Le riaperture sono prossime e si spera di tornare presto a viaggiare. Perché non farlo nei confini nazionali? Ecco come alcuni territori si preparano a conquistare i winelover

Enoturismo pronto a ripartire. Si inizia a parlare di riaperture e noi non vogliamo farci trovare impreparati. Se in Senato nei giorni scorsi è stato presentato il primo manuale riguardante proprio questa forma di turismo sempre più importante, presente e significativa che necessitava di una giusta regolamentazione, i territori si preparano a ripartire.

Ecco alcuni esempi di come ci si prepara al futuro tenendo ben presente che oggi, anche e soprattutto per l’enoturismo, il digitale non può che essere protagonista.

 

Enoturismo pronto a ripartire e in Sardegna 40 aziende si sono unite per regalare ai winelover nuove esperienze alla scoperta di un territorio magico e gusti unici

Se pensiamo alla bella stagione pensiamo al mare. Se pensiamo al mare, in Italia, non possiamo non pensare, tra le tante mete meravigliose che abbiamo, alla Sardegna. E la regione si sta preparando alla bella stagione con l’enoturismo che vuole fare la sua parte. E’ nata così la volontà di 40 aziende di unirsi, con il supporto dell’Università di Sassari, per incentivare il settore con una stima di crescita di reddito per gli imprenditori che varia dal 30 al 40%.

Cari ragazzi, prendete esempio. Sì perché come riportato Italia a Tavola, ad aver lanciato l’iniziativa è Antonello Pilloni, 87 anni e tanta voglia di fare. Presidente della cantina cooperativa Santadi è stato lui a portare le altre aziende davanti al notaio e costituire poco più di un mese fa la nova rete enoturistica che si sviluppo tra vino, archeologia e…musica!

Le aziende coinvolte non sono di certo delle novelline. Tutte hanno esperienza di ospitalità, ma la volontà è quella di creare una sorta di unica realtà che sappia parlare il giusto linguaggio, rendendolo unico, ma allo stesso tempo capace di raccontare ogni singola identità, per conquistare i winelover. A supportarli, come detto l’ateneo di Sassari. E gli obiettivi sono molteplici, compreso quello di combattere lo spopolamento. La rete messa in piedi abbraccia tutte le zone a vocazione enoturistica del territorio: dalla Gallura all’Ogliastra. Paesaggi meravigliosi e incontaminati. Oltre 100 vitigni autoctoni da scoprire, tanta storia, tanto gusto e tanta bellezza. Insomma un viaggio che merita. 

 

In Romagna enoturismo pronto a ripartire…dai suoi bianchi! L’eccellenza che, quando torneremo a viaggiare, tutti dovremmo aver voglia di scoprire

La Romagna siamo abituati a conoscerla per i suoi rossi, ma la verità è che questa è anche terra di bianchi. Pronto il loro rilancio grazie al Club dei bianchi di Romagna nato nel 2017 grazie alle 12 cantine che lo compongono e che, come obiettivo, si pongono proprio quello di esaltare il valore dei vitigni autoctoni di questo pezzi di Italia a cominciare dall’Albana, la prima Docg d’Italia che siamo abituati a conoscere solo nella sua versione dolce, ma che in realtà ha molto più da offrire.

Rilanciarli vuol dire far sì che i primi a scoprirne il valore siano quelli che, in Romagna, ci vivono perché, come spiega il coordinatore del Club Maurizio Magni, la loro presenza è ancora troppo scarsa nei locali del territorio. Una pecca cui bisogna, decisamente rimediare. E se vero è che oggi come oggi c’è voglia di “esperenzialità” scoprire è la parola chiave che, di creto, gli si accompagna.

Se farete tappa da queste parti, insomma, informatevi e, oltre all’Albana, andate a scoprire il Trebbiano, ad esempio, che negli ultimi anni si è anche procurato una nuova veste: quella di Doc Romagna Spumante. Ci sono poi il Grechetto Gentile, il Pignoletto, il  Pagadebit, o ancora il Famoso chiamato Rambèla nella Bassa Romagna. Un vitigno che rischiava di sparire e che invece, grazie ai produttori, è tornato a vivere di vita propria e ora cerca la via giusta per far sì che tutti ne conoscano l’eccellenza.

Non mancano i vitigni internazionali come Pinot Bianco, Sauvignon blanc, Riesling o Chardonnay. Ce n’è per tutti i gusti. Anche da queste parti il Covid ha fatto sentire il suo impatto negativo. Ragione in più per unire ad una vacanza la scoperta. E cosa c’è di meglio del gusto per tornare a viaggiare? Tante le iniziative che ogni singola cantina porta avanti in una visione unitaria. Tante realtà diverse da scoprire, e altrettante eccellenze. Insomma un modo nuovo, ma certamente fantastico, per vivere il territorio.

 

Un progetto nato due anni fa che ora si prepara a lanciare i Wine Tour: se non avete adottate una vite, fatelo e poi…tutti alla scoperta delle eccellenze irpine!

Chiudiamo questa rassegna con quella che si può definire una best practice e che testimonia come, investire in un progetto può davvero portare benefici all’intero territorio. E’ il caso dell’iniziativa “Adotta una vite” del progetto Vitigni Irpini avviata il 26 giungo 2018 e che si è dimostrata un vero e proprio successo e una chiave di volta anche per l’enoturismo.

Un progetto nato da due giovani ragazzi, Michele Bello e Antonella Coppola, che hanno così scoperto che la vite è un regalo che piace e che a farlo sono nonni, genitori e imprenditori che ai loro figli, ai nipoti e ai dipendenti (sì avete capito bene) hanno deciso di fare questo particolare regalo che arriva direttamente a casa…imbottigliato!

Una sorta di “adozione a distanza” che coinvolge tre eccellenze del territorio: Docg Taurasi, Fiano di Avellino e Greco di Tufo. E non è che le ragazze non si siano ingegnate. Se da una parte la ricaduta è anche turistica perché ammettiamolo, come si potrebbe non aver voglia di andare a vedere da dove quel regalo arriva, dall’altra ha trovato una chiave di volta anche con il web. Sì perché tra le tante iniziative portate avanti dal progetto e che ancor più con la pandemia si sono dimostrate vincenti, c’è quella delle degustazioni online con i produttori. Un must che i più hanno imparato a conoscere solo con l’arrivo del Covid.

E finalmente i Wine Tour

Ora è arrivato anche il momento di far sì che tutta la “teoria” diventi pratica. E’ dei giorni scorsi, infatti, l’annuncio che sul sito dell’iniziativa arriveranno i Wine Tour. Quasi certamente dopo Pasqua. Ideale per organizzarsi e visitare quanto prima questi luoghi meravigliosi alla scoperta delle origini di uno dei regali più originali (scusate il gioco di parole) che si poteva proporre. In programma passeggiate tra i vigneti, visite in cantina, degustazioni ed escursioni. Insomma: esperenzialità.

Una cosa per cui i due ragazzi, dimostrando ancora una grande capacità imprenditoriale, hanno deciso di affidarsi anche ai professionisti dell’HoReCa che si sono messi a disposizione per le degustazioni e anche per offrire le location. Eh sì perché chi ha aderito, altra bella idea, dedicherà una parte della sua carta alla “Selezione Vitigni Irpini”. Ci verrebbe voglia di mostrargli la nostra e mettere insieme qualche bella idea.

Come attirare gli enoturisti? Molto lo hanno già fatto e questi due giovani imprenditori hanno capito bene l’importanza di social è web. E bravi!

Insomma…enoturismo pronto a ripartire…e voi?