La redditività maggiore si concentra in quattro realtà. Ma, nel complesso, il settore vola alto sebbene metà del fatturato si concentri in 107 aziende. La fotografia la scatta Anna Martino su Corriere Economia

L’analisi Mediobanca aveva già fatto capire che il vino di Veneto e Toscana era quello più “in salute”. Ora l’analisi di Anna di Martino su Corriere Economia lo conferma: le toscane Tenuta San Guido e Marchesi Antinori e la veneta Santa Margherita sono con la siciliana Cusumano le cantine italiane con la miglior redditività nel 2016.  La fotografia scattata dalla Martino ci racconta l’Italia del vino così com’è. Divisa tra grandi aziende a “conduzione familiare”, grandi gruppi industrialie  imprese private. Ma la vera novità è nelle realtà cooperative.

Sono 46 e rappresentano i 44,3% del fatturato totale e il 35,3% delle esportazioni. Non solo. Altro dato confortante è nella media del fatturato. Sempre di più, infatti, le aziende che fatturano oltre i 100 milioni di euro.

 

Vino italiano: 107 azienda al top. Insieme fatturano la metà di quanto faccia tutto il settore

 

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Le imprese al vertice del settore vinicolo sono le più floride del panorama economico nazionale. Le prime 107 imprese della classifica mettono insieme oltre 5,8 miliardi di euro di fatturato sui 12 stimati per tutto il comparto. Praticamente la metà. Gli ettari di vigna da cui ogni anno ricavano il loro vino sono, nel complesso 145 mila a fronte dei 660 mila di tuttto il Paese. Rappresentano, da sole, il 61% delle esportazioni e il 48% del mercato interno con 2 miliardi di bottiglie prodotte per 11.298 dipendenti.

 

I primati

A spiccare, su tutte, nonostante sia quarta nella classifica generale, è l’azienda dei Marchesi Antinori che con il cambio al vertice e l’ingresso in presidenza di Albiera Antinori, ha continuato a crescere. Suo il primato, con 2.681 ettari, in quanto a proprietà di vigneti (da pochi giorni ha tra l’altro concluso l’acquisto di una delle tenute più importanti del Cile, Haras de Pique) con un fatturato consolidato superiore ai 200 milioni di euro e una redditività che la mette ancora al primo posto se si tiene conto, scrive la giornalista, “l’ammontare del suo fatturato rispetto a quello della Tenuta San Guido (sui 30 milioni di euro)”. Tenuta San Guido leader in quanto al rapporto tra Ebitda e fatturato, cioè la redditività.

Al vertice si gioca sostanzialmente alla pari. Sono tutti numeri da capogiro. A cominciare da quelli del leader assoluto della classifica in quanto a fatturato. Il primato va alle Cantine Riunite & Civ con i suoi 566,1 milioni di euro di cui 365 in capo al Gruppo Italiano Vini.

Per numero di bottiglie il primato va alla veneta Enoitalia che ne ha prodotte 88,3 milioni, mentre la crescita di fatturato maggiore rispetto all’anno scorso è stata quella delle Cantine Vitevis (siamo sempre in Veneto) che ha messo a segno un +36%.

E sempre veneta è l’azienda che ha fatto registrare la crescita maggiore di fatturato all’estero: la Casa Vinicola Bosco Malera che ha segnato un +59.9%. Infine l’export. La maggior propensione è emiliana ed è quella delle Cantine Sgarzi Luigi che rappresenta il 99% del totale.

 

Vino italiano: sono 17 quelle al di sopra dei 100 milioni di euro

 

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Sono 17 in totale le aziende che fatturano oltre 100 milioni di euro. E tra queste ci sono tre new entry. Parliamo della Schekn Italian Wineries, filiale del gruppo svizzero Schenk che entra in graduatoria con 108,3 milioni di fatturato, la Marchesi Frescobaldi che entra nell’Olimpo del fatturato del vino con i suoi 101,2 milioni di euro (16esimo posto) e la cooperativa veneta La Marca Vini e Spumanti specializzata nella produzione del Prosecco.

Andando a guardare l’ordine della classifica dietro le Cantine Riunite & Civ c’è un’altro gruppo emiliano: Caviro con i suoi 227,2 milioni di euro. Il bronzo va alla venta Zonin 1821, prima realtà privata del Paese, che con i suoi 193 milioni scalza, di pochissimo, Antinori che di milioni ne ha fatturati 192,2.

Quinta posizione per la trentina Cavit (177,9 milioni di euro), seguita dai piemontesi Fratelli Martini (173,9), la veneta Casa Vinicola botter Carlo & C. (165 milioni), il Gruppo Mezzacorona (Trentino) che ha fatturato 163,4 milioni, il Gruppo Santa Margherita (Veneto) che ne ha invece fatturato 158 ed Enoitalia che chiude la classifica delle aziende capaci di fatturare oltre 100 milioni di euro con i suoi 147,5 milioni.

