L'allarme lanciato da uno studio dell'università di Padova: la siccità porterà le coltivazioni sempre più in alto, e i nostri terrazzamenti potrebbero quasi sparire

Se le emissioni di gas serra continueranno a crescere, a fine secolo le zone aride saranno ancora di più e le coltivazioni collinari potrebbero addirittura sparire: anche i terrazzamenti “eroici” della viticoltura italiana. L’allarme arriva da uno studio dell’università di Padova sui possibili effetti dei cambiamenti climatici proprio sull’agricoltura eroica che diventerebbe dunque, ancor più di questo.

I magnifici terrazzamenti sulle colline “eroiche” d’Italia potrebbero soffrire, più di tutti, l’espandersi della siccità!

La ricerca è stata pubblicata su Nature Food e lancia un allarme davvero preoccupante, ancor più oggi, in un momento storico in cui la transizione ecologica potrebbe subire uno stop a causa dei drammi della guerra che, di ricadute, ne ha anche sull’economia e le risorse. “Rispetto alla media della superficie agricola globale – ha dichiarato Paolo Tarolli, uno dei ricercatori – le aree agricole in forte pendenza sono significativamente più minacciate dai cambiamenti climatici“.

Lo studio ha preso le mosse proprio da quei Paesi dove si concentrano le coltivazioni eroiche e quindi l’Italia, il Messico, l’Etiopia e la Cina. E per l’Italia sotto la lente d’ingrandimento sono finite proprio le colline del Prosecco e del Soave (Patrimonio Unesco).

Parliamo di zone agricole che, quasi per la metà, si trovano in territori dove il clima è temperato, mentre un terzo è in zone fredde. Il 27% delle coltivazioni in pendenza, riporta Focus citando lo studio, si trova in aree tropicali, aride e polari. Le proiezioni dello studio mostrano che tra ottant’anni la percentuale dei terreni agricoli di collina e montagna arriverà al 27% a fronte del 17% attuale. Crescita che si registrerà anche nelle zone tropicali che passerà dal 9% al 16%. Il tracollo lo avranno le regioni fredde (dal 13% al 28%) e, seppur meno importante, un calo si registrerà anche per le colture che maturano nelle zone temperate passando dal 44% al 46%.

 

La siccità e il bisogno di investire, e tanto, per adattare l’agricoltura “eroica” ai cambiamenti

Il problema è chiaramente quello della siccità, come spiega sempre Tarolli. “Le aree agricole in forte pendenza, spesso caratterizzate da un’alta specializzazione nella gestione dell’acqua derivante da antichi saperi tradizionali, saranno quelle maggiormente minacciate dal cambiamento climatico, soprattutto dalla siccità”, conferma.

Esiste una soluzione? Beh di certo la bacchetta magica non c’è, ma come dice lui stesso servono investimenti importanti, che devono fare Governi e istituzioni, perché si adottino metodi di coltivazione capaci di rendere le coltivazioni più adattabili ai cambiamenti climatici contro i quali, comunque, bisogna continuare a portare avanti azioni di contrasto. 

 

Potrebbe interessarti anche:

Climate change: Europa unita, con i Pirenei che…

Una nuova geografia della viticoltura: fantasia o realtà?