Se Cantine Aperte si prepara a festeggiare i 27 anni rendendo felici i winelover, l'innovazione si fa promotrice della promozione turistica. E una nuova vita attende i sommelier

Pronti a vivere una nuova stagione dell’enoturismo? Il settore è in continua crescita e da quest’anno molto più cambiare per l’Italia, dove i numeri sono già importanti, ma con il riconoscimento legislativo del settore le opportunità quintuplicano. E tra “tradizione” e novità, le nuove strade iniziano ad essere percorse.

 

Enoturismo: il settore è in crescita, ma si può fare molto di più

Partiamo dai numeri per rinfrescarci la memoria. Gli ultimi dati Enit lo dicono chiaramente: la vacanza incentrata sul food coinvolge il 22,3% dei turisti italiani e il 29,9% di quelli stranieri e i consumi per l’esperienza enogastronomica sono cresciuti dal 2013 al 2017 del 70%. Attualmente in Italia si stimano 14 milioni di enoturisti per un valore calcolato intorno al 2,5 miliardi di euro. Numeri importanti, sicuramente, ma che possono aumentare in modo esponenziale con le azioni giuste.

 

Enoturismo: nelle Langhe arriva Italianway, la prova che l’innovazione può migliorare le performance di settore

Tra le novità l’arrivo, in Italia, della Startup Italianway, al primo posto per immobili gestiti che grazie a due giovanissimi è pronta a fare la differenza nelle Langhe e proprio nel settore wine. Ad occuparsene sono infatti Chiara Finotti e Pierandrea Palumbo, fondatori del Wine Club Oneontheill. “Con Italianway – spiega infatti Finotti – gestisco residenze d’epoca, ville e cascine nelle Langhe, ma anche appartamenti ad Alba in cui accogliamo “wine lovers” da ogni parte del mondo. Abbiamo creato una rete di professionisti locali, tra cui personal chef, driver, sommelier, per far vivere ai nostri ospiti un’esperienza slow e davvero immersiva nella realtà locale”. 

 

Enoturismo: se il futuro è già presente il passato è la certezza. Il 26 e il 27 maggio torna Cantine Aperte

E se questo è il futuro arriva, c’è sempre un passato che si radicalizza. Ben solide sono infatti le radici di Cantine Aperte, l’evento del Movimento Turismo del Vino che il 25 e il 26 maggio si prepara a vivere la sua 27esima edizione con ben 800 cantine in tutta Italia. Proprio le cantine devono essere il motore propulsore per la crescita continua dell’enoturismo e in 27 anni quelle aderenti all’iniziativa hanno saputo inventarsi e reinventarsi per far felici i winelover con un’offerta a 360 gradi capace di soddisfare chi approfitta di una mezza giornata e chi pianifica un weekend.

Restate sintonizzati perché la prossima settimana, come ogni anno, Enolò vi darà le dritte giuste per viverle al meglio.

 

Enoturismo: è ora di decollare e a dare una mano possono essere i sommelier. Per loro è tempo di uscire allo scoperto

Siamo partiti dai numeri e torniamo ai numeri per capire quanto ampio sia il potenziale dell’Italia enoturistica. Basterebbe fare una proporzione su estensione, storia e biodiversità per capire che, soprattutto sull’ultimo tema, rivali l’Italia non ne ha. Eppure, a livello mondiale quei 2,5 miliardi di euro, seppur tanti, non rendono onore ad un Paese votato alla viticoltura come il nostro a fronte del miliardo e 300 milioni che il settore incassa ogni anno nel mondo.

L’enoturismo, abbiamo avuto occasione di dirlo, è una grande opportunità anche per i professionisti con i sommelier che proprio qui possono trovare nuove, bellissime occasioni. Di enoturismo si è parlato in uno dei punti di riferimento dell’enologia italiana: la Toscana. Lo si è fatto con l’Ais regionale in occasione della giornata culturale del vino e dell’olio. “Il nostro lavoro – ha spiegato il presidente Ais Toscana Cristiano Cini è basato essenzialmente sulla comunicazione. E’ colui cui si rivolge il consumatore invogliandolo a visitare i territori di origine per meglio comprendere il valore intrinseco di ciascuna bottiglia”. E di sommelier in Italia ce ne sono davvero tanti: 40mila di cui 4.300 solo in Toscana.

Come impiegare la figura del sommelier nell’enoturismo ora che è regolamentato? Lo ha spiegato la presidente delle Donne del Vino Donatella Cinelli Colombini. Possono essere loro gli accompagnatori dei turisti nei wine tour in cantina ed essere anche i promotori delle attività di incoming delle cantine. “Se nel primo caso – ha spiegato – la loro funzione è quella di far amare ai turisti un territorio, nel secondo gli si chiede di raccontare non il processo produttivo del vino, ma la storia che lo rende diverso da tutti gli altri”.