 

Vino italiano: Ettari vitati. Antinori su tutti, ma sono 23 le realtà che lavorano su oltre 200 ettari di terreno

 

Ph: Tom Godber – Flickr (uso e modifiche consentite)

 

Per quanto riguarda gli ettari vitati sono 23 le aziende che dispongono di oltre 200 terreni destinati ai vigneti. Su tutti, come detto, i Marchesi Antinori con i loro 2.681. Segue Zonin 1821 con 1.990 ettari, quindi i Marchesi Frescobaldi con 1.270 e Terra Moretti (Lombardia) con 1.084 ettari di vigneto. Subito dietro un altro big, Banfi che dispone di 1.000 ettari di terreni vitati e le trentine Tenute di Genagricola con 900.

Sono loro i leader della classifica. A distanza troviamo quindi Cusumano con 520 ettari, la veneta Bertani Domains (Veneto) che le viti le coltiva su 440 ettari di terreno, Feudi di San Gregorio (Campania) che ne conta 420, Tasca d’Almerita (Sicilia) con i suoi 386. Sopra i 300 ettari anche un’altra siciliana, Planeta (382) e un’altra grande azienda veneta: Masi Agricola che ne possiede 329.

Si torna in Toscana con Cecchi e i suoi 298 ettari vitati, seguita dai Fratelli Martini con 295, la bella realtà umbra di Lungarotti che ne ha 250, Mastroberardino (Campania) e Argiolais (Sardegna) che vinificano su 206 ettari di terreno, l‘Agricola San Felice che nel senese ne conta 215, la marchigiana Umani Ronchi che ne ha 212 seguita da una delle aziende simbolo del Chianti, Barone Ricasoli (209), la veneta Corte Giara Allegrini (206) e, infine, il Gruppo Lunelli proprietà Ferrari (Trentino) e le chiantigiane Tenute Piccini con i loro 200 ettari.

 

Vino italiano: 19 le realtà con una redditività superiore del 20% del fatturato

 

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Sono 19, invece, le aziende con una redditività superiore al 20% del fatturato. Leader abbiamo visto è la Tenuta San Guido con il 55%, seguita dai Marchesi Antinori (42,30%), Cusumano (35%) e Santa Margherita (34,8%). Primi due posti in Toscana e a testimonianza dell’incredibile stato di salute del vino da queste parti anche le posizioni a seguire. Dietro Santa Margherita, infatti, si piazzano i Marchesi Frescobaldi (34,10%), Castellani (30,50%) e Ruffino (26,83%).

Ci si sposta poi in una delle realtà siciliane più importanti: Planeta (26,60%). Di nuovo la Toscana protagonista con l’Agricola San Felice (24,70%), seguita dalle veneta Masi (24%). La Falesco (Umbria) è praticamente parimerito con il suo 23,90%. Dietro di lei Terra Moretti (22,60%). Seguono con un +22% Guido Berlucchi (Lombardia), Gruppo Lunelli (sempre di proprietà Ferrari – Trentino Alto Adige) e il bolognese Umberto Cesari. Donnafugata registra un +21%, mentre Argiolas, Astoria Vini (Veneto) e Umani Ronchi segnano un +20%.

 

La “top 10” della crescita di fatturato nel mercato interno

Il primo posto, lo abbiamo detto, è delle venete Cantine Vitevis (36%). Il Vento si prende tutto il podio con La Marca a +33,72% e Bosco Malera a +33,71%. Va in Trentino il bronzo con il +33% di Vivallis che stacca di pochissimo il Gruppo Santa Margherita (+32,9%). Subito dietro la friulana Cantina di Rauscedo (+32,73%), Vi.V.O. Cantine (Veneto) che mette a segno un +27,13% e la pugliese Varvaglione Vigne e Vini (-23,5%). Chiudono la classifica le Cantine Sgarzi Luigi (Emilia) che fa registrare un +23,21%, e la veneta Cantina Montelliana e Colli Asolani (+23%).

 

La “top 10” della crescita di fatturato nei mercati esteri

Terza nella top 10 del mercato interno e prima nei mercati esteri. Parliamo di Bosco Malera che ha fatto un balzo del 59,98%. Dietro di lei Vargaglione Vigne e Vini che all’estero fa molto meglio che nel mercato interno facendo registarare una crescita di fatturato del 50%. Terzo posto per il Gruppo Santa Margherita (+47,6%), seguito dalle Cantine Vitevis (+45%), La Marca (+39,4%), le emiliane Cantine 4 Valli (+32%), i Viticoltori Friulani La Delizia (+27,6%), il Gruppo Lunelli (+25%), la Cantina Montelliana e Colli Asolani (+25%) e le Cantine Sgarzi Luigi (+23,2%).

 

Vino italiano: propensione all’export. Tutte sopra il 60%, ma c’è chi sfiora l’amplein

 

Per quanto riguarda l’export la propensione è nel Bel Paese superiore al 60% e per 10 cantine supera l’86%. Parliamo delle Cantine Sgarzi Luigi che fa quasi punteggio pieno con il suo +99%. Seguono Adria Vini (Piemonte) con +98,9% e Casa Vinicola Botter Carlo (Venento) con un +96,9%. Ad un passo Farnese Group (96,7%) e subito dopo Ruffino (93,4%), Castellani (91%), Fratelli Martini (+89,7%), Pasqua Vigneti e Cantine (Veneto) che segna un +88% come Carpineto (Toscana). Chiude Mondodelvino Group con un +87%.