L'università di Davis sta creando con il Crowfunding la lista dei vini più antica che c'è con appunti di degustazione ed etichette. Una ricerca che fa storia e potenzialmente anche marketing

Carta dei Vini bicentenaria. Che cosa fareste se in tavola vi arrivasse una Carta dei Vino con tutte le etichette degli ultimi due secoli? Probabilmente il già lungo lasso di tempo che impiegate normalmente per sceglierne una, di bottiglia, si amplierebbe con una tendenza all’infinito. Ma se quella Carta invece che a tavola la trovaste in biblioteca e fosse frutto anche del vostro lavoro? Forse consigliereste a molti di consultarla, non fosse altro per il fascino che ne deriverebbe. State dando vita ad una Carta dei Vini che prima d’ora non s’era mai vista e che, se qualcuno si prendesse la briga di redigerla in Italia avrebbe bisogno probabilmente di un’intera sezione della biblioteca in cui è custodita per tenere in ordine tutti i suoi volumi.

Tant’è. In California il progetto è partito e la Carta dei Vini, ad oggi un mero e dettagliato elenco di appunti di degustazione, è ancora ben lungi dall’essere completata.

 

Carta dei Vini bicentenaria: quanta storia e quante opportunità grazie al Crowdfunding!

Carta dei Vini - università di Davis

La prima cosa che verrebbe da chiedersi è perché redigere una Carta dei Vini così complessa. Beh perché mettere insieme etichette che dal 1800 alla metà del ventesimo secolo vuol dire aprire infinite possibilità. Di studio per chi si occupa di ricerca. Di marketing per chi ha un’attività di ristorazione. Di riscoperta per quei produttori che hanno voglia di riportare in bottiglia vini dimenticati o nel tempo sottovalutati. 

Ad aver lanciato l’iniziativa è stata la Biblioteca UC Davis. Il nome è Label Questo. L’invito è a tutti coloro che hanno voglia di accedere al database creato nel 1933 da Mayard Amerine. Il lavoro richiesto: partecipare alla organizzazione, su Carta, della prima lista dei vini bicentenaria. Una Carta che potrà dare informazioni sulla “politica dell’epoca, lo sviluppo di quartiere, l’evoluzione grafica, le fluttuazioni nella disponibilità delle specie di vite”. Insomma, ci fa capire il National Endowment for the Humanities potremmo ad esempio sapere come un vitigno è arrivato dall’altra parte del mondo. O magari fare studiare un exurcus sul packaging che potrebbe diventare uno strumento di marketing non indifferente.

 

Carta dei vini bicentenaria: tutto nasce dal bisogno di migliorare il vino!

carta dei vini - napa-valley

Eh già. Non è un tema di cui si parla continuamente? Beh la raccolta di Mayard Armerine, fisiologo vegetale, partì proprio con questo intento. Nel 1933 gli fu affidato il compito di capire come migliorare il vino in California. Si sarebbe potuto chiudere in laboratorio. Ma non è quello che ha fatto. Ha iniziato un tour internazionale degustando tutti i vini migliori del mondo. Ha preso il suo taccuino e dentro ci ha scritto tutto quello che di quel vino si doveva sapere mettendo accanto alla descrizione di ogni bottiglia la sua etichetta. 

Ora, quelle etichette, sono finite all’Università di Davis sede, tra l’altro, di un prestigioso programma di viticoltura. Ma indicizzarle è un lavoraccio. Ecco che allora i ricercatori hanno chiesto agli appassionati di farlo per loro mettendo a disposizione l’intero database.  In tre mesi sono stati indicizzati 9mila menù con i loro vini sui 45mila da riordinare. E i piatti che ci sono finiti dentro, fino ad ora, sono più di un milione. Un patrimonio inestimabile non c’è che dire. 

 

Carta dei vini bicentenaria: una sfida per i sommelier…e se la facessimo anche in Italia?

Carta dei Vini - vecchie bottiglie

Insomma è vero che nei ristoranti le Carte dei Vini stanno diventando sempre più snelle, sempre più tendenti alla stagionalità e con un’offerta al calice sempre più ampia. Ma provate ad immaginare cosa potrebbe accadere se si avesse a disposizione un database italiano. Si potrebbero riscoprire abbinamenti, proporre vini d’eccellenza di cui non si conosce neanche più l’esistenza.

Riscoprire tipologie di impianto di viti e chissà quante altre informazioni utili a sviluppare strategie di marketing che la loro credibilità la fondano direttamente sulla storicità. Sommelier…siete pronti a raccogliere la sfida?