallo stapparlo. 

 

Cantina infestata: scovare il fantasma con 600 bottiglie di vino.

Cantina infestata - bottiglie-vino

Ci è cresciuto Berriolo con questa leggenda e così, un po’ per marketing, un po’ per divertimento un po’ anche per la giusta curiosità, ha deciso di sfidare il fantasma proprio nella notte di Halloween. La sua “Caccia al fantasma” non sarà mica una caccia qualunque. A disposizione del Cavigiotto ci saranno ben 600 bottiglie di Campulou, il miglior suo bianco dice Berriolo, prodotto proprio in uno dei vigneti su cui, all’epoca, il marchese produceva il suo. In più, al fantasma, saranno lasciati bicchiere e cavatappi. 

Avete ancora qualche giorno per nascondervi nelle segrete del castello. Se il Caviggiotto non dovesse farsi vedere potreste bervi il vino. Il problema sarà spiegare chi siete il mattino successivo quando vi troveranno steso intento a sognare di nuotare in un mare…divino!

 

Cantina infestata: a caccia di quella “dissolta” di Haderburg.

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Ci spostiamo in Alto Adige. Per la precisione del Castello di Salorno. Siamo proprio al confine tra Trentino e Alto Adige. Intorno viti e meli. Il luogo è noto anche come Haderburg. La leggenda nasce già dalle sue origini. Si sa ben poco. Sembra che a costruirlo fu, intorno al 1150 la famiglia dei Conti Salurn. Situato in una posizione difficilmente accessibile è il posto perfetto per il sorgere di leggende legate ai fantasmi. Delle sue eredità si sa poco, ma quel che sembra si sappia è che da qualche parte vi sia una cantina ricchissima di vino. Ma trovarla sarebbe impossibile.

Stando alla leggenda un contadino si Salorno un giorno la trovò. Cosa ha fatto nell’immediato? Ovviamente ha riempito il suo orcio di vino. Ma mentre era intento a farlo, si narra, tre fantasmi gli si palesarono. Gli permisero di prendere il vino, ma solo quanto ne bastasse per sé e la sua famiglia. Perché potesse tornare la condizione era questa. Prendere sempre e solo il necessario. Ma si sa, l’ingordigia, filo conduttore di molte leggende, è sempre in agguato. E così, pensando che sbagliare è umano, il contadino un giorno esagerò.

Quel che non aveva considerato è che i fantasmi di umano avevano ben poco. Portò via molto più vino di quanto ne servisse e ne offrì agli amici tanto da passare una serata a far bagordi. Al clou del divertimento i fantasmi, però, si fecero sentire. Urlarono così forte che tutti li poterono sentire. In un attimo tutto finì. Loro e il vino. La cantina si dissolse e ancora oggi molti sono quelli che vagano in quegli angusti luoghi alla sua ricerca. Te la senti?

 

Cantina infestata: regola numero uno…bere responsabilmente o si rischia di bruciare!

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Non che ci fosse l’etilometro ovviamente. Quando si parla di fantasmi è difficile che si parli di persone fermate per guida in stato di ebrezza. Ma se fosse esistita una campagna sul bere responsabilmente forse il servo ubriacone ora non sarebbe costretto a vagare nel castello e nella valle. Siamo ad Arezzo. Per la precisione a Foiano della Chiana. Per essere proprio meticolosi nel podere di Farniole. Epoca: sconosciuta.  

Qui viveva il signorotto della zona. Lui, a quanto pare, era un grande bevitore. Peccato che in casa non fosse l’unico. Ricevuta in dono una bottiglia di pregiatissimo vino, e non stentiamo a crederlo visto che siamo in Toscana, ordinò ai suoi servitori di metterlo in cantina e di prenderne il giusto solo in occasioni speciali. Uno dei suoi servi però, noto ubriacone della zona diremmo oggi, non resistette e una notte, con una cannula, ne sorseggiò un po’. Nessuno se ne sarebbe accorto. Nessuno se non avesse continuato a farlo notte dopo notte. Scoperto dal padrone questi lo picchiò così forte da ucciderlo.

