Si cresce del 4.8%. Soddisfatti i rivenditori della Grande Distribuzione. I Discount quelli che fanno meglio. Qualità, territorialità e sostenibilità i criteri di scelta dei consumatori

Un’area riservata al Vinitaly 2017 per i buyer della Gdo e un dato più che incoraggiante: nel primo bimestre cresce la richiesta dei vini Doc. E’ vero: è la denominazione a fare la differenza. Lo aveva detto l’Ismea, lo aveva sottolineato la Federdoc chiedendo alla Ue maggiori tutele. I primi numeri, ora, arrivano dall’Iri che li ha pubblicati proprio per l’edizione della fiera veronese. 

Cosa si compra di più: vini senza solfiti aggiunti, vini territoriali e, ovviamente, bollicine!

vini Doc scaffale-bottiglie

 

Vini Doc: aumento delle vendite. E la bottiglia in vetro riafferma definitivamente il suo predominio.

 

Il vetro, nella classica bottiglia da 0.75, conferma il suo trend positivo. Lo conferma in relazione a ciò che contiene: vini a denominazione d’origine. Parliamo di Docg, Doc e Igt che secondo le anticipazioni Iri hanno visto aumentare del 4,9% le vendite nei primi due mesi del 2017. Positivo, nel complesso, l’andamento del vino confezionato che ha fatto registrare un +2,3%. 

Se la bottiglia 0.75  torna finalmente protagonista, gli altri ne pagano le conseguenze. Lo ha confermato Adelio Bellagente, buyer vino di S&C Consozrio Distribuzione Itlaiana. “Sono in difficoltà le vendite del formato da un litro e mezzo e del formato brik”.

Di contro la preferenza per i vini del territorio. Anche nei supermercati, insomma, piace comprare il vino locale. Per questo “nel 2017 – ha aggiunto Bellagente – inseriremo più vini locali, aumentando in tal modo il valore dello scaffale e, di conseguenza del prezzo di vendita”.

 

Vini Doc: l’andamento positivo e la soddisfazione degli addetti ai lavori

 

In attesa di conoscere i dati definitivi della ricerca Iri il sentimento che si registra già da ora non può che essere positivo. Se tre sono stati i vini consacrati come i più venduti nella Gdo, allargando lo sguardo alle tipologie emerge una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità da parte dei consumatori. Sempre più attenti alle etichette sono alla ricerca di vini senza solfiti. Senza mai tralasciare l’ormai consolidata preferenza per le bollicine.

E a far bene non sono solo le catene “note”, ma anche il comparto Discount che ha fatto meglio di tutti. Lo ha confermato Giovanni Filippini della Direzione Acquisti diItalydiscount: “abbiamo venduto nel 2016 sei milioni di bottiglie nei nostri 340 punti di vendita, utilizzando brand di fantasia. Nella linea delle bottiglie da 750cc abbiamo 54 etichette che non sono di nostra proprietà, ma frutto di un accordo con singoli fornitori selezionati”.

 

Despar: bene i vini a denominazioni e quelli a marchio del distributore

“Già il 2016 ha confermato il trend di crescita delle vendite dei vini spumanti e dei vini Doc e Docg di più alta fascia qualitativa”. Queste le parole di Simone Panbianco, Product Manager Prodotti a marchio della catena distributiva Desapr. “Bene – ha aggiunto – anche i vini a marchio del distributore” che hanno visto una crescita di valore del 10,5% per le denominazioni e dell’8,6% per gli spumanti.

 

Conad: crescono le vendite anche dei formati monoconsumo

Anche qui i vini a denominazione d’origine hanno visto incrementare le loro vendite. Così come, ad aumentare, sono stati i prezzi medi a scaffale. “Il 2016 – ha dichiarato il buyer vino Conad Valerio Frascarolisi chiude con un incoraggiante 2,8% a volume dell’interno comparto del vino confezionato”. A trainare la crescita, conferma Doc, Docg e spumanti. 

Non solo bottiglie da 0.75. Qui anche il “mono consumo” sembra aver avuto un buon andamento. Vivere soli fa bene al vino insomma. Si conferma la crescita dei bianchi sui rossi con i rosati che non arrestano la loro corsa. 

 

Carrefour: comunicare bene per vendere bene

E’ questo il segreto secondo Luca Bacciocchi buyer vino di Carrefour. “Il consumatore – ha affermato – ha dimostrato una curiosità e una propensione all’acquisto maggiori verso il mercato del vino. Attenzione rivolta in particolare alla qualità medio-alta. La comunicazione si è rivelata fondamentale per cattuarre un cliente sempre più attento e disposto a spendere. Pertanto si potrebbe lavorare su cartigli, retro etichette, slim a scaffale ed altro”.

 

Iper la Grande I: la qualità fa la differenza

Con i consumatori così attenti la qualità non può essere un optional. E’ su questa che bisogna puntare. Ne è convinto Roberto Romani, buyer beverage di Iper la Grande I (Gruppo Finiper). “La tendenza è quella di una forte crescita nella fascia Premium – ha affermato -. Grazie ad essa sarà anche possibile diminuire gradualmente la pressione promozionale in tutti i comparti vino. Abbiamo un buon rapporto con le cantine. Confidiamo di poter collaborare direttamente”. Niente più concessionari o grossisti questo l’obiettivo. Valido anche per “accaparrarsi” le cantine ‘premium’ da sempre orientate verso l’horeca.

 

EcorNaturaSi

Vegani o no purché siano sostenibili. La tendenza si conferma anche nella Gdo. “Il 2016 è stato un buon anno con un incremento dei volumi di vendita del 12%”. Un numero davvero interessante quello riferito da Michele Bonato, buyer divisione vini e freschi di EcorNaturaSi. La miglior performance è stata quella del Prosecco, ma “aumentano anche vini senza solfiti aggiunti e con certificazione vegana”. E che la comunicazione conti lo dice anche lui. “Abbiamo utilizzato dei cartellini per ogni referenza con tutte le informazioni utili”.