Il suo primato è soprattutto negli ettari vitati ed è iniziata la risalita anche nell'export dopo la crisi determinata dal covid: la qualità premia, questo emerge dall'indagine Unicredit-Nomisma

Sicilia regina incontrastata della viticoltura biologica in Italia con il 15% degli ettari vitati e l’8% di produzione rispetto al resto del Paese. E’ quanto emerge da uno studio Unicredit-Nomisma su “Competitività e scenari evolutivi per il vino italiano siciliano secondo l’Agri4Index Nomisma-Unicredit” presentato oggi a Palermo.

Che la Sicilia avesse intrapreso questa strada da tempo era noto e proprio pochi mesi fa persino la rivista Forbes la incoronò come la più principale regione vinicola italiana per la grande attenzione al territorio, ma anche all’innovazione e la riscoperta. Ora anche i numeri dicono che sì, da queste parti l’attenzione è davvero eccezionale.

Viticoltura biologica: in Sicilia è un must e rappresenta ben il 27% degli ettari vitati

Il primato assoluto in Italia l’isola lo detiene per la superficie vitata dedita alla coltivazione biologica. Parliamo di 26.241 ettari che rappresentano il 27% della superficie di tutta la Regione e che sono una fetta importante del dato nazionale pai a 117.378 ettari.

“Lo studio Nomisma – sottolinea Salvatore Malandrino, responsabile regionale Sicilia di Unicredit Italiaconferma l’immagine del settore vinicolo della regione come un comparto di eccellenza non solo per l’economia regionale, ma anche in ambito nazionale. Unicredit è fortemente impegnata nell’offrire alle aziende vitivinicole siciliane soluzioni reali per rispondere ad ogni esigenza lungo tutta la filiera produttiva e per sostenerle nel fondo percorso di crescita e innovazione”.

Anche sulla qualità dei vini la Sicilia continua a far bene: l’incidenza dei vini dop, pari al 40%, è sostanzialmente in linea con la media nazionale che è del 43%. Con gli Igp il dato è superiore: 34% per i vini siciliani e 26% come media nazionale.

La ripresa post-pandemica nell’export c’è: dopo il crollo del 2020 si è tornati a crescere del 16,8% con un aumento del 20,7% rispetto al 2016. I mercati di riferimento sono gli Stati Uniti (21%), la Germania (12,7%), il Regno Unito (8,7%) e il Canada (7%).

E ora ci sono il Vinitaly e Sicilia en Premieur

Un momento di crescita importante quello che vive la viticoltura siciliana che non farà mancare la sua presenza a Verona. “Puntiamo molto sull’agroalimentare dove abbiamo eccellenze che ci consentono di conquistare importante fette di mercato all’estero” dichiara l’assessore regionale all’agricoltura Toni Scilla alla vigilia della kermesse in programma dal 10 al 13 aprile.

Grande attesa per l’edizione 2022 di Sicilia en Premieur, l’annuale anteprima dei vini siciliani organizzata da Assovini che dal 27 aprile al 1 maggio si terrà nel magico scenario di Erice. “Il tema scelto per questa edizione è ‘Back to the roots – la Sicilia che vive il futuro’ – spiega Laurent de la Gatinais presidente Assovini Sicilia -. Vogliamo condividere e sottolineare il messaggio che la Sicilia vitivinicola è pronta alle sfide del domani facendo tesoro delle sue preziose pratiche del passato.

L’occasione per il presidente del consorzio vini doc Sicilia Antonio Rallo per ricordare che “dal 2004 l’evento si occupa di rendere protagonista al produzione vinicola siciliana. Con i suoi 98mila ettari di superficie vitata la nostra isola è per definizione un continente vinicolo, inclusivo di molteplici influenze territoriali e storiche e ciò è reso evidente dall’incredibile varietà offerta dai suoi vini. Il 2021 ha segnato un incremento sostanziale dell’imbottigliamento della Doc Sicilia per un totale di oltre 95 milioni di bottiglie prodotte, predisponendo uno scenario ottimista anche per il futuro grazie alla qualità dei prodotti della vendemmia 2021“.