In Giappone dopo 22 anni le uve della stazione di Shiojiri sarà imbottigliato. Vi sembra strano? Beh a New York e Londra di vendemmie 'particolari' ce ne sono altre due

Vigna ferroviaria e non solo. Le potremmo definire “stranezze da vino”. Di vigne particolari, in giro per il pianeta ce ne sono parecchie. E non parliamo di quelle “estreme”, ma di vigne impiantante in luoghi dove, di norma, si vive la quotidianità…cittadina!

Scopriamone tre: quelle decisamente più inaspettate e in un certo senso…stravaganti

 

La vigna ferroviaria di Shiojiri esiste dal 1988. Ma alla vinificazione, fino ad ora, non ci aveva mai pensato nessuno…e invece…

Ph: Shiojiri Tourism Association

Il binomio verde-urbanizzazione passa anche per il vino, o meglio per i vigneti. In Giappone c’è quello “ferroviario” di Shiojiri. Non è poi così nuovo, ma forse in pochi ne conoscono l’esistenza, a meno che non ci si trovi da quelle parti ad aspettare sui binari. Questa bellezza naturale in un contesto artificiale, si trova infatti lì dal 1988. Ma la novità è che dall’anno scorso è iniziata la vinificazione. E questo lo conferma niente meno che Wine Spectator.

Sì avete capito benissimo. A riportare la notizia è The Drink Business. Insomma è nato un nuovo vino, che oggettivamente, incuriosisce. Siamo nel territorio di Nagano, città che ricordiamo per le Olimpiadi del 1998. Un territorio, in realtà, a forte vocazione vitivinicola. Qui infatti si trovano ben cinque regioni vitivinicole del Giappone: Chikymagawa, Kikyogahara, Alpi Nihon e Tenryugawa.

Supponiamo che quando sulle pergole della stazione sono state messe le viti, oltre che un abbellimento, si volesse in qualche modo dare anche un’identità a questo pezzo di Giappone. Ora quell’identità passerà anche per i calici. Di chi sono di proprietà? Questo non lo sappiamo, ma ci pare di capire che siano proprio delle ferrovie visto che a prendersi cura dei tralicci da sempre è il personale della stazione aiutato dai residenti. La spinta in più è arrivata in occasione dei festeggiamenti per i 60 anni dalla nascita della città. E così, nel 2019, è iniziata la vendemmia conclusasi con la vinificazione e l’imbottigliamento di 100 esemplari di questo vino di città. A lavorarlo una cantina locale. Quando andranno sul mercato? Questo mese. Sarebbe un bell’acquisto per un collezionista. Non sappiamo quanto sarà buono, ma di certo avrà la sua storia da raccontare.

 

Un’operazione di marketing diventata un doppio business. Sulle vette di New York il vigneto più cool degli Stati Uniti

Come dicevamo il binomio verde-urbanizzazione sta prendendo grandemente piede. Nella storia questa non è poi una cosa così anomala. Esempi li riporta a ben ragione Wine News. E’ il caso della Vigna reale di Villa della Regiona a Torino. O ancora i vigneti della Laguna di Venezia. Non da meno lo sono i vini del Parco Archeologico di Pompei, a testimonianza che fin da allora il vino era materia viva nella quotidianità della gente. Ci sono ancora le vigne di San Martino di Napoli, il vigento Pusterla di Bresia, quello urbano di Vienna e il Clos Montmartre di Parigi.

Ma oggi, con l’urbanizzazione che per anni ha messo da parte il binomio con la natura, quel rapporto sembra lo si voglia recuperare anche negli spazi più impensabili. E così se in Giappone il vino finisce in bottiglia mentre a vederlo maturare sono i pendolari e i viaggiatori della stazione di Shiojiri, a New York, qualche anno fa, è nato il primo vigneto in cima ad un grattacielo.

Ad impiantare il particolare vigneto è stato nel 2014 l’imprenditore di Brooklyn Devin Shomaker. 15mila metri quadrati di tetto di un ex cantiere navale sono ora un’oasi verde con le piante che sono riuscite a maturare dentro i vasi. Ci sono voluti cinque anni, ma alla fine, l’imbottigliamento tanto atteso è arrivato. Non solo le bottiglie sono andate a ruba alla modica cifra di mille dollari, ma quello fatto da Shomaker è stato un vero e proprio investimento di marketing. La terrazza è una delle più cool degli Stati Uniti e si divide tra vigneti e party di grido.

 

Se in Giappone c’è la vigna ferroviaria, a Londra ci sono quelle, piccolissime, che crescono in giardino…e poi? Si vendemmia tutti insieme…è vino di comunità!

Ph: sito web Urban Wine Company

Avete delle viti in giardino? Troppo poche per fare vino? Sono per voi solo piante ornamentali? Peccato che non siate londinesi. Questa è la terza vigna urbana, tra quelle decisamente più cool, di cui vi parliamo oggi. Perché? Beh perché più che un vigneto urbano è una rete di vigenti urbani: quelli che maturano nei giardini dei cittadini.

Si chiama Urban Wine Company ed è una cantina che il vino lo produce raccogliendo le uve di chi, le vigne, ce le ha praticamente in casa. Ma anche andando a raccogliere quelle che maturano nei parchi e nelle aree abbandonate, ridando a queste anche il giusto decoro.

Il vino esiste già e si chiama Chateau Tooting. E’ buono? Bella domanda. Il prodotto è un mix di uve bianche e rosso: un rosato! A quanto pare è “croccante, secco ed elegante”. Sarà vero? questo non lo sappiamo, ma ogni anno le bottiglie prodotte sono la buona occasione per partecipare ad una vendemmia particolare di cui sentirsi oggettivamente, grandi protagonisti anche se, dobbiamo dirvelo, l’ultima vendemmia, stando al sito, è del 2018. Speriamo che il progetto non sia tramontato!