Tre storie d'amore che fanno epoca in tempo di pandemia. Brindiamo a loro e, a voi, di trovare la persona giusta e se già c'è di condividerci tutta la vita nel pieno della felicità

L’amore al tempo del Coronavirus. Mai, come oggi, instaurare relazioni può essere complicato. O forse no? Qualcosa ce lo potrebbe insegnare il passato, ancor di più la letteratura. Ma se le lettere vi sembrano fin troppo retrò ci sono tanti modi per innamorarsi o continuare ad amarsi in tempo di Coronavirus e non è sempre e solo merito dei social. Mai come adesso, forse, l’amore può scoccare al primo sguardo o, magari, resistere alla forza del tempo valicando, metaforicamente, ogni confine…anche perché questi sono presidiati!

Oggi vi raccontiamo tre storie d’amore nate o non messe in crisi dalla pandemia. Storie che meritano decisamente un buon brindisi. E poi chissà, magari la vostra anima gemella è proprio dietro la finestra dall’altra parte della strada, a non ci avete mai fatto caso!

 

L’amore al tempo del coronavirus non conosce confini…né fisici né di età!

Ph: Inga e Karsten chiacchierano al confine (picture-alliance / dpa / F. Molter)

Partiamo da un “giovane-vecchio” amore, anche se anziano ci sembra la parola migliore per descriverlo. Eh si perché i protagonisti di questa storia hanno rispettivamente 85 e 89 anni e si amano da soli due anni. Inga Rasmussen vive in Danimarca. Karsten Tuchsen Hansen in Germania. Dal 13 marzo dell’anno scorso i due, pur vivendo separati dal confine nazionale, hanno trascorso ogni singolo giorno insieme e hanno viaggiato. E viaggiare è quello che sperano a tonare a far presto.

Come fare però con il Coronavirus? Beh hanno trovato un modo decisamente molto romantico. Si telefonano sì, ma non è sufficiente. Hanno bisogno di vedersi e di parlarsi. Ovviamente a distanza di sicurezza. Ma come farlo con il confine chiuso? Semplice. Portandosi due sedie, il pranzo o magari thè e biscotti e incontrarsi proprio lì dove si traccia il confine tra Danimarca e Germania. Da una parte Inga, dall’altra Karsten. In mezzo: la barriera rossa e bianca che divide i due Paesi. Da quando c’è stata la chiusura ogni giorno la coppia si incontra al valico di frontiera di Aventoft. Momenti per scambiare due parole e progettare il futuro. Sì anche alla soglia dei 90 anni si può se lo spirito è quello giusto. Quale vino migliore dunque se non uno ad alta intensità di invecchiamento? A voi la scelta tra un ottimo nettare che parli la lingua del Nebbiolo piemontese, di un Sangiovese toscano, di un Montepulciano abruzzese o, magari, dell’ottimo Aglianico del Vulture.

 

L’amore al tempo del coronavirus ha una lunga memoria e guarda oltre ogni ostacolo!

Ph: a destra Bob e Nancy. A sinistra Bob con il cartello sotto la finestra di Nancy per ricordarle quanto la ama. Foto pubblicate su Insider e fornite dalla figlia Laura

Se la storia di Inga e Karsten vi è sembrata romantica allora non avete sentito di quella di Bob e Nancy. Siamo a Stafford Springs, in Connecticut. La lezione? Che l’amore al tempo del Coronavirus ce lo stanno insegnando proprio gli anziani, i nonni. Quelli che, purtroppo, stiamo perdendo e dobbiamo invece proteggere Sì perché anche questa è una coppia di giovanotti: lui ha 90 anni, lei 88. Lei, però, ha l’Alzheimer ed è ricoverata in una casa di cura. Bob la ama ininterrottamente da 67 anni e questo doveva essere l’anno di questo straordinario anniversario.

Vedersi? Impossibile. E così Bob, racconta la figlia Laura, ha passato una settimana a realizzare il cartello con cui presentarsi sotto la finestra della moglie. Doveva essere leggibile perché lei è al secondo piano. “Ti ho amato per 67 anni e lo faccio ancora. Felice anniversario”. Questo ci ha scritto Bob Shellard.

Non è stato facile fargli capire che non sarebbe potuto andare lui e così la figlia e il marito Joe ha lanciato l’idea. Nancy ha capito benissimo quello che stava accadendo. Si è avvicinata alla finestra e ha iniziato a salutare inviando baci. L’infermiera ha aperto la finestra e ha riferito quello che stava dicendo: si sentiva una regina e avrebbe voluto scendere da loro. Per Bob un bellissimo “ti amo”. Le infermiere si sono sciolte in lacrime e Bob era felicissimo. Come li vede Laura nel futuro: “guarderanno un concerto di musica e mio padre terrà la mano di mia madre”. C’è tanta leggerezza in questa storia d’amore. Un amore che non conosce il confine della malattia né quello della distanza. E’ puro ed etereo. Consiglieremmo un brindisi con un ottimo Chiaretto.

 

Un finale diverso per questi due moderni Giulietta e Romeo? Galeotto fu il drone e la messaggistica istantanea!

Ph: Jeremy e la sua conquista pranzano a distanza

Ammettiamolo, gli anziani ne sanno più di noi di amore. E sanno anche come amare e come ricordarlo al compagno e la compagna ogni giorno. E i più giovani? “Rimorchiare” oggi è più facile. Le occasioni sono tante, ma con il Coronavirus socializzare non è mica così semplice. Amanti di Romeo e Giulietta? Inevitabile il paragone, ma la speranza è che il finale di quest’ultima storia sia del tutto diversa. Anche perché è decisamente tecnologicamente avanzata.

L’ingrediente principale? Il coraggio di dichiararsi. Questa volta sul balcone c’è lui: Jermy Cohen. Lei è nel tetto di un palazzo vicino. Siamo a New York. Lui è un fotografo. Lei, pensando di non essere vista da nessuno, è salita e si è messa a ballare. Lui la vede e la saluta con un cenno della mano. Poi prende nastro, carta, penna e un drone. Scrive il suo numero di telefono e lo fa partire. Lei lo prende e iniziano a scriversi. Risultato? Pranzano a distanza, si scambiano messaggi e si sono già dati appuntamento alla fine della quarantena.

Spudorato? Jeremy dice di no. Anzi. Era in cerca di socialità e normalmente, ha scritto nel video che ha pubblicato, per lui filtrare di norma “è scoraggiante”. Timidi di tutto il mondo è il momento di uscire all’aria aperta…sì, ma sul balcone! Una storia giovane, coraggiosa e piena di brio. Con cosa brindare? Noi andiamo di Lambrusco anche se loro, a tavola, hanno chiaramente un rosso. E a guardare le bottiglie sembra anche lo stesso vino. Se lo sono detti o è un segno del destino?