Una ricerca sul posto rivela come siano i non accasati quelli disposti a spendere di più per un buon calice, mentre l'Adnkonos approfondisce il perché la Corea del Sud è il mercato su cui puntare: in fondo ci amano!

Quello della Corea a quanto pare è uno dei mercati più appettibili per il vino, lo dice un recente articolo apparso sull’Adnkronos. Ci siamo messi a navigare e abbiamo scoperto che (un buon consiglio che diamo ai viticoltori che decideranno di puntare su questo giovane mercato), ad amarlo sono soprattutto i single. Avete presente quei film americani in cui di solito il calice di vino ce l’ha la donna single a casa, la sera, quando torna stanca dal lavoro? Beh è più una scena da Corea che da Usa.

 

L’indagine della Corea che ci dice che sì, per il vino e gli alcolici in generale spendono più i single che le famiglie

Il primo articolo di cui parliamo è apparso su The Drink Business e quello che riporta non è altro che l’esito di uno studio condotto sulla popolazione coreana e il suo rapporto con l’alcol e il vino in particolare. I dati, raccolti da Statistics Korea sono stati analizzati da un gruppo di ricerca del Korea Rural Economic Institute che he quindi calcolato l’importo medio della spesa per famiglia per cibo e bevande.

Ve lo diciamo subito: il vino non è ai primi posti, ma questo non fa che confermare che una cultura del vino ha tutto lo spazio per affermarsi. Nonostante questo nella classifica dei single è al 24esimo posto tra i beni di consumo da acquistare. Una posizione che precipita se si parla di nuclei familiari. Ben venga l’amore per la birra, che anche in Italia ormai vanta importanti produzioni, ma caro vino è il tuo momento!

La Corea del Sud è un mercato appetibile e in costante crescita!

L’abbiamo presa larga per dare un elemento in più ai viticoltori italiani perché sì la Corea, o meglio ancora la Corea del Sud, è uno dei più dinamici wine market come si legge nell’approfondimento dell’Adnkronos. Partendo dall’assunto che Seoul vuole fare conoscere dal mondo come epicentro di una cultura pop-globale, grazie alla sua apertura democratica e la modernizzazione tecnologica, l’enogastronomia è uno di quegli asset che qui ha avuto davvero una grandissima presa.

Sarà stato il Gangam Style prima o il discussissimo Squid Game poi su Netflix, certo è che questo Paese ha saputo tanto far parlare di sé da balzare al 12esimo posto nella classifica degli Stati con l’economia in crescita e il suo street food ha successo, così come crescono i consumi di bevnde alcoliche che, complice la pandemia, ha portato a far scoprire (era ora) il nettare di Bacco anche da queste parti. La porta, insomma, si è aperta, è ora di varcarla.

I coreani “ci amano”, sono sempre più attratti dal Made in Italy e il vino ne è un simbolo indiscutibile!

Ph: Seoul

 

Lo abbiamo visto con la classifica dei single, il vino non è proprio al primo posto tra le preferenze dei coreani (del Sud), ma i più giovani iniziano a mostrare grande interesse…verso cosa? Ovviamente la cultura italiana. Se pensiamo che parliamo di 50 milioni di abitanti, che nel 2021 hanno avuto una crescita economica del 4% e soprattutto che siamo per loro un modello…beh, non è facile capire quanto davvero questo mercato abbia potenziale.

Da queste parti crescono le importazioni e ci si apre sempre di più all’internazionalità e questo anche grazie alla posssibilità data di comprare online (seppur ritirando in negozio) gli alcolici il cui consumo è tra l’altro aumentato in tempo di pandemia senza dimenticare che sono tecnologicamente all’avanguardia e dunque sui loro smartphone cercano continuamente informazioni.

A rafforzare il concetto ci sono i dati Iwsr da cui emerge come il consumo in volume di vino fermo in Sud Corea è cresciuto di oltre il 20 per cento nel 2020 e, con gli spumanti, si prevede cresceranno ancora fino al 2025. I dati di b.connected, riporta ancora l’Adnksonos, parlano di una crescita dell’import di vino del 96,5% nei primi otto mesi del 2021 per un totale di 370,5 milioni di dollari. La disoccupazione è scarsissima e c’è anche poca corruzione a quanto pare. Secondo quanto detto fin qui il mercato è pronto per i vini premium, quelli di alta gamma per intenderci. E’ il lusso che si cerca e infatti sono i marchi più noti quelli verso cui ci si indirizza. E diciamolo è il primo passo per l’affermazione del brand Italia se parliamo di vino. Fare da apripista potrebbe portare poi a tante altre possibilità.

Certo qui con l’indagine coreana si dice che si beve più in compagnia. Facciamo come i latini: il giusto sta nel mezzo ergo un buon calice non lo rifiuta nessuno! E attenzione, ma i social, il web qui non devono fare alcun salto, il vino è già protagonista online…e a buon intenditor!

 

La testimonianza

All’Adnkronos ha risposto Sebastiano Bazzano, fondatore del progetto b.connected, partner in Exoport Managment. “L’Italia – dichiara – si conferma tra i maggiori fornitori di vini di qualità. I wine lover coreani sono soprattutto giovani e in particolare donne. I canali di vendita più importanti sono la grande distribuzione, l’horeca e la vendita al dettaglio. Tutto questo – aggiunge – è possibile grazie all’importante sviluppo economico che la Corea del Sud sta vivendo, un mercato in forte crescita, si parla del 20% annuo atteso anche per i prossimi tre – quattro anni. Il vino sta trovando insomma un proprio spazio, anche se la popolazione di riferimento è in piena crescita. Solo il 10% ne beve in modo regolare”Insomma: questo è davvero un mercato potenziale…brindiamo al futuro!