Il vino della cooperativa Capodarco realizzato da migranti e disabili è il vino perfetto da mettere sotto l'Albero di Natale

Vino solidale. Ci è capitato spesso di parlare di iniziative che fanno del vino un vero e proprio ambasciatore sociale. Capita con i detenuti o per parlare in difesa delle donne vittime di femminicidio

Ora ne arriva uno specialissimo. Si chiama Xenia e le radici del suo nome affondano nell’antica Grecia e sta per “ospitalità”, accoglienza dello straniero.

Xenia, il vion solidale che dice ‘no’ all’odio e ‘sì’ all’integrazione e l’inclusione sociale

E’ questo il nome che al suo vino ha voluto dare Agricoltura Capodarco che con l’aiuto di migranti e disabili, ha lavorato per mesi nelle sedi di Grottaferrata e nel Parco della Mistica per creare un prodotto dal sapore specialissimo: quello dell’apertura verso ciò che ci sembra diverso, ma che diverso poi non è.

Lo Xenia è già in commercio ed è stato presentato in occasione dei 40 anni della cooperativa sociale. Un simbolo per dire “no” al clima di odio che, complice le difficoltà economiche che a questo offrono terreno fertile per mettere radici, si sente crescere anche nel Bel Paese. E come spesso accade è stato proprio in un incontro conviviale, quando la parola diventa l’occasione per conoscersi, che il vino ha trovato il suo nome. E’ stato infatti scelto nel corso di un pranzo comunitario tenutosi all’interno dell’azienda con il presidente Salvatore Stingo. “E’ stato un momento di forte condivisione – conferma Ilaria Signorello della cooperativa -. Abbiamo scelto un nome forte che ben rappresentava i valori storici di Capodarco che oggi più che mai vanno riaferamti. integrazione e accoglienza”. Integrazione e accoglienza perfettamente rappresentata da chi, questo vino, lo ha creato.

 

Due mani diverse che si stringono, nella semplicità dell’etichetta la complessità di un messaggio universale

E a parlare la lingua dell’apertura, mentale prima di tutto, è anche l’etichetta elaborata con l’Istituto Europeo di Design di Roma. Due mani di colore diverso che si stringono. Semplice ed efficace. E che per integrare a accogliere bisogna prima di tutto aprire la propria mente lo dimostra il fatto che quando a visitare l’azienda di Grottaferrata si sono trovati i sud-coreani, lo sconcerto non è mancato nel vedere questi particolari lavoratori.

Alla fine però i risultati hanno trasformato lo sconcerto in certezza. Il vino è buono e parla una lingua che è universale. Un vino, Xenia, che in occasione della prima degustazione i produttori hanno voluto dedicare “a tutti coloro che hanno la forza il coraggio di accogliere, aprirsi al diverso, allo straniero, alle persone fragili. E’ il vino di chi non si arrende alle ingiustizie e le disuguagliazne. E’ il vino dei sognatori che credono nell’impegno comune per restituire la felicità alle nostre comunità”.

Un vino perfetto in prossimità delle feste natalizie. Perfetto da mettere sotto l’albero e perfetto da gustare nel giorno in cui si celebra la storia più antica di discriminazione e, allo stesso tempo, d’amore.