Donnafugata, Gerardo Cesari e Zenato Academy. Il rafforzamento del brand passa per la capacità di raccontare e raccontarsi. Nelle tre aziende tre splendide iniziative tutte da ammirare

Quando l’arte abbraccia il vino e viceversa l’accoppiata si dimostra sempre vincente. Ci è capitato spesso di parlare del rapporto tra vino e arte e anche di come questa stretta relazione faccia bene ai brand rafforzandone l’immagine e la presenza nei mercati.

L’Italia, in questo, è sicuramente uno dei Paesi che maggiormente ha colto questa opportunità. Paese del buono e del bello nelle vigne e in cantina l’arte trova sempre più spazio e non poi così raro che le grande aziende promuovano azioni di recupero di opere d’arte. Mecenati contemporanei le idee sono sempre tante e ultimamente tre iniziative hanno preso il via in tre grandi aziende e vale la pena raccontarle.

 

L’arte abbraccia il vino: Donnafugata si racconta con dei video emozionali sul web

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Ph: foto Ansa

Donnafugata è una di quelle aziende che ha fatto dell’immaginifico e della memoria un elemento imprescindibile. La donna, i colori della Sicilia e i suoi unici contrasti sono protagonisti da trent’anni delle sue etichette grazie alle illustrazioni dell’artista Stefano Vitale.

In linea con la rivoluzione digitale in atto l’azienda coglie ancora una volta le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Irrinunciabili, oggi come oggi, per ampliare il pubblico in nome della brand identity. Accade così che Anthilia, Sherazade, Foramundi, Bell’Assai, ovvero le figure femminili che animano le etichette dei vini di Donnafugata, si animino. Letteralmente. Come? Attraverso video e canali social. A metterci del suo è stata la video-maker Virginia Taroni che ha creato una vera e propria serie per raccontare la storia di quello specifico vino.

Vere e proprie stories contemporanee quelle di “Un minuto per il vino” con i primi sei racconti animati che saranno pubblicati sul canale YouTube dell’azienda. E il primo è già comparso su Facebook e Instagram.  L’iconografia di un territorio antico e la storia di un’azienda che di quella storia fa parte a pieno titolo scelgono dunque di farsi ben comunicare attraverso linguaggi contemporanei capaci di attrarre anche quel target di giovanissimi cui troppo spesso non ci si sa rivolgere. Ecco che allora in un minuto potremo sapere il significato del nome di un vino, il suo territorio di origine, quali sono i vitigni che ne determinano l’eccellenza, il processo produttivo, le caratteristiche organolettiche e addirittura gli abbinamenti perfetti per degustarlo al meglio.

Non mini-documentari informativi, ma veri e proprio racconti emotivi capaci di emozionare. E i richiami all’antica tradizione del racconto orale non mancano. Non mancano i mostri marini, le donne-in-fuga, le mongolfiere che solcano i cieli. C’è tanto della letteratura classica, ma altrettanto di moderno nel modo in cui l’arcaico viene rappresentato.

 

Le botti artistiche di Cesari fanno della barrique una vera e propria ‘opera viva’

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E se c’è chi sceglie le nuove tecnologie e il loro linguaggio per raccontarsi, c’è anche chi fa della sua cantina una vera e propria opera d’arte. E stavolta non parliamo delle cantine d’autore, quelle di design che pure continuano a crescere nel panorama nazionale e internazionale a riprova di quanto ormai si sia molto lontani dall’idea del vino come mera bevanda da pasto, oggi al contrario vera e propria icona di stile.

L’iniziativa che vi raccontiamo è quella dell’azienda veronese Gerardo Cesari che ha coinvolto l’Accademia di Brera nel suo progetto “A tutto tondo”. E protagonista assoluta è la barricaia della cantina. Le botti si sono infatti trasformate in vere e proprie opere d’arte. Bellissime e coloratissime per raccontare attraverso l’arte la foglia di Corvina, il vitigno che ha reso famoso nel mondo il mitico Amarone della Valpolicella.

Le botti dove proprio l’eccellenza enologica affina, diventano dunque altro da sè. Non più semplici strumenti, ma vere e proprie opere da ammirare grazie alla collaborazione con il professor Angelo Falmi e tanti studenti provenienti da tutto il mondo. Una galleria d’arte così forse non l’avete davvero mai vista. Un’unione perfetta quella nata nella cantina tra l’arte del vino e quella della rappresentazione.

 

Inaugura  oggi la mostra promossa dalla Zenato Academy: l’arte della fotografia contemporanea va “oltre” gli oggetti del vino

Ph: Zenato Academy

E sempre l’Accademia di Brera è protagonista della terza iniziativa di cui vi vogliamo parlare. Una vera e propria opera mecenatistica quella della Zenato Academy, realtà nata proprio per valorizzare l’arte contemporanea e creare un vero e proprio laboratorio di studio e sperimentazione per sostenere i giovani artisti e trasmettere i valori del mondo del vino.

Debutta proprio oggi, infatti, la mostra fotografica “Vino. Oltre gli oggetti” promossa dall’Academy. Inaugurazione che avviene nell’ambito del The Others di Torino, la fiera a più alto contenuto di innovazione e scouting della Settimana dedicata all’arte contemporanea. A realizzarla proprio i ragazzi del Master di fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. Scatti della Lugana e della Valpolicella, delle viti, delle botti, dei calici, degli strumenti e di tutto ciò che ruota attorno al vino, immortalati con l’intenzione di coglierne non la mera forma, ma soprattutto l’essenza.

Occasione in cui sarà anche assegnato il premio per la fotografia contemporanea pensato da Zenato. A decretare il vincitore sarà una giuria di cui faranno parte il critico d’arte Luca Panaro, Nadia Zenato e il direttore artistico della manifestazione The Others Lorenzo Bruni. Ed è solo la prima la mostra torinese di quattro. Tante quelle promosse dall’Academy dell’azienda fondata nel 1960 da Sergio Zenato. La prossima sarà presentata nel 2020 al Vinitaly e coinvolgerà la scuola di fotografia F/16 di Berlino. Nel 2021 sarà la volta di una scuola statunitense e, nel 2022, di una scuola asiatica.