Assegnato dalla Ue il codice Nomenclatura Combinata che permette la tracciabilità del prodotto. Prima di lui, in Europa, se lo sono guadagnati solo Champagne e Asti.

Codice Prosecco. Prosecco 2004 1015. Vi state chiedendo cosa sono questi numeri? Codici, o meglio un codice. Nello specifico il codice di Nomenclatura Combinata del Prosecco spumante. Un codice che, finalmente, permetterà la lotta alla contraffazione e un monitoraggio costante e veritiero sui suoi flussi. Che il Prosecco vivesse il suo momento d’oro era cosa ormai nota. Ma l’attribuzione arrivata dalla Ue lo colloca definitivamente nell’Olimpo dei vini.

 

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Codice Prosecco: questione di tracciabilità delle merci e dei flussi commerciali.

Il vino italiano è indiscutibilmente uno dei più imitati al mondo. E le imitazioni, purtroppo, riguardano sempre più spesso proprio il prosecco. Se poi parliamo di vera e propria contraffazione il danno che questa riesce a creare al nostro mercato è enorme. A livello europeo la perdita economica è pari a 530 milioni di euro. E il conto salato per l’Italia è pari a 83 milioni di euro.

E’ dunque una grande soddisfazione per i produttori del Prosecco aver ottenuto la Nomenclatura Combinata per le nostre bollicine. Grazie alle 8 cifre con cui sarà ora identificato il Prosecco sarà tracciabile in ogni momento. Questo si traduce nella possibilità di individuare facilmente eventuali quantità anomale o in eccesso andando così direttamente a colpire chi, il suo buon nome, vuol tradurlo in contraffazione.

Non solo. Tracciabilità vuol dire per un produttore anche conoscere i flussi commerciali. Sapere cioè con precisione quante bottiglie arriveranno in un determinato Paese. Una possibilità che, ovviamente, rende ancora più certi i dati in merito al suo export.

 

Codice Prosecco: mai più ‘altri vini spumanti Dop’.

E’ così che, fino al 1 gennaio 2017, il Prosecco sarà identificato. E sarebbe stato così ancora per chissà quanto se Unindustria Treviso e i tre Consorzi di Tutela non avessero avviato il complesso iter per ottenere il codice di nomenclatura. Ora, accanto a Champagne e Asti spumante ci sarà anche il Prosecco. Il terzo dei vini europei a poter vantare questo privilegio. Per arrivarci il percorso non è stato affatto facile. Sono prima stati raccolti i dati grazie al contributo del Cirve (Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Padova e dell’Istat. E’ stata quindi redatta la proposta con tutta la documentazione necessaria grazie alla supervisione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Poi la presentazione al Comitato Codice Doganale sezione nomenclatura tariffaria e statistica della Commissione Europea. A tutto questo si è aggiunto il supporto di Federcoc, Federvini, Unione Italiana Vini, Wfow e Comite Europeen des Enterprises Vins.

Il successo della collaborazione tra pubblico e privato che dimostra la possibilità, per le due dimensioni, non solo di convivere, ma di operare per il bene comune. 

Una vittoria di tutti insomma per un prodotto d’eccellenza Made in Italy che forse, con questo riconoscimento, ha già messo a segno un tassello importante per ottenere il riconoscimento da parte dell’Unesco