Almeno così credeva. Che fare? Confessare? Ma quando mai. Meglio gettarlo nel forno. Peccato che l’uomo fosse vivo. Che fare allora? Aprire o lasciarlo morire? Ovviamente lasciarlo morire. Pochi giorni dopo la morte però colse proprio il signorotto e da quel momento le voci iniziarono a circolare. Pare che la verità alla fine si scoprì e che ancora oggi il fantasma del servo si aggiri causando nefandezze. Qualcuno se la sente di provare ad aspettarlo in cantina? Magari di fronte ad un bicchiere di vino si potranno risolvere gli antichi rancori.

 

Cantina infestata: nel Chianti buono il nettare e buono anche lo spettro!

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Orgoglio femminile e ottimi auspici in due della cantine di punta della Toscana. La terra del vino italiano ci regala due spettri d’eccezione: la marchesa Leonia Frescobaldi e il Barone Bettino Ricasoli. La prima è stata una grande donna. Moglie del marchese non fu certo una da passeggiate nelle vigne e gioielli. No. Lei è stata una grandissima imprenditrice tanto che fu lei a creare e gestire la tenuta di Nipozzano, nel Chianti Rufina. Oggi una bottiglia porta il suo nome e la leggenda vuole che di notte, cammini sul tetto della sua tenuta. Molti dicono di aver sentito i suoi passi. Qualcuno anche di averla vista.

Il Barone di Ferro, cioè il Barone Ricasoli, è uno di quei fantasmi che invece, in famiglia, aspettano solo di incontrare. Uomo politico che contribuì all’Unificazione d’Italia si deve a lui la visione moderna del vino. Lui, insomma, ne fece l’ambasciatore del mondo. Era il 1870. Il suo fantasma, a quanto pare, si aggira nel Castello di Brolio. O meglio. Di tanto in tanto appare sul suo destriero bianco. E a quanto pare la sua presenza porta bene all’intera azienda.

 

Cantina infestata: antichi o moderni. Quelli anglosassoni non possono mancare.

Fantasmi in cantina george1900

Australia o Inghilterra? Va da sé che i due fantasmi hanno età diversissime. Il primo è decisamente giovane rispetto al secondo, ma questi due fantasmi, a quanto pare, lo bevono proprio il vino. Iniziamo da quello australiano. Siamo al Carlisle Castel Hotel di Sydney. Prendete appunti per prenotare una stanza. Il fantasma qui vaga da poco più di due anni a quanto pare. Cosa fa? Distrugge bottiglie di vino e bicchieri. Probabilmente perché sta cercando di imparare, come nel film Ghost, a prendere gli oggetti e il vino gli manca particolarmente. 

Uno in particolare: quello rosso da 27 dollari custodito nella cantina dell’hotel. Il barman Peter Bradbury ha anche creato una pagina Facebook per farsi aiutare nella ricerca (ottima trovata di marketing), ma dello spirito, ad oggi non ci sono tracce. Solo teorie. Sarà Old Peter, un anziano che lavorava nei pub della zona, o Johnny Hoy, il predecessore di Bradbury? Nessuno lo ha ancora scoperto…

Voliamo ora a Londra. Ve lo diciamo subito. Il savoir fair british qui va alla malora. anche questo fantasma rompe i bicchieri e ha pure nome e cognome: Mark Hewton. Morto assassinato. Per la precisione avvelenato. Dov’era il veleno? In un bicchiere di vino…elementare Whatson! Siamo al The George Hotel a Crawley nel West Sussex. Il luogo, nel 1600 era, neanche a dirlo, una taverna descritta perfettamente persino nel romanzo “Rodney Stone” di Conan Doyle. Sì, quello di Sherlock Holmes. E ci vorrebbe lui per stanare Hewton. 

Un po’ come accadde a Norman Bates in Psycho la taverna subì la crisi dovuta alla costruzione di nuove strade. Per andare da Brighton a Londra, dal 1800, si iniziò a passare da Horham e così il luogo venne lasciato in custodia al guardiano notturno. Chi era? Ma ovviamente Mark Hewton. Cosa faceva? Rubava vino. Scoperto fu avvelenato dai suoi stessi padroni. E così ora Mark ha deciso di tornare nell’hotel passando il suo tempo a rompere bicchieri. Dev’essere proprio difficile afferrare oggetti una volta trasformatisi in ectoplasmi!

 

 

Crediti fotografici quarta e quinta foto dall’alto: Salvatore Gerace – Flickr CC e Miri 52 – Flickr CC.

Foto Haderburg. Copertina e interno: sito web del castello.